Il Paese Innovatore

Recensione del "Decalogo per reinventare l’Italia" di Alfonso Fugetta, Professore Ordinario di Informatica al Politecnico di Milano e dal 2003 Amministratore delegato e Direttore scientifico del CEFRIEL. Un libro veramente interessante per costruire l'Italia che vorremmo

Di Alfonso Fugetta
EGEA 2020
Pagine 200 - Prezzo 20 €

Recensione di Alberto CostaSocio ALDAI Federmanager e componente del Gruppo Progetto Innovazione.

Questo libro, agile ma ben documentato, suggerisce soluzioni per migliorare la situazione dell’Italia e invita a prendere decisioni e imboccare strade innovative: un Paese che non rischia e non innova non può crescere.

Presenta un “decalogo” con idee e proposte per il futuro, centrando ciò di cui il Paese ha bisogno e si articola fondamentalmente e in estrema sintesi sui seguenti argomenti.

La produzione del valore”. Per distribuire ricchezza serve crearla e poi bisogna ridistribuire razionalmente, trovare forme e livelli adeguati, evitare gli sprechi, lavorare per creare posti di lavoro. Si rivela necessaria una vera meritocrazia.

I confini dell’azione dello Stato”. Sono presentate riflessioni sulle varie teorie dello Stato in economia, lo Stato innovatore/imprenditore, lo Stato pianificatore. Ciò che manca nel nostro Paese non è uno Stato imprenditore, ma uno Stato orientato allo sviluppo e alla crescita delle conoscenze e del mercato e che promuova ricerca e innovazione. Buone amministrazioni e istituzioni pubbliche sono utili e importanti nel favorire lo sviluppo, anche indispensabili se funzionano bene. Una spinta (nudging) a questo scopo con l’uso di incentivi e disincentivi sarebbe opportuna, come una buona politica industriale che aiuti il mercato e le imprese a crescere.

Formazione e istruzione”. Sono sempre le persone che ragionano, prendono decisioni, indicano percorsi: una crescita culturale, sociale e educativa è fondamentale. Sono esaminati in dettaglio il ruolo della scuola e dell’università, la necessità di sviluppare non solo competenze tecniche, ma anche la cultura generale e le capacità logico-cognitive, l’orientamento dei giovani e il lavoro che cambia, la formazione di base e la formazione continua. Sono considerati i cambiamenti dell’università moderna, il ruolo dell’informatica nella didattica, l’educazione on line e on site, il mercato del lavoro.

Innovazione e imprese” è un capitolo molto articolato e denso di esperienze. Sono affrontati argomenti particolarmente significativi per i dirigenti. Come si sviluppano le attività di ricerca e innovazione: sviluppo guidato dalla ricerca, sviluppo trainato dal mercato, sviluppo guidato dal design. Le imprese non possono innovare da sole: open innovation. Una rete per l’innovazione è necessaria, costituita da università e centri di ricerca, startup, incubatori, venture capital, Technology Innovation Center ed è illustrato il loro funzionamento. Cosa serve veramente al Paese, chiarezza e strategia, il piano Industria 4.0, evitare di ripartire da zero e correggere gli errori fatti. Come valutare la maturità delle imprese: modelli di assessment. Non perdere il know-how e considerare il valore dell’esperienza. È necessario operare affinché le imprese abbiano la capacità e le possibilità per innovare: devono avere la struttura, le competenze e i mezzi per farlo. Qualità del management, meritocrazia nella selezione e nella crescita. Ecosistemi digitali, cooperazione e competizione. 

La ricerca”. Sono illustrate le peculiarità e le differenze tra innovazione e ricerca. Sono due attività strettamente legate tra loro, ma non sono la stessa cosa: la ricerca è esplorazione di nuove idee e studio di problemi complessi al fine di produrre un avanzamento delle nostre conoscenze; innovazione è sfruttare queste conoscenze per avere un impatto concreto sull’economia e sulla società. La ricerca è il presupposto della crescita e permette lo sviluppo di capitale umano di qualità. Le imprese tecnologiche hanno un ruolo cruciale nella evoluzione del tessuto industriale. Il Paese deve rivelarsi attrattivo per le imprese e in particolare per quelle che fanno ricerca e sviluppo.

“Innovazione e amministrazioni pubbliche”. Le amministrazioni pubbliche devono apparire solo quando sono realmente utili: “disappearing burocracy”. È necessaria una strategia per l’IT pubblico, un miglioramento della qualità della PA e un urgente cambio di passo.

Norme e regole per l’innovazione”. Lo Stato non deve essere un fattore di ibernazione, ma di innovazione dell’economia. Deve sostenere il processo di riqualificazione e reintroduzione nel mercato del lavoro. Deve assumere un ruolo innovativo come legislatore e regolatore; ad esempio nella regolazione del mercato dei dati.

Infrastrutture di rete”. Questo capitolo è più tecnico ma non meno importante. Le tecnologie digitali, le infrastrutture di rete fisse e mobili non sono facili da creare o replicare; computer, dispositivi mobili, applicazioni, cloud sono essenziali alla vita di oggi. Sono descritti l’impatto delle tecnologie di telecomunicazione sul mercato, le infrastrutture strategiche, il 5G e l’intervento pubblico. La domanda di servizi di connettività va anticipata, per essere pronti quando serve.

Pari opportunità”. Il diritto allo studio e alla formazione, l’ascensore sociale e la costruzione di una cittadinanza matura e responsabile sono i capisaldi per promuovere una vera e sostanziale parità di opportunità e di genere. Innovazione implica anche inclusione.

Procurement pubblico”. Lo Stato è il più grande acquirente di beni e servizi del Paese; come cliente dovrebbe essere più credibile, affidabile e prevedibile e creare un procurement strategico che generi benefiche ricadute. Le risorse dovrebbero essere investite in modo competente sul medio e lungo periodo, con una domanda che premi la qualità. Non bisogna rincorrere l’emergenza, ma agire per tempo e seguire un percorso di crescita.

Ritengo questo libro veramente interessante per tutti i dirigenti italiani e in particolare per chi si occupa di innovazione. Dobbiamo cambiare e innovare per necessità e per virtù. “Innovazione è apertura mentale, reale volontà di cambiamento, costante insoddisfazione e ricerca di nuove idee, incessante disponibilità all’interazione e alla collaborazione”.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.