CIDA nord est incontra i partiti in vista delle Europee

Incontro organizzato dalle CIDA regionali di Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna

di Antonio Girardi  

Segretario CIDA Veneto e coordinatore Nord Est
L’Hotel Bologna di Venezia Mestre ha ospitato il 2 maggio scorso un incontro organizzato dalle CIDA regionali di Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna con i rappresentanti dei partiti in vista delle elezioni europee 2024. L’evento ha avuto l’obiettivo di aprire un dialogo costruttivo con i partiti politici per conoscere le loro posizioni sia su temi di ordine generale sia su quelli di specifico interesse per i dirigenti e il ceto medio (aspetti fiscali, previdenziali e legati al welfare in primis). 

Il tutto senza trascurare il tema della valorizzazione delle competenze del management pubblico e privato in relazione al PNRR e alle transizioni digitale, energetica e ambientale.

Da ricordare che la petizione promossa da CIDA a favore del Ceto Medio ha largamente superato le 50 mila sottoscrizioni e il conseguimento di questo risultato fa sì che CIDA, con il sostegno di tutte le Federazioni dei Dirigenti che la compongono, possa presentarsi ai partiti come un soggetto di particolare autorevolezza nella rappresentanza.

L’incontro di Mestre, che a visto una partecipazione numerosa e molto attenta, è stato caratterizzato da due momenti distinti. In apertura ci sono stati gli interventi di Antonio Girardi (Segretario CIDA del Veneto e coordinatore CIDA Nord Est), Sonia Brugnara (Segretario CIDA Trentino Alto Adige) e Cristina Mezzanotte (Segretaria CIDA Emilia Romagna), cui ha fatto seguito la Tavola Rotonda con i rappresentanti dei partiti, moderata da Daniele Damele (Segretario CIDA Friuli Venezia Giulia).

Girardi dopo aver ricordato il successo della petizione promossa da CIDA a favore del ceto medio si è soffermato su alcuni dati dello studio commissionato da CIDA al prof. Brambilla dell’Università Cattolica, dati che confermano come i contribuenti con reddito superiore ai 35mila € (che sono circa il 14% del totale) versino il 63% circa dell’IRPEF. 

Ha proseguito sottolineando l’importanza del potere di rappresentanza di CIDA e il suo ruolo per promuovere la cultura manageriale e d’impresa in un contesto caratterizzato dall’economia della conoscenza e dalle sfide derivanti da dinamiche di mercato sempre più globalizzate e che vedono il grande sviluppo dei Paesi Orientali (Cina, India e area ASEAN) e sono condizionatate in Europa da un andamento demografico negativo. 

Il ruolo dei dirigenti, ha concluso Girardi è prezioso e merita ogni sostegno possibile.

Sonia Brugnara da parte sua ha introdotto il tema del Welfare e della necessità del rilancio dell’occupazione (specie giovanile e femminile) e della tutela delle retribuzioni. 

Ha sottolineato la necessità di mantenere l’imprescindibile dimensione pubblica dei livelli di assistenza e sanità ma anche l’opportunità che lo Stato riconosca l’utilità e la necessità della dimensione privata del welfare derivante dai contratti. 
Brugnara si è poi soffermata sull’importanza che le risorse del PNRR per la sanità pubblica trovino il miglior utilizzo possibile e favoriscano anche le politiche di prevenzione. La sanità integrativa, con particolare riguardo al mondo della dirigenza ha finito via via per assumere un carattere crescente di ruolo sociale, in grado di garantire una vera e propria complementarietà fra sanità pubblica e sanità privata. Da ciò la richiesta imprescindibile di aumentare il limite di indeducibilità fiscale attualmente pari ad € 3.615,20. Per Brugnara infine un ulteriore e importante passaggio dovrebbe essere quello dell’estensione alla generalità dei lavoratori (e quindi anche ai dirigenti) delle forme di decontribuzione e di defiscalizzazione collegate ai premi di produzione o di produttività.

Cristina Mezzanotte ha toccato invece il tema del rapporto fra previdenza e assistenza rilevando come il rapporto 2022 ISTAT all’Eurostat riporta che la quota di spesa pubblica italiana destinata alle pensioni è del 16,8%, superiore quindi alla media europea, che è del 12,6. In realtà il dato italiano ricomprende un insieme di voci che di fatto sono più legate all’assistenza che alla previdenza (assegni di invalidità, indennità di accompagnamento, pensioni sociali etc). Se si depurasse il dato da queste voci la percentuale per la spesa pensionistica scenderebbe all’11,8%. Una problematica di non poco conto è poi quella che ha a che fare con la perdita del potere d’acquisto delle pensioni dei dirigenti, penalizzati dalla continua diminuzione di fatto delle percentuali di indicizzazione legate all’inflazione. CIDA da parte sua è molto impegnata sia su questo fronte, per contrastare norme di dubbia costituzionalità sia per valorizzare il ruolo della previdenza complementare. Da ultimo andrebbero riviste le norme sul cumulo fiscale fra pensioni e redditi da lavoro.

Agli interventi di parte CIDA ha poi fatto seguito la tavola rotonda, sapientemente moderata da Daniele Damele, con i rappresentanti dei partiti. Damele, ha posto innanzi tutto due quesiti: “Perché un cittadino dovrebbe andare a votare alle prossime elezioni europee?” e “Quali sono stati gli errori dell’Europa?”.

Per Roberto Novelli (Forza Italia, Consigliere Regionale del FVG) andare a votare è necessario perché le sfide attuali sono grandi e l’Europa rappresenta una dimensione imprescindibile, anche se finora l’Italia in Europa non è stata valorizzata in tutta le sue potenzialità. 
 Il Sen. Patton (Gruppo per le Autonomie, Vice Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato), da parte sua ha sottolineato l’importanza della legislazione europea e delle attività a favore dei giovani. Se è vero che l’Europa è caratterizzata da troppa burocrazia è altrettanto vero che è necessario dare qualità alla rappresentanza politica, anche perché quest’ultima dovrebbe favorire il raggiungimento dell’obiettivo di un bilancio comune.

A Patton ha fatto eco Andrea Martella (Partito Democratico, Vice Presidente della Commissione Bicamerale per l’attuazione del Federalismo) rimarcando la lontananza delle istituzioni europee dai cittadini e la mancanza nel recente passato di valide politiche comuni sul fenomeno dell’immigrazione. Per Martella vanno superate le logiche dell’austerità (a favore delle politiche dello sviluppo) e dell’unanimismo (abolendo il diritto di veto, per favorire il voto a maggioranza qualificata).

Per la Senatrice Erika Stefani (Lega, Segretario del Senato) andare a votare è il modo per poter garantire una rappresentanza di eletti che vada in Europa per favorire un cambiamento. Per Giovanni Faverin (Azione, Segretario Organizzativo in Veneto) lo snodo fondamentale è rappresentato dalla definizione a livello europeo di una strategia economica condivisa. Decisamente diverso l’intervento di Marco Mattarelli (Libertà, rappresentante di Insieme Liberi) che si è espresso in modo netto contro l’Europa e contro l’Euro.

Anche grazie all’intervento dal pubblico di Roberto Casini, rappresentante nazionale dei Seniores di Federmanager, che ha chiesto cosa i partecipanti alla tavola rotonda pensassero sul tema delle perequazioni delle pensioni, i rappresentanti dei partiti sono intervenuti sui temi proposti da CIDA all’inizio del convegno.
Il Sen. Patton è stato “tranchant” affermando che sarà molto difficile che le cose cambino in tema di perequazione delle pensioni, stante la difficoltà a far quadrare il bilancio della Stato. Patton di contro ha evidenziato che altri temi invece possono essere affrontati per un cambiamento che favorisca le pensioni complementari, l’innalzamento del limite di deducibilità per i fondi sanitari complementari e il superamento del cumulo fra redditi da pensione e redditi di lavoro.

Il Sen. Martella da parte sua ha evidenziato la necessità di un patto fiscale (e sociale) nuovo, che renda trasparente l’utilizzo delle risorse raccolte e apra una nuova stagione di concertazione sui temi dell’assistenza e della previdenza. Dopo essersi dichiarato d’accordo sul superamento del cumulo fra redditi da lavoro e redditi pensionistici e si è inoltre dichiarato disponibile ad un confronto a tutto campo sui contenuti della petizione promossa da CIDA.

La Senatrice Stefani, forte dell’esperienza come Ministro nella passata legislatura, ha rilevato che è molto difficile procedere tout court ad una separazione fra previdenza e assistenza, mentre sarebbe possibile ed assai utile approntare una riforma razionalizzante relativa all’assistenza stessa. Sensibile alle ragioni del mondo della dirigenza si è dichiarato Roberto Novelli, mentre Giovanni Faverin ha sottolineato il fondamentale ruolo del ceto medio. Per Mattarelli i fondi integrativi andrebbero favoriti ma la presenza dell’Euro è un macigno negativo che rende difficile lo sviluppo.

Il convegno CIDA, fortemente sostenuto da CIMO, Federmanager, Manageritalia e dalle altre Federazioni dei dirigenti aderenti è stato una preziosa occasione di confronto e di scambio con le rappresentanze dei partiti, riaffermando il valore propositivo e rappresentativo della Confederazione Italiana dei Dirigenti e delle Alte Professionalità.