Internazionalizzazione e Innovazione,
parole d’ordine per il futuro
Una riflessione sull'economia e sull'industria della regione Friuli Venezia Giulia e le leve per migliorarne le prospettive
Daniele Damele
Presidente Federmanager Friuli Venezia Giulia
Il settore delle esportazioni per il Friuli Venezia Giulia registra una flessione nel 2023. Il Friuli Venezia Giulia è al nono posto in Italia con una quota del 3,1% sul totale nazionale.
Come favorire l’export?
L’internazionalizzazione riveste un ruolo chiave per l’economia della regione, infatti, l’export rappresenta oltre il 50% del Pil regionale (dati Sace). Lo scorso anno si è chiuso con vendite oltreconfine di beni del Fvg per più di 19,1 miliardi di euro, in contrazione del 13,6% rispetto all’anno precedente, dato più negativo rispetto all’andamento invariato dell’export italiano.
A livello di composizione settoriale, lo scorso anno sono state riportate da Sace flessioni diffuse a quasi tutti i principali settori di vendite estere della regione mentre tra gennaio e marzo 2024 hanno trainato la crescita regionale le esportazioni di mezzi di trasporto (navi), +720%, e sono risultate ancora in calo quelle di prodotti in metallo (-13,4%), meccanica strumentale (-11,8%) e altra manifattura (-8,7%); in contenuto aumento la domanda di alimentari e bevande (+2,9%).
I principali Paesi di destinazione sono Germania e Stati Uniti, che intercettano da sole quasi un quarto delle esportazioni regionali, e hanno segnato una contrazione della domanda nel 2023 (-12,1% e -25% rispettivamente). Flessioni sono state diffuse anche ad altri rilevanti partner commerciali come Francia (-14,5%), Austria (-23,7%) e Regno Unito (-9,2%). Nei primi tre mesi di quest’anno le vendite oltreconfine della regione hanno mostrato, invece, un aumento notevole verso gli Stati Uniti (+250,5%), sul traino dei mezzi di trasporto, e ancora riduzioni verso Germania (-19,8%), Francia (-12,1%), Austria (-20,9%) e Regno Unito (-16,9%). Fra i mercati meno presidiati si distinguono per le buone performance Paesi mediorientali come Arabia Saudita (+52,8% nel 2023 e +33,4% nel I trimestre di quest’anno) e Emirati Arabi Uniti (+9,5% e +8,6%)».
Gli Usa sono sicuramente il primo mercato, soprattutto per quest’anno in cui l’export friulano di mezzi di trasporto, navi e imbarcazioni, sta andando bene. La Germania è seconda per destinazione pur non performando bene. La speranza è tutta rivolta verso una ripresa nella seconda parte dell’anno. La Croazia si conferma porta d’accesso per i Balcani dove l’export friulano nel 2023 è cresciuto e ci si potrebbe attendere una relativa buona performance nel 2024.
In questa prima parte dell’anno è buona la crescita anche di Ungheria e Romania, ma soprattutto di Arabia Saudita ed Emirati Arabi.
Il tanto conclamato “rallentamento” è in corso, ormai, da oltre un anno. Le imprese sono ovviamente preoccupate. Occorre sostenere lo sviluppo internazionale con il contributo di tutti, PA e finanza in primis.
Ciò che serve ora è puntare al potenziamento degli strumenti per l’internazionalizzazione, in particolar modo servizi per il mercato, partecipazione a fiere per aprire nuove opportunità di diversificazione dei mercati stessi per le aziende che devono allargare gli orizzonti al di la dei pochi Paesi finora toccati. È tempo di azioni decise per favorire la crescita dell’economia regionale industriale.
È indubbio che il contesto geopolitico internazionale, la difficile collocazione europea nelle dinamiche internazionali, l’aumento dei costi delle materie prime, la difficoltà di approvvigionamento delle medesime, i tassi di interesse ancora troppo elevati e un’inflazione ancora non del tutto sotto controllo non aiutino affatto.
Eppure occorre favorire gli investimenti all’estero per le imprese con una presenza più forte sui mercati consapevoli che le parole d’ordine sono internazionalizzazione e innovazione mirando alla riduzione dei costi produttivi salvo quelli riferiti all’occupazione che va preservata e aumentata privilegiando scelte all’insegna della cultura manageriale.
02 luglio 2024