Filo Diretto Dirigenti Settembre 2022
Sono finite per i più e anche per la nostra struttura le vacanze estive più imprevedibili degli ultimi decenni. Gli eventi climatici estremi ed improvvisi, la situazione pandemica in costante evoluzione, un conflitto in Europa che non accenna a spegnersi, sia sul fronte bellico che sul fronte dei costi energetici, con una prevedibile impennata inflazionistica, la crisi del nostro Governo: immaginavo che tutto questo portasse a vivere una situazione vacanziera “in difesa” per la maggioranza, cosa che -dati alla mano- non è si è verificata.
Andrea Molza
Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna
La maggior parte di noi ha voluto realmente staccare in ogni caso e lo ha fatto in modo più consapevole e mirato, magari per meno tempo, non lasciandosi incantare dalle proposte di “tendenza”, ma scegliendo il riposo della mente e dell’anima, che si ottiene cercando quello che realmente ci piace, spesso in famiglia o con le persone care.
Dal punto di vista economico-aziendale, in un momento come questo, non si può più ragionare in ottica di guadagno, ma di sopravvivenza; dal punto di vista personale, non si vive ricercando la novità, ma si filtrano le esperienze attraverso la lente dei rapporti di prossimità conosciuti e sicuri, quelli della famiglia, degli amici e degli affetti in generale.
All’idea che da soli ce la si può fare si è sovrapposta l’idea dell’affidarsi (per chi crede) e la forza del gruppo e dell’insieme rispetto al singolo.
Personalmente, quest’anno le vacanze sono state realmente vacanze: sono partito senza la percezione di perdere occasioni da cogliere, ma con la consapevolezza che sarebbe stato meglio affrontare le ineluttabili difficoltà settembrine riposato e lucido.
Sono convinto che questo insieme di “cigni neri” così ravvicinati e interconnessi porterà delle risposte concrete da parte della politica italiana, europea e mondiale, rompendo l’adagio pirandelliano del “cambiare perché tutto rimanga uguale”. Solo quando è inevitabile si cambia e tutti ci stiamo accorgendo che le basi dell’economia e della nostra società stanno cedendo. La politica condizionata dalle lobby non può reggere, soprattutto perché le lobby stanno prendendo coscienza che il loro esasperato bisogno di guadagnare danneggia soprattutto se stesse.
I grandi capitali che fino ad oggi hanno visto il mondo come obiettivo di ricche speculazioni sono diventati consapevoli che oggi l’obiettivo diventa la sopravvivenza; da qui l’apertura a investire solo dove il ritorno sia positivo per tutti i portatori di interesse.
Siamo strettamente interconnessi e oggi lo viviamo sulla nostra pelle: la guerra che sembrava lontana è invece molto vicina e non si risolverà solo con la vittoria sul campo di battaglia. Ci stiamo convincendo che se la politica ultimamente non ha forgiato una generazione di statisti, forse sarà in grado di farlo questa guerra: la speranza è che questa “tremenda esperienza” possa far rinascere uomini e donne in grado di incarnare gli ideali della democrazia. L’ineluttabilità delle decisioni da prendere potrà essere quel cambiamento di visione globale, in grado di portare non solo la pace vicino a noi, ma anche in tutti quei paesi lontani (più di cinquanta) dove sono in corso da tempo conflitti. È in gioco la sopravvivenza del pianeta.
Mi piace pensare che andando in vacanza quest’anno ci si sia portati dietro soprattutto la speranza e la voglia di ricominciare a lavorare insieme per un futuro migliore.
In fondo i nostri genitori alla fine della guerra avevano perso molto, ma molti non avevano perso la speranza.
Insieme tutto è possibile!
I grandi capitali che fino ad oggi hanno visto il mondo come obiettivo di ricche speculazioni sono diventati consapevoli che oggi l’obiettivo diventa la sopravvivenza; da qui l’apertura a investire solo dove il ritorno sia positivo per tutti i portatori di interesse.
Siamo strettamente interconnessi e oggi lo viviamo sulla nostra pelle: la guerra che sembrava lontana è invece molto vicina e non si risolverà solo con la vittoria sul campo di battaglia. Ci stiamo convincendo che se la politica ultimamente non ha forgiato una generazione di statisti, forse sarà in grado di farlo questa guerra: la speranza è che questa “tremenda esperienza” possa far rinascere uomini e donne in grado di incarnare gli ideali della democrazia. L’ineluttabilità delle decisioni da prendere potrà essere quel cambiamento di visione globale, in grado di portare non solo la pace vicino a noi, ma anche in tutti quei paesi lontani (più di cinquanta) dove sono in corso da tempo conflitti. È in gioco la sopravvivenza del pianeta.
Mi piace pensare che andando in vacanza quest’anno ci si sia portati dietro soprattutto la speranza e la voglia di ricominciare a lavorare insieme per un futuro migliore.
In fondo i nostri genitori alla fine della guerra avevano perso molto, ma molti non avevano perso la speranza.
Insieme tutto è possibile!
02 settembre 2022