La riscoperta di Ugo Guidi: tre mostre a Bologna e Comacchio in occasione del centenario della nascita del pittore

Ripercorriamo la vita dell'artista bolognese Ugo Guidi in occasione dell'avvicinarsi del centenario della sua nascita. Tre le mostre in programma tra Bologna e Comacchio per ricordare la sua opera.

I trepponti_ Ugo Guidi, 1965

I trepponti_ Ugo Guidi, 1965

di Loris Pellegrini

Associato Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna
Ugo Guidi, nato a Comacchio il 20 Marzo 1923, si trasferì a Ferrara con la famiglia quando aveva solo tre anni, sino alla frequentazione delle scuole elementari. Nel 1933, il padre ottenne un impiego a Bologna e vi si trasferì con la famiglia e con Ugo, che studiò e visse sempre nella nostra città, ad esclusione di alcuni anni durante la guerra, in cui si rifugiò a San Giuseppe vicino a Comacchio, trovando poi al ritorno a Bologna la casa di via Belle Arti distrutta dai bombardamenti.

Già iscritto all’Accademia delle Belle Arti dal 1940, al corso di decorazione, conseguì negli anni successivi diversi premi: il premio “Dante Trebbi” per l’architettura; successivamente il “Tullo Moy” per il paesaggio; quindi il premio “Bevilacqua” per la figura. Ottenne anche una borsa di studio ministeriale nel ’42-’43 e vari passaggi “ad honorem”, presentando lavori ai suoi insegnanti in Accademia, Giovanni Romagnoli e Giorgio Morandi.
Di quest’ultimo si ricorda che, avendo in grande stima l’allievo Ugo ed invece una notevole antipatia del suo collega d’insegnamento Virgilio Guidi, quando qualcuno gli parlava di Guidi chiedeva “parli di quello bravo?” intendendo Ugo.

Loris Pellegrini

Loris Pellegrini

Guidi seguì in Accademia anche i corsi di pittura e scultura di Guglielmo Pizzirani e di Cleto Tomba e frequentò assiduamente l’ambiente, essendo stato per diversi anni assistente dello stesso Prof. Romagnoli, fino alla nomina a professore con cattedra al Liceo artistico di Bologna (1952 – 1982). In questi anni, pur molto impegnato nella scuola, riuscì a portare a termine un lavoro che gli prese due anni interi tra bozzetti, studi, disegni preparatori e realizzazione: le due pitture murali al Palazzo delle Poste di Reggio Emilia. Si impegnò anche in alcune opere religiose, come le due pale d’altare della chiesa di Cristo Re di Bolzano, la Santa Teresa in San Martino di Bologna, il Sacro Cuore nella chiesa di San Pietro a Cesena e vari cartoni per i mosaici della chiesa di Sasso Marconi.
In quegli anni divenne membro dell’Accademia Clementina ed entrò nel Consiglio direttivo dell’Associazione Francesco Francia, con la quale organizzò per molto tempo, con il prezioso aiuto del ragionier Mazzocco, varie importanti mostre dei pittori bolognesi di inizio ‘900, iniziando da quella dedicata ad Alfredo Protti, nel 1950.
Melograni nel bacile (anni '90), olio su tela, cm 35X50

Melograni nel bacile (anni '90), olio su tela, cm 35X50

In quel periodo Guidi non fece mostre personali e raramente presentò qualche opera, in occasione di mostre collettive. Si ricorda una natura morta che fu acquistata da un collezionista su suggerimento e consiglio di Alfredo Protti e di cui il pittore riuscì a rientrare in possesso dopo vari decenni. Questo olio su tela cm. 65x80, dipinto nel 1948, che rappresenta frutti, caffettiera ed oggetti sul tavolo e pubblicato nella monografia del 1995, rappresenta la “prima partecipazione ad una collettiva”.
Fu proprio l’amico Mazzocco a convincerlo, dopo tante insistenze, a fare una personale a Milano, che ebbe luogo in pieno centro, presso la Galleria Gussoni, nel gennaio del 1964, dove ricevette la visita ed i complimenti anche di Carlo Carrà, che esponeva in altra Galleria non distante.

Per quasi trent’anni Guidi non si fece vedere, se non con alcuni privilegiati amici di famiglia a cui, di tanto in tanto, mostrava le sue opere realizzate in solitudine, nel suo atelier: interni, nature morte e fiori, oppure paesaggi presi dal vero al rientro dalle vacanze estive. Spesso anche figure e ritratti, frequentemente di belle donne bolognesi e non, che si erano sottoposti alle necessarie sedute in studio, dopo le tante insistenze per avere una sua opera.

Solo in seguito alla conoscenza di Mario Marescalchi, avvenuta negli anni Ottanta, ed alle pressioni gentili del gallerista di via Mascarella, il Professore si decise a mostrare le sue opere ai bolognesi, organizzando prima una mostra a Cortina, nell’estate del 1990, seguita poi dalla antologica autunnale a Bologna.
Marescalchi usualmente ospitava mostre di artisti del calibro di De Chirico, Campigli, Carrà, Morandi ed anche di stranieri come Chagall ed Utrillio, ma gli appassionati di pittura ricordano ancora la fila dei visitatori sotto il portico di via Mascarella quel sabato sera, 20 ottobre 1990: nessuno di coloro che era riuscito ad entrare per l’inaugurazione si decideva ad uscire senza aver ricevuto dedica da Guidi sul bel catalogo della Marescalchi.
Ritratto di Ilaria (1964) Pastello su pannello cm 100X70

Ritratto di Ilaria (1964) Pastello su pannello cm 100X70

Da novembre 1995 a febbraio 1996, Guidi fu presente in Corte Isolani con una mostra di opere di vario genere, selezionate pur in un numero limitato, ma completate da sculture bellissime, che spesso raffiguravano le sue modelle con testine al vero, in terracotta patinata od in bronzo, e nudi femminili in posture eleganti e fascinose, tali da ricordare anche le sue pitture ad olio e pastello; tra queste spiccava la grande “nudo al sole”, terracotta al vero di 160 cm. Questa mostra serviva a Guidi per presentare la sua prima Monografia, un volume di oltre 250 pagine, edito dalla Edizioni Renografica e curata dallo stesso artista, che comprendeva suoi lavori di cinquant’anni di attività.

Alla fine dello stesso anno sino all’inizio del 1997, Guidi proseguì le sue mostre a Bologna con l’esposizione delle opere in via Marsala, presso la sede dell’Opera Pia dei Poveri Vergognosi. In quell’occasione il Professore riscosse un grande consenso dai visitatori venuti anche da fuori città ed in particolare ricevette la visita della Pasquali con un Monsignore segretario del Cardinale Giacomo Lercaro: da qui la decisione di donare due quadri alla Fondazione Lercaro, opere ad olio rappresentanti fiori e natura morta.
Si racconta l’aneddoto per cui il Monsignore, ammirato dai bellissimi grandi nudi femminili, completi di originali cornici d’epoca, avesse espresso la disponibilità ad accogliere alla Fondazione Lercaro anche una “bella donnina”, se l’artista si fosse sentito meglio rappresentato da quel tipo di opera.
Riposo (Anni '60), olio su tela, cm 80X100

Riposo (Anni '60), olio su tela, cm 80X100

Il 3 Febbraio del 2001 Guidi, in occasione della Mostra collettiva benefica del Baraccano “Arte e colori per l’infanzia”, iniziativa promossa a favore di Anffas e Fa.ne.p., fu premiato per la sua sensibilità ai problemi dei disabili con una medaglia d’oro donata dal Presidente della Repubblica e consegnata dal Sindaco di Bologna Giorgio Guazzaloca.

Nel 2003 il dottor Gianarturo Borsari, sostenitore della pittura bolognese e promotore di meravigliose mostre con la sua associazione Bologna per le Arti, organizzò con Guidi la prima mostra di un artista vivente nella centrale via Castiglione, a Palazzo Ratta, con pubblicazione del catalogo curato da Franco Basile. In occasione della mostra, Ugo Guidi presentò la sua seconda ricca monografia, edita dalla Re Enzo Editrice, nel Giugno 2003.

Nel 2005 Guidi, sempre molto legato alla natia Comacchio, ove aveva un’abitazione nel centrale Corso Garibaldi, rispose positivamente all’allora sindaco Giglio Zarattini, che era egli stesso pittore e che sollecitava il Professore da tempo, facendogli visita a Bologna con l’amico Luciano Boccaccini, ed organizzò una mostra a Palazzo Bellini, che fu presentata dal vice sindaco come la mostra più bella mai fatta a Comacchio assieme ad una di anni precedenti del grande De Pisis.

Quella mostra fu accompagnata da uno speciale catalogo che Guidi intitolò “Immagini”, con testo critico di Valerio Dehò, perché aveva lo scopo di far conoscere le opere su carta come acquerelli, studi, disegni e specialmente nudi a china acquerellata di grande impatto.
Guidi iniziava in quei tempi a risentire di seri problemi di salute, tanto che partecipò in prima persona all’allestimento, ma non riuscì mai andare a vedere la mostra, lasciando a Giuliana Fermi, la compagna di una vita, il compito di presenziare all’inaugurazione alla presenza di tanti comacchiesi ed amici bolognesi.

Il Professore cercò poi di permettere la visione continua delle sue opere ai bolognesi facendo una donazione importante di suoi lavori e opere della sua collezione personale di artisti di cui aveva avuto grande ammirazione, come Mancini, Protti, Romagnoli, Pizzirani, i due Bertelli ed altri.

Nel 2006 fu concretizzato il desiderio di Guidi con un accordo notarile con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e fu fatta una mostra nella nuova sede centrale di via Delle Donzelle: di questa è testimone il bellissimo catalogo appunto intitolato “La donazione di Ugo Guidi”. Il 4 maggio del 2006 ci fu l’inaugurazione con tanta presenza di pubblico e il catalogo andò subito esaurito. Purtroppo dopo alcuni tempi la Direzione del Monte dichiarò l’impossibilità di esaudire il volere dell’artista nel mantenere esposte le opere e fu trovato un accordo amichevole per la restituzione delle stesse alla famiglia.
Capriccio spagnolo (1963) olio su tela, cm 100X75

Capriccio spagnolo (1963) olio su tela, cm 100X75

Guidi, dopo lunghi mesi di malattia, morì la vigilia di Natale 2007, mentre la nipote Barbara Buldrini definiva gli accordi per una sua mostra personale a Parigi.
La mostra ebbe luogo a febbraio e marzo 2008 presso la “Galerie de l’Europe” in Rue de la Seine, e si ricorda come il gallerista si vantasse di avere in quei mesi “la più bella mostra di Parigi” ed i visitatori, entusiasti nel conoscere questo artista e la sua opera, restavano delusi nell’apprendere che molti dei più importanti quadri esposti non erano in vendita, perché facenti parte della collezione di famiglia.
Negli anni seguenti, Barbara si prodigò nel sostenere il ricordo del Professor Guidi con molte iniziative nel bolognese ed in Romagna e di alcune mostre restano testimonianze anche grazie ai cataloghi, come quello curato da Franco Basile “Attualità della nostalgia”, Pivarte dell’autunno 2009, a cui è seguito quello più corposo “Le stanze del colore”, che accompagnò la mostra in Galleria d’Arte Moderna Bonzagni di Cento. Le stesse opere furono poi portate a Comacchio per la personale di Guidi che ebbe luogo da dicembre 2010 a gennaio 2011, sempre presso le sale di Palazzo Bellini.

Nel decennale della scomparsa di Ugo Guidi si pensava di ricordare adeguatamente l’artista e Barbara scelse la Galleria Fondantico di via de’ Pepoli; con la disponibilità di Tiziana Sassoli, che aveva ricevuto visite dal pittore quando ancora era nella vecchia sede di via Castiglione, nel maggio del 2017 furono esposte oltre 100 opere, accompagnate da un piccolo ma coerente catalogo per la pittura del Professore intitolato “Ugo Guidi naturalismo e universo femminile”.
La mostra ha riscosso un grande successo di affluenza del pubblico, come pure successe per una successiva mostra Antologica, organizzata nella primavera del 2019, presso la Galleria del Caminetto, dove Giovanni e la madre, Maria Zuffi, prestano da tempo particolare attenzione per le sculture. Oltre alla notevole presenza di visitatori per l’inaugurazione, le soddisfazioni non sono mancate anche successivamente, quando anche un medico svedese, ammirato dalle sensuali sculture di nudi femminili di Guidi, scelse il grande bronzo di cm. 160 “nudo al sole” e se lo fece spedire a Stoccolma. Alla Galleria del Caminetto son tuttora presenti opere del Professor Guidi.

A Dicembre del 2019 quattro opere di Ugo Guidi sono state esposte nella speciale mostra dell’associazione Bologna per le Arti, prima collettiva di pittori bolognesi in Palazzo d’Accursio per ricordare i vent’anni anni dell’associazione. Il catalogo intitolato “Da Bertelli a Guidi” testimonia il valore del Professore, che era il più giovane tra i pittori rappresentati, e qui fu esposto e pubblicato un suo dipinto ad olio inedito degli inizi anni ’60, il “Riposo”, molto ammirato per la particolare sensualità espressiva. Nicoletta Barberini Mengoli nel presentare la mostra sul Resto del Carlino del 6 dicembre 2019, scrive “Ugo Guidi, il maestro per eccellenza dell’espressione figurativa”!

Durante i lunghissimi mesi della pandemia di Covid si è realizzata un’aspirazione che la moglie di Guidi coltivava da tempo: la signora Giuliana Fermi ci ha lasciati nell’estate del 2020, ma la nipote Barbara ha potuto definire con l’interessamento del professor Angelo Mazza per la Fondazione Cassa di Risparmio, una donazione di settanta opere di Ugo Guidi, che comprende una buona rappresentazione di tutte le tecniche artistiche in cui il pittore si profuse dagli anni ’40 sino al 2003.
Tutte queste opere potranno essere ammirate dai bolognesi da settembre a dicembre di quest’anno presso le sale di Casa Saraceni, nella centrale via Farini, durante la mostra che sarà appunto chiamata la “Donazione Buldrini” e sarà accompagnata da un catalogo dedicato, con note critiche di Mirko Nottoli.

Nel 2023 Ugo Guidi potrà essere degnamente ricordato nel centenario della sua nascita con una mostra antologica, allestita a Comacchio in primavera fino a fine estate, con la collaborazione del Comune che metterà a disposizione le sale di Palazzo Bellini.
Seguirà un’importante mostra personale a Grizzana Morandi nel periodo estivo, al Museo degli allievi di Morandi, ove da qualche anno sono visibili diverse incisioni di Guidi (allievo di Morandi per l’incisione) ed un bellissimo olio degli anni ’50 “A mia madre”, che Barbara donò al museo per l’interessamento del restauratore e gallerista Alberto Rodella.
Nel marzo 2023 inoltre è prevista una mostra personale presso la Galleria del Caminetto a Bologna.