Iniziative e scelte per risolvere in tempi brevi la criticità attuale del Passante con una soluzione nel tempo sostenibile

Riportiamo a seguire una sintesi dell’intervento tenuto dall’Ing. Romano Stefanelli, al Convegno “Bologna: nodo stradale della viabilità nazionale”, svolto il 26 marzo 2019 al Cinema Teatro Galliera e organizzato da Federmanager Bologna – Ravenna e Ordine degli Ingegneri di Bologna. Al Convegno hanno partecipato come relatori, oltre all’Ing. Stefanelli, la Prof.ssa Simona Tondelli, l’Ing. Giovanni Salizzoni e l’Ing. Massimo Kolletzek.

di Romano Stefanelli

La priorità assoluta del nodo bolognese è quella di fluidificare il traffico sulla tangenziale nelle ore di punta.
Qualunque intervento migliorativo della viabilità deve rispettare un precetto assoluto: NON INTERFERIRE CON LA VIABILITA’ ESITENTE o quanto meno IMPATTARE IL MENO POSSIBILE con gli attuali tracciati sia della tangenziale che dell’autostrada.
Qualsiasi intervento che interferisca per molto tempo, anche solo su tratti delle carreggiate esistenti peggiora la percorribilità.
Ing. Romano Stefanelli, relatore al Convegno

Ing. Romano Stefanelli, relatore al Convegno "Bologna: nodo stradale della viabilità nazionale"

L’appassionato dibattito che si è scatenato da un anno a questa parte sarebbe stato più opportuno (e avrebbe meritato grande rispetto ed attenzione) se si fosse svolto 30 anni fa.
Ma nella seconda metà degli anni ’80 nonostante i pregevoli tentativi della Società Autostrade per allargare la sede del tracciato autostrada / tangenziale (con ampie fasce boscate ai lati) trovò l’opposizione frontale del Sindaco Imbeni che sosteneva che bastava partire mezz’ora prima e non ci sarebbero stati problemi di percorrenza fra Casalecchio e San Lazzaro.
A questo rinvio “sine die” del Sindaco, si aggiunse l’eccessiva valorizzazione della vocazione policentrica perseguita dalla Regione, che relegò Bologna in posizione marginale rispetto alle altre città dell’Emilia, prima, e  poi della Romagna.
Ha prevalso cultura del non fare.

Il grande malessere che caratterizza la vita bolognese oggi ha quindi origini abbastanza remote e ben definite, non è una calamità capitata all’improvviso.
La stessa soluzione recentemente proposta - Passante Nord - risentiva dell’urgenza e di approssimazione progettuale. Ringrazio e sarò sempre grato al “Comitato contro il Passante Nord” per l’impegno profuso e soprattutto per essere riuscito ad evitare che decine di ettari di terreni fra i più fertili al mondo venissero brutalizzati per realizzare una viabilità assolutamente superflua
.
La soluzione per decongestionare il traffico stradale del più importante nodo viario italiano non può essere ricercata in modo semplicistico sviluppando uno solo dei settori della mobilità sul territorio, né può essere realizzata in tempi brevi, se si considerano i tempi di cantiere e gli impegni finanziari.
Diviene inderogabile disporre di una lucida visione strategica:
  • cosa realizzare per ottenere un risultato efficace e duraturo;
  • quali opere realizzare prioritariamente per avere in tempi brevi un tangibile miglioramento;
- per chi passa per il nodo di Bologna, ma non si ferma;
- per i pendolari, che quotidianamente si muovono per raggiungere il luogo di lavoro e per rientrare alla propria abitazione;
  • passare alla realizzazione dell’opera strategica, attuarla in tempi ridotti e limitando al minimo le interferenze con la viabilità esistente.
Bologna è il più importante nodo infrastrutturale fra il Nord ed il Centro Sud Italia, in quanto tale necessita di lungimiranza per guardare con serenità al futuro della circolazione bolognese.
Tutte le soluzioni che prevedono di intervenire solo sull’attuale tracciato tangenziale-autostrada, a parte le devastanti conseguenze dovute alla presenza dei cantieri, sono comunque affette da grave miopia e potranno dare benefici solo per un breve lasso di tempo.
Ben diversa fu la visione della giunta Fanti che realizzò, negli anni ’60, l’attuale tangenziale.
Bisogna tornare a quelle visioni che consentono di guardare al futuro lontano.
Bologna necessita di un GRANDE RACCORDO ANULARE per dare respiro sia alla mobilità nazionale ed europea che per agevolare l’operosità e la vivibilità dei cittadini bolognesi, garantendo anche maggiore sicurezza e migliore qualità ambientale per tutto il territorio.


Per realizzare il grande raccordo anulare appare strategico il PASSANTE SUD, che in base all’ultimo progetto particolareggiato, avrebbe una lunghezza complessiva di 14 km di cui 11 in galleria, un viadotto di 400 m per l’attraversamento del Reno ed i necessari svincoli per collegarsi al sistema autostradale, oltre che per raccordarsi con la tangenziale.

Passante Sud

Passante Sud

L’opera, realizzabile in 2 anni con interferenze marginali con la viabilità esistente, avrebbe un impatto molto modesto sull’ambiente e quasi nessun problema di espropri. Il costo stimato è di circa 1 miliardo di euro. Il collegamento previsto partirebbe all’incirca dall’area di servizio Cantagallo per arrivare al casello di Bologna San Lazzaro.
La realizzazione del passante sud sarebbe inoltre un toccasana sia per il nodo di Casalecchio di Reno che per le valli della montagna bolognese, il cui territorio è stato escluso dalla programmazione infrastrutturale da troppo tempo.
In attesa della realizzazione del Passante Sud e del completamento del Raccordo Anulare, bisogna intervenire con urgenza per fluidificare il traffico della tangenziale ed alleviare le criticità da anni esistenti. Gli interventi dovranno essere caratterizzati da basso impatto sulle carreggiate esistenti e si dovranno realizzare anche tutte le opere di adduzione promesse.

A sostegno dell’opera strategica e sempre prima della sua realizzazione è indispensabile avviare a soluzione le “inefficienze del sistema” che penalizzano Bologna e la sua area metropolitana:

  • la conflittualità fra la mobilità pubblica e quella privata;
  • i costi eccessivi sia per i mezzi pubblici che per quelli privati;
  • il rilevante impatto ambientale come conseguenza di un sistema a bassa efficienza.
I settori su cui agire si possono distinguere in:
  • riorganizzazione dell’esistente (costi contenuti e tempi di attuazione rapidi):
    • riduzione dei tempi di permanenza dei mezzi sulla strada (a regime in 6 mesi);
    • completa riorganizzazione della rete di trasporto pubblico (trasformandola in un sistema basato su coincidenze);
  • interventi strutturali sulla viabilità urbana (costi più elevati, realizzazione in circa 5 anni, scaglionando gli interventi):
  • nuovi parcheggi intermodali multipiano;
  • intersezioni su più livelli degli incroci ad alta congestione;
  • campagna di rieducazione al rispetto delle regole di circolazione (rivolta in particolare a ciclisti e pedoni);
  • noleggio flessibile di auto e bici (il mezzo più idoneo, dove serve e quando serve);
  • mezzi mobili con forza motrice alternativa (a maggiore efficienza ed efficacia).


Avviate, e possibilmente ultimate, queste fasi decisamente basilari e realizzate tutte le connessioni per la fruibilità del grande raccordo anulare, si potrà passare alle opere di rifinitura che possono ulteriormente migliorare/ottimizzare il traffico nel nodo bolognese, quali un allargamento della platea viaria all’interno dell’attuale sedime autostrada-tangenziale, come già proposto dal Comitato per l’alternativa al Passante Nord.


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