Innovare tutto e sempre, dalle tecnologie ai comportamenti e alle visioni

Innovare anche l’organizzazione del lavoro

Daniele Damele

Daniele Damele Presidente Federmanager FVG Segretario CIDA FVG

Daniele Damele  

Presidente Federmanager Friuli Venezia Giulia
Il mese di settembre si è chiuso inaugurando la fase finale del 2023 che, sotto il profilo economico, presenta molte incertezze. Molti indicatori registrano il rallentamento dell'economia, quella europea in primis e, conseguentemente, anche quella italiana, tratteggiando scenari incerti nella durata, ma abbastanza solidi da ritenere che ci troviamo, purtroppo, in una fase definibile “down”. Le imprese del Nord Italia giungono a questa fase di flessione con buoni fondamentali a giudicare dalle semestrali appena approvate che fotografano non solo l'andamento del fatturato, ma certificano anche e soprattutto l'impegno a investire. 

È intuibile come, a fronte di una domanda in calo, specie causa la recessione in atto in Germania, di un rallentamento della produzione, di esportazioni, anche se non per tutti, anch’esse in calo, l'occupazione non possa che avere un trend analogo. E anche qui i dati dei diversi osservatori rilevano un numero più basso di assunzioni, un ricorso intenso a forme contrattuali più flessibili, un incremento nell'utilizzo degli ammortizzatori. 

In sostanza ci avviamo verso una fine anno poco brillante, con, però, un'inflazione che tende a calare malgrado i rincari per l'energia, da quella elettrica al gas. E se questi fattori, insieme al costo del denaro, penalizzano certamente le imprese, erodono il potere d'acquisto dei salari che i contratti non recuperano. Da qui il dibattito molto vivace su cosa attuare per recuperare la crescita e favorire lo sviluppo con nuove proposte, ovvero idee innovative.

Sì, perché la parola innovazione non va accostata solo alle tecnologie, ma anche ai comportamenti e alle visioni future, alle strategie da porre in atto per garantire un operoso benessere generale. Un’idea che viene avanti, ad esempio, è quella del “meno ore di lavoro a parità di salario”. 

È certamente una proposta innovativa che va valutata attentamente e collegata alla produttività. Ma non basta, occorre pensare a innovare i comportamenti che non possono che tendere alla virtuosità e, finalmente, alla meritocrazia e al giusto riconoscimento del ruolo manageriale nelle imprese private industriali. Solo così attueremo scelte etiche e di valore.