Le aspettative dei manager
Valorizzazione del ruolo, welfare, crescita professionale e politiche attive.
Romano Ambrogi
Presidente ALDAI
Il successo delle imprese è sempre più determinato dalle scelte dei clienti e dal valore generato dal capitale umano. La piramide organizzativa si è capovolta; il cliente ha assunto un ruolo dominante, “Customer is king” e ogni funzione aziendale si giustifica con la creazione di valore percepito dai clienti. Nella sfida per creare vantaggio competitivo per affermare prodotti e servizi a livello sempre più globale, alle imprese non basta più il comando e il controllo; mentre risulta determinante la partecipazione attiva e creativa dei collaboratori. La quarta rivoluzione industriale sta introducendo soluzioni tecnologiche che cambieranno profondamente il nostro modo di vivere e lavorare, mentre la globalizzazione offre opportunità, ma anche sfide alle imprese in termini di complessità e innovazione.
Il lavoro cambia e con esso il ruolo e le competenze manageriali. Il report del World Economic Forum sul Futuro del Lavoro conferma al primo posto, delle dieci competenze prioritarie nel 2020, il “Complex Problem Solving”, cioè la capacità di risolvere i problemi sempre più complessi. Al secondo posto il “Critical Thinking” risalito dalla quarta posizione del 2015, cioè il pensiero che attraverso l’analisi stimola soluzioni innovative. Entra a far parte dei tre principali requisiti del lavoro la “Creatività” che figurava nel 2015 solo al decimo posto. Al quarto posto il “People management” che perde una posizione rispetto a tre anni fa.
Come sostiene il prof. Michele Tiraboschi, per governare e anticipare la grande trasformazione del lavoro, appare imprescindibile la riscrittura della stessa nozione di impresa, perché la modernizzazione del mercato del lavoro e il superamento del Novecento ideologico passano anche da un ambiente culturalmente favorevole alla libertà d’iniziativa economica. La sfida della modernizzazione si vince con buone ed efficienti relazioni industriali, nella consapevolezza che l’introduzione delle nuove tecnologie e l’economia della condivisione richiedono, per renderle efficienti e pienamente operative, non solo piattaforme, hub di competenze e spazi di co-working, ma prima ancora la piena e convinta adesione di imprese e lavoratori a relazioni di tipo partecipativo e cooperativo.
In un contesto lavorativo caratterizzato da minori attività di controllo e maggiori competenze professionali le recenti indagini sulle aspettative dei manager rilevano una crescente necessità di supporti allo sviluppo delle competenze professionali e di aiuto nelle sempre più frequenti fasi di transizioni di carriera, come riportato nell’articolo “Crescono le aspettative di rappresentanza dei manager”.
Una richiesta dei manager di aggiungere, agli accordi contrattuali e ai servizi di tutela, strumenti utili a garantire il welfare e fronteggiare un contesto caratterizzato da cambiamenti continui con formazione per evitare l’obsolescenza.
Gli associati non chiedono una rivoluzione delle organizzazioni di rappresentanza. Chiedono di gestire contratti e tutele in modo efficace e lungimirante, mettendo in sicurezza i servizi di welfare sanitario e previdenziale per garantire il tenore di vita. Al tempo stesso i manager si rendono conto che per ottenere migliori risultati è necessario dimostrare il proprio contributo alla crescita aziendale ed è quindi importante investire in competenze professionali, sia per sostenere la carriera in azienda, sia per creare migliori condizioni per le fasi di transizione, con politiche attive che diano a tutti i colleghi la possibilità di contribuire al ciclo produttivo.
01 giugno 2018