Visita alla centrale idroelettrica di Riva del Garda
Ospiti da Hydro Dolomiti Energia
Alzi la mano chi non ha mai sognato di toccar con mano una turbina Pelton, proprio quella studiata sui libri
di turbomacchine all’università, sempre disegnate ma
mai viste nemmeno una dal vero: ecco, i partecipanti
alla bellissima visita alla centrale idroelettrica di Riva
del Garda hanno potuto vedere e toccare il cuore pulsante della centrale.
Ci siamo ritrovati all’ingresso proprio nel centro di Riva
del Garda accolti dal nostro consigliere e padrone di
casa Luigi Magnaguagno, responsabile Area Operativa della società Hydro Dolomiti Energia srl, società proprietaria di questa e di altre 35 centrali idroelettriche, di
19 dighe e 130 km di gallerie e condotte ricavate nelle
montagne trentine.
Già dall’esterno si vede che siamo davanti ad un gioiello di architettura ed ingegneria: lo splendido edificio
è stato realizzato negli anni ’20 dal grande architetto
trentino Giancarlo Maroni, famoso sopratutto come artefice del Vittoriale degli Italiani, la residenza dell’amico
Gabriele D’Annunzio a Gardone sul lago di Garda.
La centrale si trova alla base del monte Rocchetta e qui
arrivano le colossali condotte forzate dal soprastante
lago di Ledro: per i tempi nei quali venne costruita fu
una centrale molto avanzata e l’energia prodotta fu utilizzata in gran parte del Trentino ma anche giù fino alla
Pianura Padana e le sue turbine vennero considerate le
più grandi al mondo.
Entrando nelle sale ammiriamo subito una delle quattro
turbine Pelton da 30.000 kW, maestosa e luccicante con i suoi cucchiai affilati: è la turbina idraulica ad
azione con rendimento più elevato, perfetta per bacini
idroelettrici alpini come questo perché viene utilizzata
per grandi salti, come i nostri quasi 600 metri, e per
portate basse come la nostra di 22 m3
/sec.
Bassa per
modo di dire, dato che – come si legge sul manifesto
didattico – in 1 minuto questa portata d’acqua riempe
una piscina olimpionica!
Seguendo un lungo percorso scavato nell’umida roccia, suggestivamente illuminato di blu, arriviamo all’imbocco della condotta forzata che scende dal lago di
Ledro, è un enorme tubo di acciaio di oltre 2 metri di
diametro che convoglia decine di tonnellate d’acqua
ogni secondo per produrre i ben 76 MegaWatt di potenza della centrale.
Arriviamo infine alla sala di controllo della centrale,
con un grande pannello pieno di spie e schemi di condotte, turbine, alternatori e pompe, per monitorare e intervenire sui vari processi gestiti oggi quasi interamente in remoto: ad esempio per non sprecare l’energia
elettrica presente in rete nel periodo notturno, quando cioè il suo valore di mercato è minore, potenti pompe
da 7 m3
/s rimandano l’acqua del lago di Garda fino al
lago di Ledro.
Su una parete vediamo anche l’antica fotografia della
squadra di minatori che apriva la galleria di accesso alla
“camera valvole” a S. Barbara, a 500 metri proprio sopra
le nostre teste: vedere quegli uomini con baffi e cappello che posano orgogliosi con mazze e scalpelli accanto
ai loro muli, fa sorgere un moto di affetto e gratitudine
per ciò che ci hanno lasciato con il loro duro lavoro.
Avviandoci verso la splendida terrazza per il rinfresco
finale con vista mozzafiato sul lago di Garda, ammiriamo una sala che riproduce fedelmente l’antica sala di
controllo in legno, con strumenti analogici, leve e pulsanti di cent’anni or sono, a memoria dell’ingegno e del
lavoro dei nostri nonni.
A conclusione del percorso saliamo nella antica sala
degli isolatori elettrici della stazione di trasformatone:
abilmente illuminati di rosso esprimono con suggestione tutta l’energia e la potenza che transitava in quei fili:
fanno pensare che davvero dall’intelligenza e dal lavoro degli uomini e dalla forza della natura possa nascere
qualcosa di bello come l’energia pulita dell’acqua.
In fondo l’aveva già scritto lo stesso Gabriele D’Annunzio all’ingresso principale della centrale, «Hoc opus
hic labor est et aedibus in mediis numen aquarum»,
cioè “questa è l’opera, questo il lavoro, e in mezzo alle
case è il dio delle acque”.
12 luglio 2024