Finanza: Fotografia della situazione a Novembre

Visione generale, Inflazione e principali mercati, analisi del ns. referente finanziario Dario Viganò

Commento generale sui mercati e inflazione

Il 2022 è ormai agli sgoccioli. Durante l’anno l’economia globale è stata segnata dalle turbolenze sul fronte geopolitico, da una crescita deludente, dall’impennata dell’inflazione e dal rialzo dei tassi di interesse più repentino degli ultimi decenni. Gli asset finanziari sono decisamente provati.

Dopo i consistenti rally del 2020 e del 2021, dall’inizio del 2022 l’azionario globale perde oltre il 20%. Le obbligazioni mondiali, che di norma offrono stabilità nei periodi critici, attraversano l’anno peggiore dal 1926.

Che cosa ci aspetta dunque? Di sicuro le difficoltà fanno parte della vita dell’investitore, ma ultimamente le notizie finanziarie sembrano più favorevoli, in parte perché ora le attese sono molto modeste.

Nelle ultime sedute, i mercati finanziari hanno mostrato una sorprendente resistenza a questo accumulo di rischi geopolitici ed economici asimmetrici.

Con la previsione di un picco dei tassi d'interesse, gli investitori tornano a concentrarsi sulle obbligazioni, che hanno registrato i primi flussi positivi da 8 settimane.

 

Inflazione

In estrema sintesi, possiamo descrivere l’attuale contesto di inflazione elevata come uno squilibrio tra domanda e offerta inatteso e difficile da gestire. L’inflazione dei prezzi al consumo, che in alcuni Paesi ha raggiunto la doppia cifra, indica che molte economie non si trovano più in una situazione di equilibrio. Secondo le regole di base, la ricetta per combattere l’inflazione è ridurre la domanda e incrementare l’offerta. Certo, questo rappresenta lo scenario ideale, ma in concreto come potrebbe delinearsi il percorso di ritorno ad una situazione di equilibrio? Quando si parla di frenare la domanda le banche centrali rivestono un ruolo fondamentale, in particolare in riferimento alle decisioni sui tassi. L’inasprimento di questi ultimi, infatti, comporta un rincaro per tutte le tipologie di credito: la domanda di beni strumentali, beni di consumo e abitazioni, a parità di condizioni, diminuisce. Tuttavia, gli effetti dei rialzi dei tassi non sono immediati ma possono arrivare anche a distanza di diversi mesi.

Stati Uniti

Lo stato di salute dell’economia statunitense resta discreto, ma le condizioni si stanno deteriorando e il rallentamento della domanda interna dovrebbe accentuarsi nel corso di questo ultimo trimestre.

Se utilizziamo la definizione teorica di recessione, ovvero due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL reale, allora gli Stati Uniti sono in recessione. Tuttavia, le recessioni sono solitamente accompagnate da un forte aumento del tasso di disoccupazione, cosa che non si è verificata in quanto il tasso di disoccupazione è ai minimi da molto tempo.

Sarà necessario un aumento del tasso di disoccupazione prima che l'output gap, ovvero la differenza tra la produzione effettiva di un'economia e la sua produzione potenziale inizi a ridursi.

La performance particolarmente negativa dei mercati è tipica di un contesto di stagflazione (inflazione + recessione).

Si auspica il ritorno di maggior stabilità nei prossimi trimestri. Per gli investitori, in questo caso, significherebbe un ritorno a dinamiche più comuni, in un contesto in cui le azioni offrono interessanti opportunità di acquisto.

Il recupero potrebbe essere più consistente nel momento in cui la Fed dichiarerà di avere terminato il ciclo di rialzo dei tassi e si metterà in una posizione di attesa. Questo momento potrebbe arrivare ad inizio 2023. Nulla però vieta che un mercato impaziente, liquido e ipervenduto voglia anticipare una parte di questo movimento.

Europa

Come da attese e in sintonia con le principali Banche Centrali, la BCE ha deciso ieri di alzare nuovamente il livello dei tassi di interesse in misura pari a 75bps, portando il tasso di riferimento al 2%.

Christine Lagarde ha inoltre sottolineato che una delle considerazioni chiave che guideranno le decisioni future della banca centrale sarà il potenziale impatto di una recessione sull’inflazione.

La BCE sembra più preoccupata riguardo alle prospettive della crescita e si aspetta un ulteriore indebolimento dell'attività economica negli ultimi mesi del 2022 e nei primi mesi del 2023. Il principale rischio è rappresentato dal protrarsi ancora a lungo della guerra in Ucraina e dall’aumento dei prezzi degli alimentari e dell’energia. I progressi sul fronte della ricostituzione delle scorte e del taglio della domanda non possono escludere un razionamento.

Nei mesi scorsi la crescita ha tenuto grazie ai consumi privati, e in particolare alla spesa per servizi, ma la sensazione è che la spinta si stia esaurendo.

L'inflazione elevata, che potrebbe superare il 10% a breve, è destinata a far salire ulteriormente i tassi d'interesse anche in Europa. 

Italia

Anche il mercato italiano sta attraversando un momento incerto, dettato principalmente dall’aumento dei prezzi energetici, dalle politiche della Banca Centrale Europea per rispondere all’inflazione, dal cambio di governo e dai rischi geopolitici mondiali.

Per quanto riguarda lo scenario di governo, Giorgia Meloni si è impegnata a seguire il percorso fiscale tracciato da Mario Draghi, come dimostra in primis l’annuncio che non ci saranno scostamenti di bilancio, tranquillizzando così i mercati.

Regno Unito

Nel Regno Unito è attualmente prevista una contrazione dell'economia fino allo 0,5% nel 2023.

Qui l'inflazione ha superato il 10% a settembre, mentre i tassi d'interesse potrebbero raggiungere il 5% all'inizio del prossimo anno.

Il fallimento del piano di crescita del governo non ha fatto che aumentare la pressione sulla Bank of England, la quale è intervenuta per scongiurare una crisi potenziale del mercato dei fondi pensione a seguito dell'impennata subita dai rendimenti obbligazionari. 

Cina

In Cina è attesa una modesta accelerazione dopo la frenata dovuta alla recrudescenza della pandemia.

Xi Jinping è stato confermato segretario generale del Partito comunista cinese e presidente della Cina per il terzo mandato quinquennale consecutivo.

Con la conclusione del Congresso, dovrebbe emergere il percorso di uscita dalla politica di Zero Covid e, dal punto di vista geopolitico, l'incontro tra i Presidenti Xi e Biden in vista del Summit G20 a Bali potrebbe rappresentare un passo in avanti verso un riappacificamento delle relazioni.

In Cina la ripresa economica sarà graduale, per cui resta importante un posizionamento difensivo. Le preoccupazioni potrebbero diminuire quando un sostegno più costruttivo renderà chiaro che l'economia non è stata messa in secondo piano.

La Banca Popolare Cinese (PBOC) possiede ancora tutti gli strumenti per sostenere la crescita laddove necessario.

I mercati, tuttavia, hanno venduto. Secondo i report dei broker, circa l'80% delle vendite proviene da investitori basati negli Stati Uniti ed in Europa a differenza degli investitori nazionali che hanno continuato ad acquistare.

Conclusione

Il fatto che i mercati abbiano già prezzato molte negatività e che gli indicatori abbiano raggiunto livelli estremi induce gli analisti a tornare moderatamente ottimisti nei giudizi sull’azionario, mentre sul fronte obbligazionario continuiamo a monitorare i livelli interessanti dei rendimenti che hanno indotto molti risparmiatori a prendere in considerazione questa alternativa dimenticata negli ultimi anni.

Dario Viganò

Dario Viganò Referente Federmanager Como per il Servizio Finanziario