L’Associazione Federmanager torinese al giro di boa

Il presidente Renato Valentini e il vicepresidente Stefano Moscarelli commentano le prime fasi di vita della nuova consiliatura e delineano il percorso e le prospettive.

I risultati delle elezioni per il Consiglio Direttivo dell'associazione piemontese, con il debutto del voto online, hanno rinnovato i 40 componenti, che hanno a loro volta eletto le cariche sociali con il desiderio comune di porre al centro l’interesse dell’associazione. Siamo tutte persone ragionevoli e non è stato difficile trovare una sintesi. Proprio attraverso la diversità di vedute e il confronto costruttivo si possano raggiungere i risultati migliori e alla fine il dibattito si traduce in maggiore fluidità del processo decisionale e questo è un valore aggiunto. 

Sul rinnovo contrattuale il dialogo con Confindustria sembra buono nei nostri confronti, anche grazie all’ottimo lavoro svolto in questi anni dal nostro presidente nazionale Stefano Cuzzilla, anche se è pur sempre un momento delicato di “confronto sindacale”. In ogni caso, pur sperando di arrivare ad avere un “buon contratto”, crediamo fondamentale l’applicazione concreta di politiche attive per la salvaguardia e l’incremento dell’occupazione dirigenziale. E qui arriviamo a 4.Manager, e alle proposte già delineate nella scorsa consiliatura. Alludo a M.I.T.I.C.O, già ratificato da questa nuova consiliatura, controfirmato dalle parti e approvato da 4.Manager, quindi operativo e a INMPRESA, a un buon livello di elaborazione. E da 4.Manager arriviamo a Connext, un programma di lavoro varato in partnership con Confindustria. 

Evocando Confindustria e Cuzzilla, come non farsi venire in mente la posizione che entrambi hanno preso sulle infrastrutture. Noi siamo radicati qui e nel territorio di nostra competenza ci sono i cantieri del TAV. Noi siamo dirigenti industriali e non possiamo, per nostra natura, essere contrari a opere infrastrutturali che alimentano il sistema industriale in due modi: nella fase della loro attuazione e attraverso la maggiore efficienza che deriva dal loro esercizio. TAV è soprattutto un “emblema” dell’incapacità del Paese di definire una volta per tutte un serio investimento programmato sul lungo periodo, prova ne sia che se ne parla da quasi venticinque anni. 

A proposito di “Sistema Industriale” purtroppo c’è poco da stare allegri, perché dire che siamo in “recessione tecnica” è un eufemismo. Consapevoli delle difficoltà che dovremo affrontare siamo sicuri che non ci mancheranno determinazione e coraggio, grazie alle capacità che sono proprie della nostra categoria: competenza, attenzione al risultato e spirito decisionale; capacità che si fondono con i Valori, tipicamente nostri, che coltiviamo e curiamo ogni giorno: rispetto per il merito, senso di responsabilità e del dovere, centralità del Lavoro con la “L” maiuscola.

Sulle pensioni dobbiamo cambiare l’approccio perché non è più necessario illustrare ai colleghi quali sono i loro diritti, in genere li conoscono già; quello che serve oggi è sorvegliare attentamente la situazione, monitorando ad esempio anche i provvedimenti attuativi contenuti all’interno delle circolari INPS, per informare tempestivamente il nostro mondo delle continue modifiche che vengono apportate al sistema, e che spesso sono penalizzanti per noi. Si tratta in pratica di fornire gli strumenti perché ciascuno possa mettere in atto le misure più efficaci per difendersi dalle novità che capitano inaspettate. 

Altro importante argomento è la comunicazione, che finora abbiamo tenuto separato da quello del cosiddetto marketing associativo. Molti colleghi non sono iscritti alla nostra associazione e si iscrivono solo quando, purtroppo per loro, hanno bisogno di farsi difendere dalla nostra struttura. Il nostro obiettivo è che si iscrivano, diciamo così, a prescindere, cioè che ci riconoscano come uno strumento utile, a loro disposizione in tutte le fasi della carriera. Per arrivare a questo risultato dobbiamo fornire loro servizi non solo nei tradizionali ambiti previdenziali e assistenziali, andando a misurare la loro customer satisfaction con le tecniche che applichiamo nelle aziende e correggendo il tiro, se del caso, in relazione all’esito della misura. 

Molti sono quindi gli argomenti sui quali lavorare e aggregare gli interessi della categoria per creare migliori prospettive per tutti.