Considerazioni e proposte riguardanti i controlli finalizzati al rispetto delle condizioni di sicurezza ed igiene del lavoro. Ministero del Lavoro, 26 febbraio 2020

Questo è il quarto articolo del breve ciclo di articoli sul tema Sicurezza ed igiene sul lavoro curato da Massimo Melega, che riprende i testi proposti in alcuni incontri avuti nel ruolo di vicepresidente nazionale CIDA (Confederazione Italiana Dirigenti ed Alte professionalità). Si tratta di note presentate agli Organi di Governo nel corso di interlocuzioni sul tema con Ministri e Commissioni parlamentari, che toccano alcuni aspetti “caldi”, propedeutici all’elaborazione di disegni di legge e provvedimenti governativi sull’argomento. In questo articolo riprendiamo una nota prodotta per l’incontro avuto presso il Ministero del Lavoro, a Roma, il 26 febbraio 2020, in merito ai controlli finalizzati al rispetto delle condizioni di sicurezza ed igiene del lavoro.

Massimo Melega

Premesse


Stiamo affrontando un “capitolo della sicurezza” tra i più critici e di più complessa gestione.
Bertrand Russel diceva: “la cosa seccante di questo mondo è che gli imbecilli sono sicuri di sé, mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi”.
In effetti, l’atteggiamento del controllore, per poter essere efficace, dovrebbe essere improntato ad umiltà e sana curiosità.
Che i controlli condotti sul campo (le aziende) siano necessari è opinione condivisa.
Perché gli stessi siano efficaci al miglioramento della Sicurezza ed igiene sul lavoro dipende moltissimo da alcuni fattori:
  • Competenze tecniche del controllore;
  • Approccio relazionale nei confronti dell’Ambiente oggetto della visita;
  • Onestà intellettuale e disponibilità a comprendere (senza necessariamente giustificare) le situazioni nelle quali si va ad operare.
Massimo Melega, Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna

Massimo Melega, Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna

Le competenze tecniche

Abbiamo talvolta constatato come la scarsa competenza su determinate problematiche impiantistiche, piuttosto che l’applicazione acritica – non ragionata – della norma possa dare luogo a prescrizioni inutili, quando non dannose.
Occorre che il Controllore abbia un percorso di studi adeguato (quando si entra in contesti industriali, sarà raccomandabile la presenza nel team di controllori di un ingegnere della branca specifica, e/o di un laureato in chimica, ad esempio, quando si entra in laboratori od impianti di processo).
Sarà inoltre indispensabile una corposa pregressa esperienza (preferibilmente maturata in contesti industriali sia privati che pubblici), che consenta la comprensione profonda delle situazioni.
Infine il Controllore dovrà aver maturato un adeguato senso critico, che consenta l’opportuna applicazione delle norme non disgiunta dalla finalità che si vuole ottenere – il miglioramento della Sicurezza ed Igiene del lavoro, nel rispetto delle Persone e dell’Ambiente.

L'approccio relazionale

In precedenti documenti si è fatto cenno all’importanza del “rinforzo” quale prezioso strumento per “aprire le porte della mente” dell’interlocutore.
Ecco allora che – pur trattandosi di controlli ispettivi – si avrà maggiore facilità di comprensione delle eventuali criticità se verrà abbandonata la modalità – percepita come “poliziesca” nel senso deteriore del termine – di attuazione dei controlli.   Non stiamo parlando di come impostare la sequenza operativa: è chiaro che in certe situazioni i controlli dovranno avvenire “a sorpresa”, e che i colloqui con determinati soggetti andranno condotti in modalità protetta e singolarmente.
Interessa invece come il Controllore deve porsi nei confronti dell’Ambiente nel quale irrompe: predisposizione all’ascolto, rispetto delle Persone, grande maturità e capacità di comprendere le situazioni saranno indispensabili – anche per non far chiudere “a guscio” l’interlocutore.

Onestà intellettuale

Non è affatto scontato che il Personale che effettua i controlli sia naturalmente pronto a svolgerli con la caratura morale necessaria.   Per questo, le selezioni dovranno essere estremamente severe e fare ricorso ad approfondite analisi sulla personalità degli Individui selezionati.

Controllo o consulenza?

E’ molto difficile – tecnicamente parlando – che un addetto ai controlli su problematiche di sicurezza ed igiene di impianti o situazioni produttive possa svolgere analisi attendibili e possa quindi applicare sensatamente le norme senza avere egli stesso esperienza e pratica costante di soluzione di quelle stesse o di similari situazioni.
Per questo, oltre alla necessità di reclutare Personale dotato di adeguata esperienza e spessore, non è affatto contraddittorio prevedere che lo stesso personale addetto ai controlli possa effettuare – per conto dell’Ente pubblico dal quale dipende – consulenze per le Aziende.
Ciò potrà soltanto accrescerne l’esperienza e – di conseguenza consentire la messa in atto di modalità di controllo che possano veramente contribuire a far crescere la Sicurezza ed Igiene negli ambienti di lavoro.

Chi controlla il controllore?

Trattandosi di un'attività così delicata, non può essere lasciata solo alla professionalità ed alla correttezza dei singoli Operatori.
Occorre predisporre un sistema di audit periodici che garantiscano la qualità e la correttezza dei servizi erogati, oltre che l’aggiornamento costante del Personale.
Esattamente come nei Sistemi di Gestione diffusi in ambito aziendale, dobbiamo assicurare i livelli di erogazione del Servizio pubblico rispetto a standard misurabili, consentendo all’intera platea dell’utenza di poter contare su interlocutori seri ed affidabili.