L’ignoranza artificiale: un’epoca pericolosa

La mistificazione del sapere attraverso il web con iniziative mirate, false e invasive

Emilio Locatelli 

Socio ALDAI - Federmanager, partecipante del Servizio Tutoring e vicecoordinatore del Gruppo Innovazione
Il sommo poeta scriveva: “fatti non foste a viver come bruti, ma a seguir virtute e canoscenza”;  ci risulta quindi molto difficile ritornare indietro, rimettere in discussione le certezze frutto di anni di scoperte ed esperienza per iniziare un processo di pseudo-rivisitazione di fatti della vita realtà.

Senza entrare in considerazioni politiche in merito al concetto di sovranismo o neonazionalismo o ad un semplice malessere della gente, dobbiamo prendere in considerazione la veridicità di campagne di informazione (di disinformazione e/o di “fake news”) su giornali, radio, tv, ma soprattutto sul web. Inesattezze, ambiguità e falsità circolano alla velocità della luce sulla rete facendo tendenza e in certi casi elevandosi anche a veridicità assoluta. Tutto questo, sulla base di un “Mantra” figlio del web, ha generato una neonata coscienza che potremmo definire come “l’ignoranza artificiale”. 

Nello stesso modo in cui l’intelligenza Artificiale nelle sue diverse branchie genera spazi illimitati ed immense opportunità, di innovazione e crescita, così la rivisitazione del “know how” che avviene sul web attraverso mirate iniziative di disinformazione ci lascia tutti attoniti, spaesati addirittura sgomenti generando una moltitudine di pericolosi individui.

Si potrebbero elencare una lunga lista di casi e situazioni dove l’ignoranza del web la fa da padrone; per essere concreti si passa per il dibattito sui vaccini killer, dalla campagna per le blande e nefaste terapie anticancro all’acqua, alle teorie complottiste sull’11 settembre o addirittura a quelle negazioniste dell’Olocausto. Tutte figlie dell’ignoranza artificiale e di una superficiale conoscenza fai da te; queste assurdità vengono immesse in rete migliaia forse milioni di volte al giorno semplicemente a colpi di click, senza alcun contraddittorio, con il grottesco esito di ribaltare la verità.

Nelle menti pensanti sgorga una semplice e logica domanda: ma a chi giova l'ignoranza?

A questo punto viene spontaneo quanto ci sia di popolare o di populista, nella vecchia contestazione, nel disprezzo o peggio in una forma di odio verso la cultura. Quasi che coloro vogliono apprendere ed informarsi veramente debbano vergognarsi ad avere in mano un libro o un manuale.
Si sta generando un pericoloso movimento che è contro tutto ciò che non è semplicemente istinto e rifiuta la conoscenza nel senso più profondo, considerando l’equazione “sapere è potere” e poiché siamo contro il potere nella sua astrazione, siamo anche contro il sapere. 
Ridicolo, ma purtroppo da prendere in considerazione senza sottostimare il fenomeno.

Tutto il know how che abbiamo ereditato e costruito nei secoli è la qualità fondamentale dell'essere umano e come tale cerchiamo di trasferirlo e di farlo crescere all’interno dell’Intelligenza Artificiale, non certo l’ignoranza o fake news: probabilmente IA se ne accorgerebbe immediatamente.
Come esseri umani abbiamo l’obbligo di trasferire all’interno della Intelligenza Artificiale il meglio di noi stessi così da poterla utilizzare per una realtà di crescita, di opportunità e progresso. 

Nella società italiana pochissimi forse nessuno non hanno bisogno di studiare, di apprendere o di avere un know how particolare. Anche i cosidetti “ricchi” con grandi o medio/piccoli patrimoni non sono obbligati a studiare per costruirsi un futuro, ma devono farlo per non correre il rischio di perdere tutto.

Se invece consideriamo la stragrande maggioranza delle persone che quotidianamente hanno fatto sacrifici o rinunzie con il solo obbiettivo della ricerca di un diploma, di una laurea o di un master hanno solo un goal: il sapere. Studiano per se e per i propri figli per crescere, avere un futuro diventando competenti ed esperti: quelli che l’hanno fatto ed hanno avuto successo considerano l’ignoranza come la peggior malattia che un essere umano possa avere. 
Niente di più valido del vecchio adagio “studiare per crescere da 6 a 90 anni

Se l’umanità si stesse muovendo nella stessa direzione della lotta alla cultura e alla competenza, saremmo veramente alla fine, ma fortunatamente non è così. Esiste nel pianeta un’ansia che va in direzione opposta ed alcuni esempi ci danno il senso della vera realtà. 

La Cina cresce esponenzialmente perché è diventata formidabile con le nuove tecnologie, e non più solo come la "fabbrica del mondo". La Russia sta impiegando le sue immense risorse naturali per ritornare ad essere una potenza economica mondiale. Gli USA sono in una fase di crescita formidabile, grazie all'innovazione in ogni ambito della vita economica

La verità é che sempre più nei governanti di grandi potenze si sta facendo strada la convinzione anzi la certezza che chi controllerà l’Intelligenza Artificiale con tutte le sue sfaccettature potrebbe controllare il pianeta altro che un inno all’ignoranza. In nessun angolo del mondo civilizzato o in via di sviluppo l’ignoranza è l’elemento vincente, ma è solo un anacronistico retaggio.

L’ultima considerazione che balza alla nostra mente è come tutto questo possa essere realmente accaduto; qualcuno potrebbe dare la colpa alla nascita del motore di ricerca Google; basta scrivere un sintomo e mi suggeriscono la terapia o pongo un quesito ed ottengo una risposta. Questo forse potrebbe illudere qualcuno di avere capacità divinatorie ed in parte è corretto, ma è anche stupendo che tanto sapere sia disponibile ed utilizzabile da tutti.

Il punto focale è che questo immenso know how per essere sempre più in crescita ed aggiornato alla portata di tutti deve avere visione illuminata, capacità di analisi e confronto, elementi culturali e filosofici che distinguano il vero dal falso, il buono dal cattivo, il reale dal fittizio. 
Google può darci potere quando ci fornisce la conoscenza, ma ci rende anche piccoli e miseri quando non siamo in grado di governarlo. Nell’era digitale siamo sempre alla mercè di elementi contrari e spesso di forze opposte che tendono a sopraffarci se non abbiamo le capacità di discernere e capire.

Concepire il sapere come una cosa superflua, inutile o superata è la più grande “bufala” che si possa sostenere; chi promuove questa assurdità conosce però perfettamente la verità.

L’Intelligenza Artificiale è al contrario l’espressione più alta del know how che l’uomo abbia mai prodotto per migliorare il suo futuro e quello dei suoi figli ma più istruiti e colti.

Tutti noi sappiamo bene che “i limiti del nostro sapere sono di fatto i limiti del nostro mondo”.

Cliccando il documento seguente è possibile scaricare la presentazione di Emilio Locatelli utilizzata nell'incontro ALDAI-Federmanager Progetto Innovazione del 23 gennaio 2019.

Ignoranza artificiale

ignoranza-artificiale.pdf

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