Le confetture sostenibili dei Menz&Gasser

Visita associativa nello stabilimento Menz&Gasser

“Ma sai quante volte sono passato per la Valsugana e non ho mai notato questo splendido stabilimento” è la sorpresa che ha colto un po’ tutti i soci di Federmanager Trento che hanno visitato lo scorso marzo la Menz & Gasser, azienda storica trentina giunta alla terza generazione ma con la passione e l’entusiasmo di una start-up e sopratutto con una grande attenzione alla sostenibilità. 
La visita è stata preceduta da una bella sintesi di questi 90 anni di storia, da quando il commerciante di frutta Mathias Gasser decise di produrre marmellate per i suoi clienti di Lana, in Alto Adige. 
Negli anni ’70 l’impresa si trasferì in Valsugana, a Novaledo, avviando uno stabilimento nuovo di zecca che negli anni è diventato un esempio di produttività e rispetto dell’ambiente. 
Oggi esistono due siti produttivi in Italia – questo di Novaledo e uno a Sanguinetto nel veronese – e uno in Malesia, 400 dipendenti (25% donne), 135 milioni di euro di fatturato, 1300 clienti, 58.000 tonnellate di prodotto all’anno, la Menz&Gasser è il leader italiano nella produzione delle confetture, che distribuisce per la maggioranza all’estero in 50 paesi del mondo, attraverso 30 agenti internazionali e producendo un miliardo di porzioni all’anno tra confetture in vaso, monoporzioni, secchielli, passate e semilavorati per la pasticceria e topping. 
Ma non ci si accontenta di questi numeri, si fa ricerca lavorando a oltre 100 progetti per prodotti nuovi ogni anno, con investimenti, nuovi packaging e nuove divisioni aziendali, con 14 persone (2 a Kuala Lumpur) impegnate sulla ricerca: il 10% del fatturato viene da prodotti che hanno meno di un anno di vita. 

Dal punto di vista ambientale ad oggi sono stati spesi 15 milioni di euro in impianti innovativi di cogenerazione e per il recupero delle acque, in pannelli fotovoltaici e in tecnologie per il massimo riuso possibile degli scarti. 
La visita è quindi proseguita proprio in questa direzione: un sofisticato impianto di trigenerazione a biomassa legnosa vediamo che recupera scarti di legname dai boschi e dalle vicine industrie del legno per generare – attraverso una combustione ben controllata e monitorata – del vapore che da un lato muove un turboalternatore che produce 1MW di energia elettrica e dall’altra produce il calore necessario per la cottura industriale della frutta. 
Una parte del calore viene ancora usata per attivare un impianto che con un ciclo frigorifero ad assorbimento produce il freddo necessario al processo industriale. 
Un altro esempio: i residui della lavorazione industriale anzichè essere smaltiti come rifiuti vengono convogliati in un grande impianto di depurazione dove la parte secca viene avviata ad un digestore anaerobico che produce biogas per alimentare un altro impianto di cogenerazione dove un motore a combustione interna produce energia elettrica e calore utilizzato ancora per i processi industriali. 
La parte acquosa che esce dal depuratore è più pulita dell’acqua del fiume Brenta nel quale viene riversata! 
Dopo questa scorpacciata di intricati impianti fatti di tubazioni di acciaio, di rumorosi macchinari perennemente in funzione e di sbuffi di vapore, siamo passati alla parte piu “gustosa” della produzione.
Abbiamo visto come la frutta davvero bella e ben imballata e refrigerata – proveniente da ogni parte del mondo per poter produrre in ogni momento la confettura che qualsiasi cliente chiede in ogni stagione – entra nei macchinari che ordinatamente la lavorano fino a farla entrare nei vasetti di vetro, vera bestia nera della produzione: se un vasetto di vetro si frantuma getta pericolosi cocci ovunque rischiando di inquinare un intero lotto di produzione. 
Per questo motivo qui il controllo della qualità è ossessivo, da controlli ottici al 100% del vetro, a radiografie, al metal detector fino ad un vero tomografo che esegue la TAC ai vasetti! 

Ci ha colpito la quantità di certificazioni alle quali la produzione è ottemperante: oltre a quella vegana, senza glutine e biologica, vediamo il rispetto alle severe regole Halal imposte dalla legge islamica, oppure alle norme Kosher che impongono la conformità alle leggi del popolo ebraico e delle quali i Rabbini verificano il rigoroso rispetto. 
Beh, da oggi tutti noi avremo uno sguardo diverso verso quei vasetti di confettura ben allineati al supermercato: a parte il fatto che quasi tutti, anche se con diverse etichette e colori, sono prodotti proprio in questi stabilimenti, ricorderemo sempre l’impegno e la passione delle persone che stanno dietro queste confetture, passione che abbiamo letto negli sguardi e nelle parole di tutti, a cominciare dal vulcanico titolare e AD Matthias Gasser, che accogliendoci ci ha trasmesso immediatamente il suo entusiasmo contagioso e l’orgoglio di un’azienda leader il cui successo è “il saper fare, assieme alla creatività, al gusto, all’immagine, non senza disciplina, regole, costante impegno e valori ben saldi: questo è ciò che ci permette di esserci a livello internazionale”.