Coltiviamo la transizione energetica: seminando oggi i frutti per un domani più verde

Intervista a Monia Munari, Head of Sales Excellence e Consigliera Federmanager Padova e Rovigo

Intervista di Amelia Bertolaso  

Comitato Esecutivo Federmanager Minerva

PRIMA PARTE 

In un mondo in continua evoluzione, dove la sfida per un futuro sostenibile si fa sempre più pressante, il settore energetico si trova al centro di una rivoluzione epocale. 

La transizione verso un sistema energetico decarbonizzato e rinnovabile rappresenta un’impresa complessa e sfidante, che richiede il contributo di figure chiave come Monia, protagonista di questa intervista. Insieme a Monia, esploreremo il panorama globale, europeo e italiano delle fonti energetiche sostenibili. 

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, entro il 2050, le fonti rinnovabili dovrebbero costituire il 90% del mix energetico mondiale. In Europa, entro il 2030, il 42.5% del consumo energetico dovrebbe derivare da fonti rinnovabili. 

Scopriremo le sfide, le politiche e le opportunità di questa trasformazione energetica. Monia ci guiderà attraverso gli scenari attuali e le strategie per un futuro più sostenibile. 

Prepariamoci ad ascoltare la sua voce, ricca di esperienza e di ispirazione, per addentrarci nei meandri della transizione energetica e scopriremo come il connubio tra competenze tecniche e prospettiva lungimirante possa illuminare la strada verso un futuro più sostenibile.

Monia Munari

Monia Munari Consigliera Federmanager Padova Rovigo

Cara Monia, grazie per la tua gentile disponibilità, inizierei chiedendoti di condividere con noi il tuo background e la tua esperienza; quali sono state le esperienze più significative che hai vissuto nel settore Energy e come sei giunta a essere coinvolta in questo campo così importante per il nostro futuro energetico? 

Ciao Amelia, innanzitutto grazie a te per questa opportunità. Ho un background tecnico come ingegnere elettronico, con una grande passione per le lingue straniere, e lavoro in ambito energia, già da diversi anni. Anche se, visto che nulla accade per caso, le mie primissime esperienze lavorative sono state relative al monitoraggio della qualità dell’aria, tema mai come ora attuale e connesso a quello dell’energia e della transizione energetica. 
La mia esperienza è maturata per lo più all’estero sia per i mercati nei quali ho operato, sia per gli anni trascorsi in Germania ed Ungheria. 
Attualmente ho la fortuna di ricoprire un ruolo globale che mi consente di vedere una moltitudine di sfaccettature delle grandi tematiche energetiche.

Si parla di Transizione Energetica, potresti spiegarci brevemente di cosa si tratta e perché è così importante per il futuro del pianeta?

La transizione energetica o Energy Transition, in estrema sintesi e semplificando molto le tematiche coinvolte, si riferisce al passaggio dai combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale) a fonti di energia più pulite e rinnovabili (come il solare, l’eolico e l’idrogeno). Questa transizione è un elemento chiave per combattere i cambiamenti climatici e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili
?La transizione energetica è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, e migliorando la sicurezza energetica, fino all’equità energetica.

Qual è il tuo punto di vista sulla situazione attuale a livello mondiale? Ci piacerebbe sapere quali sfide e opportunità credi siano più rilevanti per il settore in questo momento.

Il panorama mondiale della transizione energetica presenta importanti variazioni reginali, tuttavia, sfide ed opportunità collegate alla transizione energetica sono molto simili in tutto il mondo e sono strettamente connesse.
Partiamo da temi più tecnici di adeguamento delle reti di trasmissione elettrica che dovranno consentire il collegamento della generazione da rinnovabile, spesso intermittente, alla stabilità di tali reti da garantire, indipendente dalla tipologia di generazione. 
Soluzioni tecniche per la stabilizzazione delle reti e immagazzinaggio dell’energia sono tuttavia già esistenti e rappresentano una componente fondamentale degli investimenti privati e pubblici nel settore per la loro realizzazione e per la ricerca di innovazione.
L’investimento iniziale per l’ampliamento dell’infrastruttura del rinnovabile, a sostituzione o modifica dell’esistente, richiede importanti iniezioni di capitale. Questo viene parzialmente bilanciato da costi operativi a lungo termine inferiori a quelli dei combustibili fossili, e dalla creazione di una significativa quantità di nuovi posti di lavoro.
Per affrontare queste sfide e cogliere a pieno le opportunità che ne derivano, servono una pianificazione accurata e una politica attenta per garantire una transizione equa ed efficace.
Vediamo così che nonostante le sfide, la transizione energetica è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta e genera opportunità che possono portare a una serie di benefici economici, sociali e ambientali.

Amelia Bertolaso

Amelia Bertolaso Comitato Esecutivo Federmanager Minerva

Hai notato differenze significative tra gli scenari mondiali e quelli europei o italiani riguardo all’Energy Transition? Se sì, ci piacerebbe sentire la tua opinione su quali fattori contribuiscano a queste differenze e quali possono essere le implicazioni a lungo termine.

Sì, indubbiamente lo scenario mondiale presenta notevoli differenze a livello regionale, le cui cause si possono ricondurre, a mio parere, a tre tematiche principali. Partiamo da diverse visioni politiche, ne sono un esempio gli Stati Uniti in continua evoluzione. Le diverse amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni sono passate da un forte impegno verso l’energia rinnovabile ad un’inversione di tendenza, favorendo le industrie dei combustibili fossili per poi tornare all’accordo di Parigi, concentrandosi sulla riduzione delle emissioni di carbonio e la promozione delle energie rinnovabili.
La Cina, attualmente il maggiore emettitore di  gas serra al mondo, sta investendo massicciamente in energie rinnovabili, con la volontà di diventare carbon neutral entro il 2060.
Altra potenziale causa, sono i diversi livelli di sviluppo economico degli stati. Prendiamo ad esempio il complesso scenario misto dell’Asia con paesi come il Giappone e la Corea del Sud che stanno cercando di ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili e investire nelle energie rinnovabili. In parallelo, altri paesi, come l’India e l’Indonesia, ancora alla ricerca di un bilanciamento tra lo sviluppo economico e la necessità di ridurre le emissioni di carbonio.
E senza dubbio non possiamo sottovalutare la coesistenza di diversi interessi nella regione, come in Medio Oriente, che essendo una delle regioni più ricche di petrolio e gas naturale del mondo, ha ovviamente una storia complessa in termini di transizione energetica.
Negli ultimi anni, molti paesi del Medio Oriente stanno cercando di diversificare le loro economie allontanandosi dai combustibili fossili e investendo nelle energie rinnovabili.
L’Arabia Saudita, ad esempio, sta cercando di diversificare la sua economia con una visione 2030, fortemente improntata all’energia rinnovabile.
Gli EAU sono uno dei leader nella transizione energetica nella regione. Hanno investito massicciamente in energia solare e nucleare e mirano a generare il 50% della loro energia da fonti rinnovabili entro il 2050.
La coesistenza di una forte, almeno nella maggioranza degli stati, volontà politica, l’elevato livello di sviluppo economico e una crescente pressione per l’indipendenza energetica creano la condizione ideale affinché l’Europa si affermi come leader nella transizione energetica, con un concreto impegno verso le energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni. Il Green Deal europeo, come espressione di una volontà condivisa che punta a rendere l’Unione Europea a impatto climatico zero entro il 2050.
L’Italia, nello specifico, ha nel proprio Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima gli obiettivi che il nostro paese intende perseguire in termini di aumento delle rinnovabili, riduzione delle emissioni, elettrificazione dei trasporti, decarbonizzazione.
Questo mondo a "diverse velocità" che rappresenta senza dubbio una sfida alle tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi mondiali, offre in realtà un importante opportunità per far fronte alla domanda mondiale di materiali e materie prime con tempistiche sopportabili dalla supply chain. Tutti gli investimenti in infrastrutture richiedo non solo un’enorme quantità di materiale, materie prime, ma anche di capitale umano che non può materializzarsi dal nulla. Tutti le figure professionali appartenenti all’ambito energia e tecnologia sono una delle risorse più importanti in tutto il mondo.
Quali sono le tue prospettive sulle opportunità emergenti nel settore dell’energia e sulle tecnologie innovative che potrebbero rivoluzionare il panorama energetico globale? Vorremmo saperne di più su come vedi l’evoluzione del settore e quali sviluppi ritieni più promettenti.

Bellissima domanda, servirebbero giorni per approfondire un tema così interessante. In ambito opportunità mi collego subito a quanto dicevamo prima, sull’importanza del capitale umano e sulla scarsa disponibilità di figure professionali in ambito energia. Le donne, che hanno ancora un bassissimo rate di partecipazione al mondo del lavoro nel settore, rappresentano la grande opportunità di trovare tecnici, nuovi talenti e di ridurre il gender gap allo stesso tempo.
Se ci spostiamo in ambito tecnologico abbiamo diversi temi, dalla scalabilità e aumento di efficienze delle tecnologie già esistenti, fino all’immagazzinamento e stoccaggio dell’energia. Dall’idrogeno verde alla cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), dall’elettrificazione dei trasporti alla generazione decentralizzata (MicroGrid), al miglioramento dell’efficienza energetica di tutti i carichi di rete. 
Tutto questo imprescindibilmente connesso alla digitalizzazione, alla gestione intelligente delle reti stesse.
Non credo nella bacchetta magica che possa risolvere un problema tanto complesso con una sola dirompente innovazione tecnologia, certo sarebbe bellissimo, ma credo piuttosto che la combinazione di tutto quanto appena detto, secondo modalità e schemi customizzati da paese a paese, sia la vera soluzione per il futuro.

Quali sono le sfide legate all’integrazione delle rinnovabili nel sistema energetico? Come si possono massimizzare i benefici delle rinnovabili?

Le fonti di energia rinnovabile come il vento e il sole sono intermittenti, e questo può creare sfide per l’equilibrio tra domanda e offerta di energia. Le sfide tecniche da affrontare sono relative alla stabilizzazione e all’aumento della resilienza delle reti, tutte tecnologie già disponibili, ma che richiedono importanti progetti e tempistiche. Tema rilevante è anche quello di garantire la circolarità dei prodotti utilizzati in questa transizione. Non possiamo immaginare un mondo tecnologico dedicato al rinnovabile, un mondo green che produca però enormi quantità di rifiuti al fine vista. La ricerca in ambito di circolarità e di cooperazione all’interno dell’intera supply chain è fondamentale in questo. E non ultimo un tema normativo, in Italia in particolare, l’approvazione di progetti rinnovabili, vive ancora un percorso difficile e costellato di approvazioni e possibili intoppi burocratici che non rendono sempre interessanti grossi investimento privati in ambito di energie rinnovabili.
In termini di benefici io vedo due aspetti. In primis quello più sociale di creazione di nuovi posti di lavoro, in un circolo virtuoso che genera miglioramento della qualità di vita dal punto di vista economico e anche ambientale.
In seconda, ma non meno importante, ragione, quello dell’autonomia energetica che ci rende più resilienti alle perturbazioni esterne come, ad esempio, i recenti conflitti abbiano generato un impatto sui costi delle materie prime. Possiamo notarlo anche su piccola scala con il risparmio generato dall’installazione dei pannelli solari in ambito residenziale. Senza dimenticare che tutti questi vantaggi possono essere considerati effetti collaterali positivi di un processo di decarbonizzazione.

continua...

MONIA MUNARI 
Classe ’79, unisce un solido background in lingue straniere e ingegneria a un’ampia esperienza internazionale nell’ambito tecnico, delle vendite e dello sviluppo commerciale nel settore energetico. 
Attualmente ricopre il ruolo di responsabile global del Sales Excellence per Grid Technologies in Siemens Energy, dove si distingue per la sua leadership professionale e la capacità di guidare strategie di crescita con fluidità e competenza.