Contributo alla nuova governance Federmanager triennio 2024/2027

I delegati del Nord-Est al Congresso nazionale del 15 novembre ’24 esprimono


Congressisti Federmanager Nord-Est
La lettura del “Piano di volo” con cui Valter Quercioli affronterà il viaggio alla guida di Federmanager nel prossimo triennio, suggerisce di soffermarci su alcune tendenze chiave che interessano i manager, il cui futuro sarà influenzato da diverse dinamiche economiche, tecnologiche e sociali.

Questo è il nostro contributo alla nuova Governance della nostra Federazione:
1. Digitalizzazione e Innovazione
I manager dovranno adattarsi a un ambiente sempre più digitalizzato, implementando nuove tecnologie e processi per migliorare l'efficienza e la produttività. Va da sè che occorrerà garantire una formazione costante, coerente e continua ai dirigenti in tale ottica.

2. Responsabilità Sociale
Le aziende sono sempre più chiamate a operare in modo responsabile, considerando l'impatto sociale e ambientale delle loro attività.

3. Benessere dei Dirigenti
La crescita del lavoro ibrido e delle esigenze di equilibrio tra vita lavorativa e personale rende il benessere dei dirigenti una priorità per le aziende. Anche i manager devono e possono svolgere attività da remoto in smart working prestando la dovuta attenzione alla produttività di sé stessi e dei propri dipendenti. 

4. Gestione del Talento
Attraverso l'emergenza di una competizione globale per il talento, le aziende dovranno affinare le loro strategie di recruitment e retention dei dirigenti.

5. Cambiamenti Normativi e Regolamentari
Le normative in materia di lavoro e salute pubblica possono evolvere, richiedendo una maggiore compliance da parte delle aziende.

6. Personalizzazione dei Servizi
I manager dovranno tenere conto delle diversità e delle specificità delle proprie risorse umane, promuovendo approcci su misura.
I manager privati industriali in Italia si troveranno sempre più di fronte sfide significative e opportunità nel prossimo futuro. Le loro esigenze in tema di welfare sanitario si evolveranno con l'obiettivo di garantire la salute e il benessere dei dipendenti, favorendo al contempo una cultura aziendale che promuova il rispetto per la diversità e l'innovazione. 

Ma non solo: secondo autorevoli osservatorii il 46% delle imprese non ha implementato alcun piano di welfare strutturato. In questo contesto il welfare sanitario occupa appena il 5% della macroarea sociale. E’ necessario, dunque intervenire per far sì che le imprese si occupino in tempo del problema che riguarda il benessere dei dipendenti con un apporto diretto dei dirigenti, ma come?
  • Formazione sulla salute, privilegiando un’informazione capillare tesa all’utilizzo ciclico di pacchetti preventivi. 
  • Implementazione di piani di salute integrati, accesso a servizi di salute mentale e sostegno per la famiglia.
  • Investire in assistenza e consulenza per l'adeguamento alle nuove normative, così come servizi per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori.
  • Programmi di welfare personalizzati in base alle esigenze individuali dei dipendenti, inclusi assistenza sanitaria, piani di previdenza e supporti familiari.
I dirigenti industriali possono favorire un’economia altamente competitiva e produttiva favorendo la crescita e l’innovazione con un processo di modernizzazione del Paese. 

La rivoluzione industriale in atto ha una considerevole velocità. La tecnologia digitale la fa da padrona per cui si rende indispensabile fornire a manager e lavoratori competenze e formazione adeguate per utilizzare l’Intelligenza artificiale che non dovrà comportare una riduzione dei posti di lavoro a tutti i livelli. Per questo occorre rivedere i programmi di studio e formazione professionale alla luce di mutate esigenze di competenze.

Al settore della Pubblica Amministrazione va richiesto di assicurare sostegno al settore industriale privato con, ad esempio, il taglio del cuneo fiscale, incentivi atti a garantire occupazione, accesso a credito e finanza. Ma anche la semplificazione burocratica è un impegno improcrastinabile del settore pubblico, vedasi “Transizione 5.0”.

Ma non basta. Si rende imperativo promuovere misure fiscali per abbassare i costi dell’energia accanto al mantenimento della fornitura nucleare accelerando lo sviluppo del “nuovo nucleare” inclusa la catena di approvvigionamento nazionale che va diversificata. Accanto a ciò si deve favorire la scelta dell’idrogeno pulito e delle energie alternative mitigando e gestendo opportunamente la transizione green.

Da ultimo riteniamo oltremodo opportuno favorire il rafforzamento della cooperazione chiedendo e ottenendo una serie rapida di tagli dei tassi da parte della Bce.