IoT, i 10 trend del 2020
Come sta cambiando l’Internet of Things? Cresce del +35% l’anno, alimentato dalla crescente domanda di dati, dall’avvicendarsi delle tecnologie e dalla incessante servitizzazione.
Associato ALDAI-Federmanager, Innovation Manager Certificato e Business Development Manager per YOURgroup
IoT è applicazione di sensori, rilevamento dati, tecnologie di rete e, infine, output attraverso piattaforma di raccolta, magari connessa a modelli di intelligenza artificiale. Gli ambiti di applicazione vanno dai prodotti consumer, ai servizi, alle fabbriche, ai sistemi di logistica e alle intere città, che diventano smart.
Ecco i trend da non perdere.
1. La filiera, continua ad articolarsi
Quadro sempre più articolato, tra fornitori di sensoristica, device di rete, software, integratori, consulting e telco. In molti casi queste società sono impegnate anche nella creazione dei loro ecosistemi, a volte rafforzati via marketplace. Come nasce allora un progetto IoT? Partiamo dalle grandi telco come Vodafone. “Abbiamo completato la copertura NB-IoT sull’intero territorio nazionale a settembre 2018 – Stefania Gilli, Country Manager IoT – e, a partire dall’asset strategico della connettività e delle piattaforme, con il contributo dell’ecosistema dei propri partner, Vodafone è in grado di costruire soluzioni IoT integrate end-to-end per la trasformazione digitale dei propri clienti.” Il NB-IoT è la tecnologia pensata appositamente per il mondo IoT, che viaggia sulle reti 4G o 5G.
2. Fondamentali gli specialisti
Quando i progetti veicolati dalle telco trovano deployment nelle aziende, lo sviluppo è affidato a società specializzate. “La messa a terra dei POC (proof-of-concept, cioè test prototipali) - Marco Rivera, CIO di AppForGood - richiede conoscenza approfondita di processi e tecnologie, dimestichezza col mondo dei computer industriali e relative interfacce, competenza su architettura hardware e software di una vasta gamma di dispositivi.”
3. Dispositivi che passione!
Ruolo determinante è quello dei vendor di device e apparati, come Huawei. Sono dispositivi per una certa misura aperti. “Certifichiamo i nostri partner, cioè le software house incaricate di personalizzare e proporre le nostre soluzioni. Li presentiamo ai nostri clienti, consentendo loro di portare soluzioni innovative e creative per uso della tecnologia e benefici dell’IoT”, Giorgio Tencati, Head of B2B Operator Sales.
Se il NB-IoT è una tecnologia di rete per aree ampie, nelle reti di prossimità i sistemi più utilizzati sono BLE (Bluetooth IOT), 868 e WiFi - tecnologie che richiedono posizionamento di gateway.
4. Consulting e system integrator
Alla base di un progetto Industry 4.0 c’è un’organizzazione della produzione lean. Questo ci porta verso ulteriori soggetti, le società di consulenza operativa, che connettono strategia e organizzazione. Tra queste Porsche Consulting, nata nel 1994 per ristrutturare la casa automobilistica. Il superamento della crisi lasciò una competenza che si decise di mettere a disposizione del mercato. Altra consulting di origine interna è Festo Training & Consulting, “Nasciamo da Festo, azienda tedesca leader nell’automazione industriale – Luca Gelmetti, Digital e Industry 4.0 Manager – e abbiamo trasferito la nostra visione d’innovazione nella Training & Consulting, per condividere le nostre competenze di trasformazione digitale e massimizzare produttività e competitività dei clienti”.
Completano il quadro i system integrator, che risolvono le esigenze delle imprese con soluzioni generate dalla selezione, assemblamento e customizzazione di diversi vendor. Enrico Campagna, Business Executive di Automate, system integrator dedicato ad automazione e robotica industriale, nonché partner YOURgroup: “Fondamentale offrire soluzioni integrate per l’interconnessione delle nuove piattaforme con gli ambienti esistenti. Questo per assicurare che tutto venga orchestrato correttamente, in modo che i dati raccolti possano essere utilizzati secondo gli obiettivi prefissati”.
5. Vecchio tornio
Altra tendenza dell’IoT è la forte componente di retrofitting in ambito industriale: non sono maturi i tempi per la diffusione di macchine già sensorizzate. Da un lato, il costo della sensorizzazione è contenuto; dall’altro, appartenendo i macchinari di uno stabilimento spesso a diverse tecnologie, ci sarebbe comunque un onere di integrazione. L’applicazione di sensori è un processo di trail & error “Non basta l’artificial intelligence, ci vuole anche la human intelligence” – scherza Giuseppe Iacobucci, CTO di Digistone, che ha realizzato progetti di manutenzione predittiva per diverse aziende manufatturiere tra cui Faster, leader nella produzione di giunti idraulici. “Testiamo continuamente ogni parametro: microfoni audio, accelerometri, sonde di corrente in punti strategici per capire esattamente lo stato di consumo degli utensili, minimizzare gli scarti e programmare il cambio quando più opportuno”.
6. Wearables, mani libere
In ambiti industriali cresce la domanda di smartwatch, corredati da forti customizzazioni. Samsung cavalca il fenomeno con successo. Primo caso importante è stato FCA, nel 2017: il personale di cinque stabilimenti, tra cui Mirafiori, è stato dotato di smartwatch “per consentire agli operatori di velocizzare le procedure di autenticazione – prosegue Marco Rivera di AppForGood – questo permette anche di avere a disposizione check-list, comunicare con la manutenzione, inviare messaggi push-to-talk, essere localizzati in situazioni di pericolo. Soluzioni realizzate per aziende di ogni settore, ad esempio per Eli Lilly nel farmaceutico o Concessionaria Autostrade Venete nelle opere pubbliche e trasporti.”
7. Non sceglierete il meglio
Per almeno due motivi. Il primo è che tecnologie strepitose sulla carta possono non aver trovato il giusto partner per la loro messa a terra, non aver creato ecosistema, non avere la giusta massa critica in termini di rete o, semplicemente, non funzionare bene. Il secondo motivo è che soluzioni semplici e a basso costo, che raggiungono almeno l’essenziale dei bisogni di business attesi, consentono di fatto di operare con maggiore immediatezza e flessibilità.
8. Binomio con l’intelligenza artificiale
Nasce un abbinamento importante IoT, che produce dati e AI, che li processa. “Siamo una società di consulenza specializzata nell’AI – spiega Matteo Verdari, partner di SDG Consulting - e abbiamo stretto una partnership con AppForGood, che invece opera nell’IOT. Abbiamo integrato le nostre competenze nel progetto di manutenzione predittiva sulle linee di produzione di una azienda italiana e internazionale tra i primi produttori mondiali di sistemi di fissaggio. AppForGood ha studiato hardware, sensoristica e software. I nostri data scientist, successivamente, hanno processato le serie numeriche prodotte dai sensori per ridurre gli scarti ed evitare eventi catastrofici come fermo produzione e rottura macchina.”
9. Adesso mettiamo a terra
Quando incontrate un potenziale fornitore, chiedete semplicemente quanto tempo occorre, e quale sarebbe il costo, per un POC, nella vostra azienda, della soluzione ipotizzata. Partiamo da semplici messe a terra delle nostre idee e dall’output di dati che ne deriva. La realizzazione di un progetto custom richiede normalmente un primo POC in cui si verificano i fondamentali, usando le tecnologie immediatamente disponibili, su una macchina del cliente; e poi un secondo POC, con device e software dedicati, reingegnerizzati ad hoc, su più macchine, a maggior ragione se diverse tra loro. Questo secondo POC viene progressivamente perfezionato e poi industrializzato.
10. Soluzioni pronte
Un passo successivo sono le soluzioni a catalogo, che uniscono, nei migliori dei casi, expertise e delivery. Ancora poco diffuse, il caso italiano è Smartik, soluzione IoT pronta end-to-end. Verticali hardware e software testati in una varietà di industry sono stati consolidati in una piattaforma software completa su tutte le aree IoT, corredata di sensori e device di rete. Il servizio copre localizzazione, controllo dei consumi, monitoraggio infrastrutture e video-sorveglianza, con approccio modulare, scalabile e integrato – facilmente estensibile. In questo modo si saltano i POC, si abbattono tempi e costi. Daniele Fortin, Technical Team Manager di ELMAT, la società che distribuisce la soluzione in Italia “Stiamo proponendo Smartik da novembre, attraverso una rete di 1.200 system integrator e abbiamo scelto questa soluzione per le molte richieste di IoT che riceviamo.”
Sintesi dell’articolo pubblicato su digital4.biz
09 dicembre 2019