Dirigente d'Azienda di luglio-settembre

Un'estate segnata dalla perdita di personaggi illustri.

A cura della redazione

La copertina Dirigenti d’azienda di Luglio-Settembre è dedicata all'Assemblea 2019, l'appuntamento annuale più significativo dell’Associazione torinese, e in particolare alla sua parte pubblica, alla quale, fra altri, ha portato il suo contributo di pensiero anche il prof. Giulio Sapelli. Richiamiamo nei titoli di copertina un accadimento di importanza generale ancora più rilevante: il rinnovo del CCNL, giunto a fine luglio. Le scadenze non hanno consentono di a­ dare alla copertina il ricordo di alcuni personaggi, molto noti in vari campi della vita civile, scomparsi in questa estate, e che ci pare giusto ricordare con leggerezza calviniana, a distanza di qualche tempo dal grande risalto che i media hanno loro dedicato nei giorni immediatamente successivi alla loro scomparsa. Il primo personaggio è Luciano De Crescenzo, tecnicamente, non solo emotivamente, uno di noi, un collega ex IBM che ha indirettamente dato lustro alla nostra categoria con la sua innata capacità di spiegare in modo universalmente comprensibile ragionamenti anche molto complessi e concetti a metà fra la fisica e la filosofia. Di lui circola sui nostri cellulari una specie di gag, centrata sulla misura del tempo, nella quale, ricorrendo a un semplice diagramma cartesiano, spiegava come tutti cerchino di allungare la vita, cosa possibile, ma con risultati non comparabili all'impegno richiesto, mentre occorrerebbe allargarla, cosa che può avvenire quasi senza limiti e con risultati molto significativi. Il secondo è Andrea Camilleri, il grande scrittore siciliano la cui fi gura resisterà allo scorrere del tempo, oltre che per i romanzi polizieschi dai quali è stata tratta una fortunata serie televisiva, anche per la grande performance teatrale di cui è stato capace all'età di 93 anni, andata in scena al teatro Greco di Siracusa nell'estate dell'anno scorso e ripresa integralmente dalla televisione. La terza figura è quella di Felice Gimondi, un grande campione che ebbe anche il merito di aver riportato interesse e attenzione sul ciclismo in un momento nel quale le luci della ribalta si erano spente dopo la fine del dualismo Coppi/Bartali e lo sviluppo tumultuoso della motorizzazione sembrava relegare la bicicletta al ruolo di vecchio arnese da mettere in so­fitta. Gimondi ebbe la sfortuna di trovare Eddy Merckx sulla sua strada, ma riuscì a primeggiare anche terminata la carriera agonistica con incarichi di rilievo nella dirigenza sportiva. In una luce diversa si pone invece la scomparsa di Francesco Saverio Borrelli, Procuratore Capo di Milano nel 1992 quando scoppiò il fenomeno di tangentopoli, poiché sulla sua figura il giudizio non è di unanime consenso, come per i personaggi precedenti. È normale che sia così in considerazione del ruolo che Borrelli ricopriva, al confine con la politica, tuttavia anche dai suoi detrattori più accaniti non sono arrivate accuse di aver agito per interesse personale. Quindi una grandissima personalità, della quale si potevano non condividere le idee, ma della quale non poteva essere messa in discussione l'onestà intellettuale. L'ultimo personaggio che vogliamo ricordare è Peter Fonda, attore cinematografico, figlio di Henry e fratello di Jane, noto in particolare per il ruolo di “Captain America” in Easy Rider, un grandissimo film che ha segnato un'epoca esprimendo l'anelito ad uno spazio di libertà senza condizionamenti e senza confini. Come tutti i sogni, che restano tali e spesso terminano con un brusco richiamo alla realtà, anche il finale del film non è proprio disneyano e potrebbe indurre alla conclusione cinica, che non vale la pena di sognare. E invece vale la pena, perché, come ricorda Max Weber, “Il possibile non verrebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l'impossibile”.