Finestra Letteraria
“Quando hai tutto sotto controllo, vuol dire che vai piano”. Mario Andretti
Riflessione importante per un manager.
La formazione per il corpo docente (manager) non deve essere obbligatoria ma
automatica e spontanea oltre che logica.
Il fine è acquisire competenze trasversali nel valore della diversità.
Viviamo in
un’orgia di consumi sconsiderati trascurando “cosa sarà che ti fa comprare di tutto anche se è di niente che hai bisogno”
(Lucio Dalla).
Non è duro il pane, il lavoro, il momento… è il non averli che è duro!
Perché una “lezione” sia davvero magica
ci vuole qualcuno che sappia trasmettere il suo sapere parresiastico e qualcuno
che lo sappia ascoltare.
La parola ci
rende liberi, il sapere ci rende liberi.
Dalla saggezza storica del filosofo Michele
Scoto a Federico II di Svevia: “è cosa utile
fare domande ai dotti e ai maestri sulle
diverse questioni scientifiche e ascoltare i
loro anche divergenti pareri.
Secondo me
dovresti invitare alla tua corte i dottori
universitari e gli uomini d’ingegno. Il tuo
animo in questo modo sarà pieno di gloria e la tua mente progredirà ancor più”.
E dalla attualità: “non cerco persone che
la pensino come me, cerco persone che
come me, pensano”.
Dobbiamo imparare ad aprire gli occhi e
poi fermarci: viviamo a velocità folle siamo connessi con il mondo ma disconnessi con noi stessi.
Trovare il senso della nostra vita.
Bullshit jobs
di David Graeber
Il titolo è già un programma! Fuori luogo?
Forse.
Ma certamente reale, purtroppo.
Ci si può immedesimare nelle attuali situazioni lavorative,
anche personalizzandole.
Il racconto, di per sé
testimoniato, non è molto lontano dal modello
che vediamo… negli altri.
Quante volte facciamo nascere delle esigenze di
cui non si ha assoluto bisogno?
Perché accettiamo di fare lavori senza senso pur coscienti del
loro essere vuoti?
La Storia ci insegna ma il futuro lo dobbiamo realizzare e scrivere noi accettando confronti franchi, consapevoli che siamo gli artefici dello sbandierato “lasciare un mondo migliore ai posteri”.
Dante a tavola
di Marco Bonatti
La Divina Commedia a 700 anni dalla sua scrittura ha ancora tantissimo da dire e, dopo tante
interpretazioni e rivisitazioni, spazia in ambiti
tutti ancora da scoprire.
Ecco una bizzarra e intrigante chiave di lettura.
La narrazione scorre nella considerazione dei
commensali, del cibo, dei frutti della terra, dei
nutrimenti nel ritrovarsi a socializzare a tavola
per ragionare, confrontarsi e conoscersi. Non solo mangiare, ma cucinare.
Potersi concedere un
pasto era per l’epoca un “piacere della vita” e i
borghesi erano i peccatori della gola.
È possibile
riscontrare con le professioni attuali?
19 maggio 2023