Un nuovo Presidente... Cosa dobbiamo aspettarci?

Primo editoriale del neoeletto Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna, Ing. Massimo Melega.

di Massimo Melega

Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna

Partiamo da ciò di cui disponiamo, ovvero una Struttura composta da Colleghe/i motivati, competenti e con una dedizione esemplare al servizio dei nostri Associati: un’autentica “macchina da guerra” (in senso buono, non faremo la guerra a nessuno, anzi…). 
Come tutte le “macchine” (alla fine sono poi sempre un ingegnere meccanico, no?) anche la nostra va curata, con una attenzione costante, rifornendo la “componentistica” corretta, ottimizzandone le prestazioni, seguendo – e quando possibile precorrendo – le innovazioni tecnologiche. Senza mai dimenticare che queste Persone sono il nostro vero Capitale su cui investire e costruire un futuro migliore per i nostri Associati.

Perché la prima missione che abbiamo è proprio il Servizio ai nostri Associati, che ci chiedono competenza, impegno ed approccio premuroso.
Massimo Melega, Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna

Massimo Melega, Presidente Federmanager Bologna - Ferrara - Ravenna

E poi il disegno del futuro della nostra Territoriale, della Federazione della quale la nostra Territoriale è parte (Federmanager), della Confederazione alla quale Federmanager aderisce (CIDA, il braccio “politico” – non partitico – delle Federazioni/Associazioni che ne fanno parte, tra le quali Federmanager è lo “shareholder” principale).

Qui entrano in scena gli Organi di Governance, che “saliranno sulle spalle” delle/dei Colleghe/i che li hanno preceduti per spingersi ancora oltre, facendo tesoro di quanto realizzato dai precedenti Presidenti, Vicepresidenti e Consigli direttivi. Come i Colleghi già sanno, questo sarà un Consiglio direttivo molto coinvolto sulle attività “sul terreno”, con Istituzioni ed Aziende.

Con una configurazione che abbiamo visto essere particolarmente efficace. Un’organizzazione che provvede all’attività amministrativa ed ai servizi e tre Sedi Territoriali che si dedicano ai Colleghi di Bologna, Ferrara e Ravenna, organizzando attività ed eventi comuni o specifici – comunque coordinati – moltiplica la forza della Territoriale, che si esprime in iniziative e contatti utili.
Insomma, vi sono le premesse per crescere.

Perché proprio la crescita associativa è il nostro primo obiettivo tattico, funzionale all’ascolto che la Territoriale e la Federazione possono ricevere dalle Istituzioni.

Non dimentichiamo che la rappresentatività è presupposto fondamentale per influire sulle scelte in carico agli Organi di governo, ed il fatto di poter rappresentare tutti o quasi le/i Colleghe/i appartenenti alla nostra. categoria è dirimente nel “peso” che possiamo avere nelle scelte normative e nelle azioni concrete al servizio delle Imprese e della collettività.

Ed il secondo è il CCNL, perché risponda sempre di più alle esigenze degli Associati – e delle Aziende, perché non dobbiamo mai dimenticarci che una buona negoziazione consente ad entrambi gli Attori di uscirne con vantaggi reciproci.
E poi dobbiamo attuare serie azioni di protezione e supporto per i Colleghi più esposti e soggetti ad attacchi (Pensionati, Colleghe, Colleghi in fase di ricerca di nuove opportunità o soggetti a vessazioni, ecc.).

E soprattutto dovremo rinsaldare il legame con le Imprese e gli Imprenditori, per i quali siamo una risorsa preziosa, che può veramente fare la differenza. Ci ripromettiamo di incrementare le conoscenze delle opportunità e dei vantaggi che il “sistema” Federmanager, con gli Enti ed i Fondi propri o condivisi con Confindustria e Confapi, mette a disposizione di Colleghi ed Aziende.

E poi i legami con il nostro Territorio: Bologna, Ferrara, Ravenna rappresentano autentiche miniere culturali, dalle quali è possibile “estrarre” massicci quantitativi di idee e di opportunità per la Regione e per il Paese. Spesso, parlando con stranieri – colleghi o turisti che siano – mi sorprende vedere che non hanno alcuna idea del contesto culturale ed industriale nel quale ci troviamo, della storia e di come  la nostra Regione sia diventata uno dei principali “motori industriali” (e culturali, ricordiamo il “liber paradisus”) europei, partendo dall’acqua di canali che neppure si vedono, ma attraversano le città, e che da secoli, molto prima del “green deal” venivano usati per fornire potenza alle macchine (mulini, filatoi, fino ai primi generatori idroelettrici dell’800), dall’innata passione meccanica delle nostre genti, dalla capacità di dare vita a soluzioni innovative di problemi complessi.

Ed allora: con questi presupposti non resta che augurare buon lavoro a tutti: questa sarà una corsa che vinceremo insieme!