Il motore diesel a Trieste

Passato, presente, futuro

DI Franco Frezza
Referente Sede di Trieste e Gorizia di Federmanager FVG
Lo scorso 13 maggio, presso la sede di Federmanager di Trieste, abbiamo ripreso gli incontri tra i nostri associati. In questo primo evento si è voluto parlare del diesel a Trieste che da sempre ha avuto una grande tradizione motoristica. 
Minisini Carlo, dirigente Wärtsilä in quiescenza, ha ripercorso la storia che ha portato il diesel a Trieste partendo dalle sue radici con la Società dei CANTIERI RIUNITI DELL’ADRIATICO (CRDA) nata dalla fusione delle società “Stabilimento Tecnico Triestino e Cantiere San Rocco” con il “Cantiere Navale Triestino di Monfalcone”, passando per la Grandi Motori Trieste per arrivare alla Wärtsilä. 
Nel 1966 la Fiat Torino firma un accordo con l’IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale, e decide di dar vita ad una fabbrica destinata alla produzione di motori diesel di grandi dimensioni nei pressi del capoluogo giuliano: nasce la “Grandi Motori Trieste” (GMT), joint venture in cui confluiscono le risorse della “Fiat Grandi Motori” di Torino, della “Ansaldo Meccanico” di Genova e della “Fabbrica Macchine di Sant’Andrea” (FMSA) dei “Cantieri Riuniti dell’Adriatico” (CRDA) di Trieste. 
 L’intero processo di costruzione dello stabilimento a Bagnoli della Rosandra, dotato di tecnologie per l’epoca innovative, dura dal 1968 al 1972. 
Dopo una graduale riduzione della sua quota azionaria, nel 1975, la Fiat decise di abbandonare completamente la propria partecipazione lasciando l’IRI da sola a capo dell’azienda. 
Nel 1984 la GMT si trasforma nella Divisione Grandi Motori del gruppo Fincantieri, una delle quattro divisioni della cantieristica, accanto alle costruzioni mercantili, militari e alle riparazioni navali. 
Nel 1986, la volontà di creare un polo tecnologico di ricerca sul diesel ispira la nascita della società Diesel Ricerche, alla quale si lascia la responsabilità tecnica del prodotto, con compiti di progettazione, ingegnerizzazione, sperimentazione e industrializzazione. 
La realizzazione del nuovo Centro Sperimentale Diesel Ricerche viene completata nel 1991. 
Nel 1995, Fincantieri, completa l’acquisizione della New Sulzer Diesel (NSD), società leader nella progettazione di motori a 2 ed a 4 tempi, rilevando il pacchetto azionario a suo tempo detenuto dal cantiere tedesco, poi fallito, Bremer Vulkan. 
Tale operazione suscita l’interesse della Finlandese Wärtsilä Diesel che si accorda con Fincantieri per dare vita a una joint venture dieselistica sotto l’egida della neocostituita Wärtsilä NSD Corporation, comprendente anche la Diesel Ricerche. 
Nel 2000 infine viene costituita la Wärtsilä Italia S.p.A. Paolo Pierdomenico, dirigente in servizio di Wärtsilä Italia, ha illustrato le varie tecnologie adottate in stabilimento per la costruzione dei principali componenti motore e per il montaggio e prova dei motori diesel con il supporto, anche, di interessanti video illustrativi. 
Ha spiegato, inoltre, anche i vari cambiamenti produttivi e logistici introdotti in questi ultimi anni all’interno dello stabilimento che hanno portato a migliorare l’efficienza del sito produttivo. 
L’incontro è stato concluso da Pierpaolo Barbone, ex Vicepresidente di Wärtsilä Corporation nonché responsabile di tutta l’Assistenza tecnica mondiale, che ha raccontato la sua esperienza vissuta nel Board Societario illustrando, tra l’altro, le varie visioni strategiche aziendali che si sono susseguite negli anni. 
Il 14 luglio 2022 il Gruppo Wärtsilä ha comunicato la sua intenzione di cessare la produzione dei motori nello storico sito di Bagnoli della Rosandra per centralizzare il tutto in Finlandia nel nuovo stabilimento di Vaasa. In questi ultimi due anni si sono susseguite varie iniziative al fine di poter garantire un futuro all’Azienda ed ai suoi lavoratori.
Recentemente ha preso sempre più consistenza la proposta di reindustrializzazione del sito presentata dalla MSC (Mediterranean Shipping Company S.A.) per produrre carri ferroviari merci che prevedono, quindi, principalmente, lavorazioni di carpenteria metallica garantendo comunque l’assorbimento di tutti i 300 esuberi.
Finalmente si intravede una soluzione alla crisi anche se questa mira a salvaguardare certamente l’occupazione ma non a mantenere l’alto livello tecnologico impiegato sino ad oggi. 
Inoltre, rimane il rammarico di aver perso, forse definitivamente, il knowhow della costruzione in Italia di grandi motori per applicazioni strategiche sia in campo industriale, marino ed in particolare militare. 

I partecipanti all’evento hanno risposto molto positivamente all’evento proponendo domande e richiedendo chiarimenti ma soprattutto portando il loro fattivo contributo alla discussine che ne è seguita