Boom o fuoco di paglia?
Siamo nel pieno di una tempesta?
Inflazione, guerra in Ucraina, difficoltà sul PNRR, rialzo
dei tassi. Sembrerebbe di essere in presenza di una
tempesta perfetta.
In effetti il nostro osservatorio puntato sul Trentino Alto
Adige, con un occhio rivolto anche al Triveneto, ci mostra tutt’altro: da parte delle aziende siamo in presenza
di una vivace attività di ricerca di figure apicali, quadri,
dirigenti e temporary manager.
Non è possibile individuare un trend dominante tra i profili richiesti ma sicuramente l’area amministrativa e l’operation sembrano
essere al centro dell’interesse.
La domanda che sorge spontanea è se questa vivacità
rappresenti la coda di una ripresa declinante o se invece indichi un trend comune alle aziende sopravvissute
alla bufera covid.
Le figure più richieste sono quelle in area amministrazione e controllo, sia i classici profili di direttore amministrativo che le figure con una formazione in multinazionale, chiamate a supportare PMI acquisite da gruppi
stranieri.
Questi eventi, piuttosto frequenti negli ultimi tempi, meritano un cenno particolare.
Il gruppo multinazionale non cerca aziende decotte da
risanare, ma gioiellini con un alto EBITDA, eccellenze
del settore, che nel nostro territorio, si trovano in abbondanza.
La PMI di successo arriva ad una dimensione che costringe l’imprenditore ad un salto di qualità. Per continuare diventa necessario rafforzarne la struttura direttiva, commerciale, produttiva e disegnare processi che
possano guidare una realtà diventata troppo grande
per un uomo solo, probabilmente non più giovanissimo.
A questo punto l’imprenditore è davanti ad un
bivio: investire, acquisire nuovi profili, rischiare ancora
oppure monetizzare i propri sforzi e accettare l’offerta
del gruppo o del fondo, spesso straniero alla ricerca di
collocazione per la propria liquidità e passare la mano?
Se, come spesso succede, l’acquisizione va a buon
fine, entrano in azienda profili apicali in area amministrazione, finanza, direzione generale che garantiscono una corretta gestione ma che non possono portare
l’entusiasmo, la dedizione e la carica innovativa propria dell’imprenditore.
La PMI, diventa Business Unit, il personale da “collaboratore” diventa dipendente l’azienda, che, ingabbiata
nei controlli di gruppo, perde il suo slancio e, dopo alcuni anni, appesantita dai costi fissi, ritorna sul mercato.
Fortunatamente lo scenario non è sempre così cupo: a
volte l’acquisizione permette significative sinergie, altre
volte il nuovo management è creativo e riesce a muoversi abilmente all’interno del gruppo, ma lo spirito originario dell’azienda è comunque destinato a perdersi.
Questo è un bene? È un male?
O forse è semplicemente la natura di tutte le cose create dall’uomo, come le
aziende?
Stefano Fontanari
06 ottobre 2023