Twin Revolution Program
Quando innovazione digitale e sostenibilità (ri)disegnano il futuro delle managerialità globali.
Introduzione al progetto
Qualche settimana fa si è conclusa la quarta
edizione del TWIN REVOLUTION Program
e il relativo study tour, un fiore all’occhiello
del programma formativo di Federmanager.
Federmanager ha affidato a Federmanager
Academy la progettazione di TWIN REVOLUTION PROGRAM & STUDY TOUR, con il
supporto scientifico dell’Osservatorio 4.Manager e in sinergia con le iniziative su queste due Transizioni attivate da SFC (Sistemi
Formativi Confindustria) e dai DIH (Digital
Innovation Hub).
L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di garantire ai manager selezionati un percorso
di alta specializzazione dedicato allo sviluppo, aggiornamento e integrazione delle
competenze per accrescerne il profilo professionale come Digital Innovation Manager o come Sustainability Manager.
Il percorso è iniziato a gennaio 2024 ed
è terminato a maggio 2024 ed ha visto la
partecipazione limitata a 53 manager che
sono stati selezionati in base ai profili e alle
esperienze di carriera.
Questo ha permesso di incrociare profili ed
esperienze diverse, alimentando uno degli
obiettivi di Federmanager: la creazione di
un network di valore tra i diversi associati e
le loro esperienze/competenze.
Tra questi manager sono stati selezionati cinque associati delle territoriali Nord-Est: Francesco Airenti (Verona), Cecilia Chizzali (Treviso), Massimo Colorio (Padova), Giuseppe
Dominici (Venezia) e Valeria Grillo (FVG).
Il progetto formativo si è rivelato un vero e
proprio “viaggio” tra Digitalizzazione e Sostenibilità, che sono le rivoluzioni “gemelle” dei nostri tempi perché si rafforzano a
vicenda in quanto la ricerca di soluzioni
meno impattanti è possibile quasi sempre
col ricorso agli interventi smaterializzati del
digitale, e perché la Sostenibilità è un grande cantiere che stimola il mondo digitale a
nuove sperimentazioni.
Un percorso manageriale, quindi, che ha avuto come obiettivo
principe l’approfondimento delle sinergie
che esistono fra i due ambiti; infatti, oltre
a webinar dedicati alla Digitalizzazione o
Sostenibilità, tenuti da figure di prim’ordine
in questi ambiti, sono state previste visite
in aziende che rappresentano l’eccellenza in ambito digital e sostenibilità (quali Samsung, Siemens, ENI-Versalis, ABB, per citarne alcune) e uno straordinario Study Tour
dove i manager selezionati hanno avuto la
possibilità di confrontarsi e valutare le applicazioni delle “rivoluzioni gemelle” in due
delle aree più innovative del mondo (New
York e Silicon Valley), creando un network
di alto profilo a livello internazionale.
New York
Guidati dai rappresentanti di Federmanager Academy, Federmanager e 4.Manager,
i partecipanti hanno iniziato il loro study
tour dalla East Coast americana.
Durante la tappa newyorchese, il punto di
riferimento per il gruppo di Federmanager
è stato l’Istituto Italiano di Cultura: fondato nel 1961 dal Governo Italiano, la sua missione è di promuovere la lingua e la cultura
italiana negli Stati Uniti.
Sotto la guida del Ministero degli Affari
Esteri, del comitato consultivo e del suo
personale, l’Istituto Italiano di Cultura di
New York promuove gli scambi culturali tra
l’Italia e gli Stati Uniti, in una varietà di settori, dalle arti alle discipline umanistiche alla
scienza e tecnologia.
“New York si è confermata un contenitore di
grandi potenzialità dove le opportunità sono
alla portata di tutti ma, purtroppo, non aspettano tutti…” ci racconta Francesco Airenti
“L’esperienza è stata sorprendente sia per
il livello di percepito che ha l’Italia nel contesto locale, ma soprattutto per il parterre di
speaker ed aziende coinvolti da Federmanager Academy, con i quali abbiamo avuto
il piacere di confrontarci in prima persona”.
Il programma degli incontri e degli speaker,
organizzato egregiamente da Federmanager Academy, nelle persone del Presidente
Marco Bertolina e del Direttore Federico
Mioni, è stato studiato in maniera molto attenta per permettere di valutare le tematiche
digital e sostenibilità da più punti di vista, per
esempio quello accademico, quello economico, quello politico e quello del business.
“La prima tappa dello Study tour è stata
New York, uno dei fulcri del mondo economico ma anche crocevia di tutte le scelte
per il futuro. Questa tappa ci ha fatto conoscere la Digitalizzazione e la Sostenibilità
da un punto di vista business oriented ed
è per questo che abbiamo coinvolto personaggi di spicco provenienti da ambienti
diversi” commenta Marco Bertolina.
Grazie all’ospitalità del’IIC e al prezioso contributo della professoressa Mascia Ferrari
e del professor Kose John della NYU Stern
School of Business, il gruppo si è focalizzato sui principi della sostenibilità applicati al
contesto normativo statunitense e sulle le implicazioni ESG per un business sostenibile.
Per quanto concerne la parte politica, i manager hanno avuto l’occasione di confrontarsi con il Deputato della Repubblica, dott.
Christian Di Sanzo, eletto per il Nord e Centro America, che ha indicato le linee guida
progettuali italiane per rafforzare le relazioni politiche con il governo americano, che
rappresenta un interlocutore storicamente
attivo e vicino all’Italia, sebbene il contesto
socio-economico globale stia vivendo una
fase di forti tensioni e incertezze.
Lato business, l’incontro con un manager
di caratura globale come Mauro Porcini,
ex 3M, SodaStream International, Virgin ed
attualmente SVP & Chief Design Officer di
PepsiCo, ha introdotto il Gruppo ai cambiamenti in ambito innovazione, business design e sostenibilità che la multinazionale americana sta portando avanti da qualche anno
per differenziarsi e rafforzarsi a livello globale, ponendo l’accento sui tre fattori chiave
del “design thinking”: il lato umano, l’elemento tecnologico e la prospettiva di business:
“L’esperienza internazionale di Mauro Porcini ci conferma una volta di più come il manager di oggi debba essere soprattutto un
catalizzatore, un amalgamatore culturale,
che connetta i vari attori che hanno competenze verticali, con l’obiettivo di creare
soluzioni vincenti sul mercato per creare
valore condiviso.
E questo, a mio avviso,
rappresenta il fulcro dell’evoluzione delle organizzazioni moderne e del business” ci
racconta Cecilia Chizzali.
“Oggi chi ha un progetto interessante può
attrarre risorse economiche, organizzative
e di propulsione che quarant’anni fa erano
inimmaginabili” aggiunge Massimo Colorio “e anche un colosso come Pepsi Co. si
può trovare “sotto attacco” non più solo dai
brand globali ma anche dalle piccole startup efficienti, che possono creare nuovi business che fagocitano parte dei consumi.
Le big companies devono quindi raggiungere quello che gli americani definiscono il
“full potential” di ogni brand: sapere leggere il mercato, mettere al centro le persone,
pensare alla prospettiva del marchio fra
dieci anni e spingere seguendo la strada
dell’innovazione con determinazione”.
L’innovazione è quindi la chiave di volta,
ma spesso le Aziende sono reticenti a percorrerla perché si è portati ad abbandonare l’inerzia legata al business principale:
cambiare è difficoltoso, implica investire in
energia (economica e fisica) e c’è molta incertezza:
Francesco Airenti evidenzia un punto focale dell’incontro con il management di Pepesi Co. “Come ha sottolineato Mauro Porcini,
anche noi come umani ci siamo evoluti
per sopravvivere e non estinguerci. Bisogna quindi comprendere che le Aziende
devono investire nell’innovazione ed avere
una visione prospettica verso il futuro per
prendere decisioni importanti (e a volte non
semplici…) soprattutto quando sono in salute e stanno performando bene”.
Oggi, quello che emerge dal confronto con
le managerialità statunitensi è che il valore
umano del business si sta avvicinando a
quella finanziario: se non crei brand che
sono più sostenibili, più belli, più salutari
dei competitor, ci penseranno questi ultimi
a cambiare le regole del gioco e sfruttare
un vantaggio che tu, come leader, non sei
riuscito a sfruttare.
La sfida del manager moderno è quindi
quella di essere sempre curioso su tutto, imparando a gestire le variabili che cambiano
continuamente dotandosi di skill adattive
per favorire la propria crescita come leader.
Senza dimenticare le innovazioni tecnologiche, AI in primis, che porteranno le organizzazioni, i brand e i business verso crescite,
velocità e spazi ancora tutti da definire.
E qui gioca un ruolo chiave il “valore umano”
(human-centricity) perché la sostenibilità
delle aziende passa anche dalla necessità
di dare una visione antropocentrica al business e al ruolo delle aziende nei confronti
delle persone e del contesto esterno, come
ci ricorda Richard Branson, Presidente del
Gruppo Virgin:
“Se vuoi diventare come Steve Jobs non
devi imparane i processi mentali ma imparare a leggerne il cuore”.
Molti di questi spunti strategici vengono approfonditi da Mauro Porcini in due suoi libri,
“L’età dell’eccellenza” e “The human side
of innovation”.
“Un aspetto che mi ha colpito di questo
talk” racconta Giuseppe Dominici “la definizione delle caratteristiche umane che devono avere le persone dei team moderni,
soprattutto se comparato con i modelli di
management degli ultimi quarant’anni: oggi, infatti, attributi quali la gentilezza, la bontà e la fiducia sono diventati dei driver di
produttività ed efficacia nel lavoro di squadra.
Mettere le persone giuste sui progetti
giusti diventa sempre più fondamentale per
il successo del team e del business”.
“Il messaggio che riceviamo dal contesto
manageriale americano è che ormai l’epoca dei one-man-show in azienda ha fatto il
suo tempo lasciando il posto ad empowerment, inclusività, empatia, networking e
confronto di team per facilitare lo sviluppo e
la crescita del business di valore” ci spiega
Valeria Grillo.
CONTINUA...
Nel prossimo numero di Dirigenti NordEst, grazie allo
Study Tour di Federmanager, andremo alla scoperta
di nuove realtà newyorchesi per parlare di sostenibilità
e digital innovation.
11 luglio 2024