Editoriale - Analisi del rendiconto sociale regionale INPS 2024
Quando il gioco si fa duro...
di Massimo Melega
I dati del rendiconto sociale regionale INPS 2024 descrivono una situazione di sostanziale tenuta dell’occupazione, nonostante le gravi insidie che circondano la nostra economia ed il nostro Paese, e che mettono a dura prova le nostre Aziende industriali.
Con un saldo positivo di 25.372 nuovi occupati su tutti i settori di attività, ed un +2301 nel settore di nostro principale interesse, quello manifatturiero, si può dire - riprendendo le parole del Presidente di Confindustria Romagna, Mario Riciputi, durante la cerimonia di consegna del premio EXCELSA (venerdì 10 ottobre) – che la nostra Regione non sta dimostrando semplice resilienza, che presuppone un ritorno allo stato precedente dopo una perturbazione.
In realtà, il nostro sistema industriale sta reagendo con una “resistenza” che, sia pure in termini di decimali, significa lenta espansione.
Il tasso di disoccupazione della Regione è calato al 4,3 %, contro il 5% del 2023 e del 2024.
E ci sono anche altri indicatori incoraggianti: la percentuale dei neet della regione è la più bassa (9,6%) dopo quella del Trentino Alto-Adige (7,7%), a fronte di una media nazionale del 15,2%.
Con un saldo positivo di 25.372 nuovi occupati su tutti i settori di attività, ed un +2301 nel settore di nostro principale interesse, quello manifatturiero, si può dire - riprendendo le parole del Presidente di Confindustria Romagna, Mario Riciputi, durante la cerimonia di consegna del premio EXCELSA (venerdì 10 ottobre) – che la nostra Regione non sta dimostrando semplice resilienza, che presuppone un ritorno allo stato precedente dopo una perturbazione.
In realtà, il nostro sistema industriale sta reagendo con una “resistenza” che, sia pure in termini di decimali, significa lenta espansione.
Il tasso di disoccupazione della Regione è calato al 4,3 %, contro il 5% del 2023 e del 2024.
E ci sono anche altri indicatori incoraggianti: la percentuale dei neet della regione è la più bassa (9,6%) dopo quella del Trentino Alto-Adige (7,7%), a fronte di una media nazionale del 15,2%.
Massimo Melega, Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna
Tutto bene, allora? Non proprio: aumentare in termini di decimali non ci garantisce il futuro, anzi: molti Paesi stanno crescendo con percentuali di numeri interi, e “riacchiapparli” sarà molto difficile.
Non ci possiamo nascondere dietro la nostra pure straordinaria capacità di reazione all’emergenza, alla propensione ad adattarsi in contesti mutevoli, o alla stima della quale vengono fatti oggetto i nostri laureati all’estero, ecc.
Dobbiamo davvero fare un salto di qualità, imparare a sistematizzare l’eccellenza.
Diventare più “pignoli”? Certo, ma soprattutto porci sempre di più l’obiettivo di mettere a sistema i nostri sforzi, rendendoli strutturati e fruibili per chi lavora con noi, e per la filiera nella quale siamo inseriti.
Perché se “piccolo è bello”, “grande lo è di più”, e in attesa di diventare grandi, la sopravvivenza è legata anche alla capacità di unire gli sforzi con chi abbiamo vicino.
È un po’ come quando in Azienda hai un “professional” bravissimo, ma che tiene per sé tutto quello che sa, pensando di valere di più - in quanto insostituibile. Costui invece danneggia l’azienda per la quale lavora, mettendola gravemente a rischio. Molto meglio un Collega meno bravo, ma che sappia far crescere chi ha intorno.
Lo sappiamo bene noi manager: il nostro compito principale è quello di far funzionare bene le cose anche se non ci siamo, e quindi di creare i presupposti per renderci “inutili”.
I “Sistemi di Gestione” servono a questo, ma in certi ambienti sono ancora considerati degli inutili orpelli, mentre quando ben capiti ed implementati, diventano un formidabile propulsore aziendale.
Per questo non dobbiamo avere paura di far crescere “troppo” un elemento della nostra filiera: ne trarremo vantaggi anche noi, persino maggiori di quelli che ne ha tratto lui.
E poi viviamo in un Paese dotato di importanti infrastrutture tecnologiche: grazie al supercomputer Leonardo ed a quello Eni, oggi ci contendiamo con la Germania il 3-4° posto nelle capacità di calcolo, davanti a Francia e Gran Bretagna!
Dobbiamo sfruttare al meglio i nostri vantaggi competitivi, per passare dai decimali alle unità.
Avanti tutta!
Non ci possiamo nascondere dietro la nostra pure straordinaria capacità di reazione all’emergenza, alla propensione ad adattarsi in contesti mutevoli, o alla stima della quale vengono fatti oggetto i nostri laureati all’estero, ecc.
Dobbiamo davvero fare un salto di qualità, imparare a sistematizzare l’eccellenza.
Diventare più “pignoli”? Certo, ma soprattutto porci sempre di più l’obiettivo di mettere a sistema i nostri sforzi, rendendoli strutturati e fruibili per chi lavora con noi, e per la filiera nella quale siamo inseriti.
Perché se “piccolo è bello”, “grande lo è di più”, e in attesa di diventare grandi, la sopravvivenza è legata anche alla capacità di unire gli sforzi con chi abbiamo vicino.
È un po’ come quando in Azienda hai un “professional” bravissimo, ma che tiene per sé tutto quello che sa, pensando di valere di più - in quanto insostituibile. Costui invece danneggia l’azienda per la quale lavora, mettendola gravemente a rischio. Molto meglio un Collega meno bravo, ma che sappia far crescere chi ha intorno.
Lo sappiamo bene noi manager: il nostro compito principale è quello di far funzionare bene le cose anche se non ci siamo, e quindi di creare i presupposti per renderci “inutili”.
I “Sistemi di Gestione” servono a questo, ma in certi ambienti sono ancora considerati degli inutili orpelli, mentre quando ben capiti ed implementati, diventano un formidabile propulsore aziendale.
Per questo non dobbiamo avere paura di far crescere “troppo” un elemento della nostra filiera: ne trarremo vantaggi anche noi, persino maggiori di quelli che ne ha tratto lui.
E poi viviamo in un Paese dotato di importanti infrastrutture tecnologiche: grazie al supercomputer Leonardo ed a quello Eni, oggi ci contendiamo con la Germania il 3-4° posto nelle capacità di calcolo, davanti a Francia e Gran Bretagna!
Dobbiamo sfruttare al meglio i nostri vantaggi competitivi, per passare dai decimali alle unità.
Avanti tutta!
03 dicembre 2025
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