La categoria dei dirigenti industriali

Riflessione sulla mission della nostra Associazione

Di Fabio Vivian

Presidente Presidente Federmanager Veneto e Vicenza
Care Colleghe e Colleghi,

ho l’onore di rappresentare l’UNIONE VENETA DEI DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI - UVDAI, associazione di cui sono Presidente dal 29 giugno di quest’anno per il prossimo triennio 2024-2027, a seguito delle elezioni indette per il rinnovo degli organi sociali. 

Ho ritenuto doveroso, come pure lo ritengono anche i miei Colleghi e Colleghe del consiglio regionale, dare il mio contributo alla realizzazione della nostra MISSION per far crescere il senso di appartenenza alla categoria dirigenziale per il tramite delle relazioni che si intrecciano nell’Associazione, ispirandoci ai valori che ci accomunano, come la passione per il lavoro e lo spirito volontaristico, portando avanti il principio di inclusione che la nostra Associazione ha sempre dimostrato.

Il momento storico che stiamo attraversando ci deve far riflettere sul vero senso della mission della nostra associazione che come dobbiamo sempre ripeterci siamo l’associazione dei Dirigenti Industriali.

Fabio Vivian - Presidente Federmanager Veneto e Vicenza

Fabio Vivian - Presidente Federmanager Veneto e Vicenza

Come FM VENETO abbiamo ben chiaro quali sono i nostri obiettivi.
Scopo della nostra Associazione è curare gli interessi dei Dirigenti, Quadri e Professionals siano essi in servizio, in pensione o temporaneamente inoccupati.

Ai Colleghi in servizio, dobbiamo offrire la possibilità di migliorare il proprio sviluppo professionale, il proprio network, il proprio pacchetto di competenze, oltre che, naturalmente, assisterli nelle situazioni di crisi e di perdita del lavoro, favorendo il maggior numero di opportunità professionali possibili.

È importante che le imprese, specialmente quelle di dimensioni più ridotte, si affidino a professionisti con esperienze tecniche e specialistiche in materia digitale. Ma tali qualità devono essere accompagnate anche da competenze manageriali in grado di gestire e governare l’innovazione. Big data, migrazione al cloud, cybersecurity sono tematiche ad alta complessità che sono diventate strategiche per lo sviluppo dell’impresa e che richiedono profili manageriali capaci.

Non a caso qui in Federmanager certifichiamo i nostri colleghi prima di definirli degli innovation manager e di inserirli nell’elenco del ministero con il nostro accreditamento. La certificazione delle competenze è un processo che prevede assesment, formazione degli eventuali deficit di conoscenza e valutazione finale da parte di un ente terzo. Il nostro percorso BeManager è rigoroso ma riconosce ai manager certificati il valore prezioso che essi rappresentano per le imprese che vorranno dotarsi del loro apporto.

Per i Colleghi in pensione, bisogna agire per una giusta difesa del valore della retribuzione pensionistica: questo è un tema ultimamente più dibattuto che mai e che va comunicato con un atteggiamento equilibrato, che contrasti le facili e spesso ingiustificate campagne denigratorie su pseudo privilegi che tali non sono.

Inoltre, per entrambe le categorie dei dirigenti in servizio e in pensione, la tematica che oggi dobbiamo affrontare urgentemente si può riassumere in un’affermazione che a volte diamo per scontata ma che scontata non è.

Prima di tutto, la salute

Se non c’è la salute, mettiamo a rischio il lavoro, la famiglia e in genere diventiamo un peso per la società.

Federmanager, per i propri dirigenti in servizio e in pensione, ha da sempre riservato la massima attenzione, alla assistenza contrattualistica, alla previdenza, alla previdenza complementare, alla formazione e alla certificazione delle competenze. Ma soprattutto all’assistenza sanitaria integrativa.

Quello della salute e della sanità è un universo complesso, in cui al centro si pone il benessere della persona.

Universalità ed equità del sistema sanitario sono valori costitutivi per il nostro Paese, per i quali ancora oggi ci distinguiamo nel mondo. A questi due capisaldi, tuttavia, dobbiamo aggiungerne almeno altri due che sono destinati a incidere sul tipo di risposta sanitaria che potremmo garantire in futuro: mi riferisco al valore dell’appropriatezza della prestazione medica e a quello della personalizzazione della cura.

L’appropriatezza implica che si dia seguito esclusivamente agli esami e analisi necessari a far fronte alla patologia sin dalla prima fase di diagnosi, sin dalla prevenzione stessa che, per essere tale, non può essere generica o improvvisata.

Accedere in modo appropriato al Servizio sanitario nazionale è la ricetta migliore per realizzare un risparmio di spesa pubblica e, al contempo, arginare fenomeni come quelli delle liste d’attesa, riconoscendo priorità agli interventi davvero utili per la singola persona, in modo che siano sempre accessibili.

Personalizzare la cura, a ben vedere, rappresenta un’applicazione evoluta di questo principio, laddove si riconosce che la prestazione sanitaria più efficace non è soltanto quella scientificamente tarata sul caso concreto, ma quella che considera tutte le specificità dell’individuo nel suo complesso.

Questo ragionamento è ancora più importante quando ci si rivolge al settore privato convenzionato.

Pubblico e privato devono agire in sinergia, lavorare insieme per una nuova cultura della medicina mirata al fabbisogno specifico del singolo e della sua famiglia. Detto questo… Questo nuovo approccio alla salute è favorito dall’azione dei nostri Fondi sanitari integrativi FASI ed ASSIDAI e dalle coperture assicurative che il sistema Federmanager ha messo in campo.

La nostra logica non si esaurisce certamente nel concedere un rimborso delle spese sostenute dai nostri colleghi, bensì ci prendiamo cura delle esigenze degli associati attraverso un network di professionisti e centri medici di eccellenza.

La situazione geopolitica ed economica attuale

È incredibile constatare come le grandi difficoltà economiche e geopolitiche con cui abbiamo combattuto nello stesso periodo dell’anno scorso del 2023 siano purtroppo ancora attuali. Esattamente un anno dopo queste tematiche continuano a rimanere sul tavolo.

Il momento storico che stiamo vivendo è unico e complesso. Sentiamo precise responsabilità per le generazioni attualmente presenti nel pianeta e per quelle che seguiranno. Ci vuole un pensiero di coesione sociale più forte perché più forte è la frattura che esiste nel nostro Paese tra chi è in una posizione di vantaggio e chi, invece, soffre indigenza, esclusione, difficoltà. In questo contesto, dunque, il tema che trattiamo oggi è di estrema attualità. E lo è per almeno due ragioni.

La prima riguarda lo stato di salute delle nostre imprese. Molte di esse stanno attraversando una crisi significativa e parlando dell’economia e dell’industria veneta il primo semestre 2024, chiude 12 mesi consecutivi di calo della produzione. Il contesto internazionale sta incidendo in maniera pesante sul nostro tessuto manifatturiero. Siamo chiusi in una situazione in cui da una parte abbiamo i drammatici conflitti sul campo e dall’altro una nuova edizione della guerra fredda tra USA e Cina/Russia per il predominio economico internazionale, che vede l’EU schiacciata, immobile e succube. 

Ci sono due esempi su tutti che testimoniano la mancanza di realismo da parte dell’Europa su temi vitali per l’industria, ovvero per l’occupazione e il PIL.

La conversione verso il ‘tutto elettrico’ nell’automotive, come primo caso, si è rivelato un cambiamento costoso, che non è sostenibile nella sua filiera produttiva, resa ancor più debole dalla dipendenza da materie prime controllate dalla Cina.

Altro caso è quello degli imballaggi: perché non si vuole il riciclo spinto di cui è campione mondiale proprio l’Italia? Perché si vuole il riuso anche in ambiti oggettivamente impossibili?

Abbiamo bisogno di un’Europa che legiferi tenendo conto della necessità di difendere il lavoro e quindi difendere l’industria.
Noi Dirigenti dobbiamo sostenere la competitività dell’industria veneta, soprattutto quella rappresentata dalle Pmi, attraverso l’immissione di competenze manageriali, che oggi devono essere ancora più flessibili.

Le alte professionalità, presenti in Federmanager nazionale e nelle sue articolazioni territoriali, presenti nei propri Enti partecipativi, hanno aiutato e aiutano ad individuare e a preparare le figure apicali e dirigenziali di cui le imprese hanno più bisogno in questa situazione assai mutevole e volatile. Verso la transizione digitale, ecologica e verso una sostenibilità produttiva sempre più necessaria.

Si afferma comunemente che i manager sono abituati a ragionare in logica di risultato. E questo è vero. Tuttavia, il risultato non è definito esclusivamente da numeri. Raggiungere un risultato significa produrre processi inclusivi che generano benessere, oltre che profitto.

Giustizia, libertà, onestà e solidarietà sono i valori guida per noi.
Responsabilità, trasparenza, partecipazione sono i nostri principi guida.

È con questo spirito, quindi, che ci mettiamo al servizio di questo percorso comune, presentandoci come una di quelle forze che desiderano cambiare un sistema disfunzionale e che sfrutta le debolezze delle persone e dei territori. Ed è sincero il mio ringraziamento a tutti i MANAGER VENETI: il vostro lavoro è responsabilità, è missione, è sacrificio non solo professionale, ma privato ed umano per realizzare nei fatti una società più giusta, più onesta e più inclusiva.

L’unica cosa certa è che abbiamo tutti delle responsabilità e siamo chiamati a cambiare la rotta, rimettendo al centro l’uomo, IL SUO BENESSERE, le sue condizioni di vita e di lavoro, e la sostenibilità come unica via possibile da percorrere.

Dobbiamo superare la cultura delle contrapposizioni e della ricerca di un profitto immediato, inutile se non viene utilizzato per strutturare un più ampio processo di ripresa. Ciò si supera solo con un aumento della produttività e per farlo il connubio Imprenditore e Manager si deve stringere sempre di più.

Sono le persone il vero capitale dell’impresa e per questo anche in una prospettiva di tipo economico è un errore sacrificare l’intelligenza dei Manager.

Maggiore competitività, miglioramento della reputazione aziendale, produttività e aumento dei profitti sono i benefici delle imprese che hanno deciso di aprirsi all’innovazione e alla managerializzazione, per rispondere all’accelerazione tecnologica e alla competizione su scala globale.

Sono certo e penso di esprimere il pensiero della nostra Associazione di augurare un Buon lavoro a tutti Voi.  Grazie.