Uomini, mezzi uomini, ominicchi, quaquaraquà
Ricorre nel 2021 il settecentesimo della morte di Dante, che oltre alla lingua inventò l’Italia, il bel Paese che dalla forza e dal valore di tanti cittadini potrà trovare la capacità di resistere e rinascere, come già dimostrato in passato. Potremo allora anche noi concludere con: ... e quindi uscimmo a riveder le stelle.
Alberto Pilotto
Associato Federmanager Vicenza
Durante la preparazione di questo numero sono andato a rivedere i numeri dello scorso anno e, in particolare, quello dedicato quasi esclusivamente alla pandemia; il comitato di redazione si riunì in video conference e decise di far uscire la rivista (n.3-4 di Marzo-Aprile, il secondo numero del 2020) anche se in quasi mancanza di attività e con i nostri uffici chiusi. Abbiamo riportato le posizioni ufficiali della nostra associazione (Presidente Cuzzilla e Direttore generale Cardoni) e di CIDA (Presidente Mantovani). Sono stati inoltre riportate le valutazioni scientifiche (Prof. Stefano Merigliano), i pareri sulle conseguenze economiche (Alberto Brambilla), le prospettive di un industriale (Gabriele Del Ben) e il parere di Confindustria (Vincenzo Marinese di VE-RO). Infine, i contributi di vari colleghi della Redazione e dell'Associazione. Naturalmente, anche i successivi quattro numeri hanno visto una presenza costante e predominante dei vari temi attinenti alla pandemia: vaccini, scuola, chiusure, aiuti, cassa integrazione.
Questa premessa, doverosa, serve a cercare di verificare e valutare ora, a distanza di quasi un anno dall’inizio della pandemia, quanto accaduto usando una semplice espressione (ricordo di mie passate frequentazioni con FDA, acronimo divenuto – purtroppo – di vasta conoscenza anche per i non addetti): chi fa che cosa. Ho usato l’aggettivo semplice perché in quel mondo (USA) e nel nostro mondo dei manager (soprattutto nel settore privato) è fondamentale conoscere esattamente l’organigramma di una Azienda e quindi le linee di comando e della conseguente responsabilità. Questo concetto, e non è una novità, non appartiene alla classe politica in generale e a quella attuale in particolare e tanto meno alla pubblica amministrazione; ricordo, con sconcerto, le varie iniziative governative per cercare di affrontare e di risolvere le varie emergenze, sanitarie ed economiche.
Abbiamo visto in primavera la nascita della task force di Vittorio Colao composta da 17 esperti che ha prodotto 102 idee suddivise in 6 temi principali, poi in estate la convocazione degli Stati Generali con incontri tra Governo e parti sociali (anche CIDA) e altri maitres à penser. Poi, verso fine estate, si è cominciato a sentir parlare di Recovery Fund (Fondo per la ripresa) detto ufficialmente Next Generation EU, che l’Unione Europea aveva stanziato per rilanciare le economie dei 27 Paesi travolte dalla crisi Covid-19. Il programma prevedeva che i Paesi dovessero inviare i Piani di ripresa e di resilienza (Pnrr) entro fine aprile 2021, con la possibilità di inviare le bozze fin da ottobre; i piani saranno quindi valutati ed approvati da Bruxelles. Nel frattempo, la situazione economica del Paese è andata peggiorando: interi settori di attività economiche ridotti a chiudere. All’inizio di dicembre è stata resa nota una prima bozza di Recovery plan del valore di circa 200 Mld, composto da 6 macro aree e da 17 temi con una suddivisione delle aliquote che ha subito scatenato le più varie critiche (p.e. per la Sanità solo 9 Mld). Il Presidente Conte aveva anche indicato la costituzione di una formazione esterna al Governo e al Parlamento composta di 6 manager e 300 consulenti (ndr: !?) per la gestione dei fondi e per il controllo dei programmi di lavoro (governance).
Successivamente, in gennaio, a seguito di forti critiche anche all’interno del Governo, il piano è stato modificato nell’allocazione dei fondi (la Sanità è passata da 9 a 20 Mld!) e non si parla più del tipo di governance. Su questo tema riportiamo quanto detto dal Presidente CIDA, Mario Mantovani, il 17 gennaio: “Un piano del genere va gestito con diverse centinaia di manager... una macchina amministrativa che è nata per fare altro, non funziona... nel corso degli Stati Generali sono state poste domande sulla gestione e organizzazione del piano... non c’è mai stata una reale interlocuzione con il governo sui temi di sostanza”. Il Piano, anche secondo il commissario europeo Paolo Gentiloni, dovrà essere discusso e rafforzato, poi valutato in Parlamento, sentiti i pareri delle regioni e delle parte sociali. Non riteniamo che una così eterogenea classe governativa, di cui una parte maggioritaria ha una tendenza sadica al martirio purificatore di tutti i mali della nostra società (ricordiamo i no-TAV, no-TAP, no-trivellazioni, decrescita felice, uno uguale a uno, cantieri bloccati, ecc.) possa essere illuminata sulla novella via di Damasco, ora Bruxelles, e quindi possa gestire opere per un totale di più di 200 miliardi di euro, in mancanza di competenze ed esperienze. In aggiunta, la stessa compagine dovrebbe fare un salto di qualità e gestire la campagna di vaccinazione appena iniziata, dopo aver dato ampie dimostrazioni di inefficienza e incompetenza politiche e di carenze manageriali nei mesi scorsi in diversi settori: scuola (trasporti, banchi a rotelle), mascherine (acquisti in Cina, provvigioni), medici ed infermieri (assunzioni), siti per vaccinazioni (Primule). I dati relativi al Covid-19 nel nostro Paese, aggiornati al 24 gennaio, sono tragici: 2.446.813 casi totali, 85.461 deceduti, 1.415 morti per milione di popolazione (Francia 1.115, UK 1.429, Germania 626, Belgio 1.784). I lettori interessati potranno trovare i dati giornalieri di tutti i Paesi del mondo sul sito www.worldometers.info.
Nel mese di gennaio ricorre il centenario della morte di Leonardo Sciascia, scrittore e politico che, nel libro “Il giorno della civetta” (1961) su mafia in Sicilia, distingue l’umanità in varie categorie; ne abbiamo riportato la frase, edulcorata, nel titolo. Sta a ciascuno di noi, in coscienza, trovare, se ci sono, analogie con personaggi di quotidiana attualità sulla stampa e sulle televisioni; da parte mia, potrei aggiungere altre categorie. La situazione è molto critica per sanità, economia e politica e risulta difficile, anche per gli inguaribili ottimisti, vedere uno scenario rosa per il futuro.
Per fortuna, ci soccorre il ricordo che il 2021 è anche il settecentesimo della morte di Dante, il sommo Poeta che oltre alla lingua inventò l’Italia, il bel Paese che dalla forza e dal valore di tanti cittadini potrà trovare la capacità di resistere e rinascere, come già più volte dimostrato in passato. Potremo allora anche noi concludere con: ... e quindi uscimmo a riveder le stelle.
Articolo Dirigenti nordest
28 marzo 2021