Viaggio in Tunisia

Maggio 2023. Oggi tocca ad Antonio Calgaro, un’altra firma “nota” della nostra rubrica che ringraziamo, di coinvolgerci nella piacevole lettura di un suo viaggio “Fai da Te” in Tunisia

Oasi di Chebika


Oggi tocca ad Antonio Calgaro, un’altra firma “nota” della nostra rubrica che ringraziamo, di coinvolgerci nella piacevole lettura di un suo viaggio “Fai da Te” nel Continente Nero.
In attesa che “Prenda l’avvio l’Era dei viaggi personalizzati con l’Intelligenza Artificiale” (come titolato di recente da un quotidiano nazionale), attendiamo da Voi lettori i resoconti di vostri viaggi realizzati con l’Intelligenza Umana (al momento sicuramente più affidabile), da far pervenire con adeguato contorno di immagini a giannisoleni49@gmail.com. Li vedrete pubblicati in questa rubrica dopo breve tempo. E ricordiamo che “Il vero viaggio non è quello che ci porta lontano, ma quello che ci arricchisce dentro”.

Ero già stato in Tunisia e Algeria in moto ancora molti anni fa, nel settembre 1979. Erano anni in cui il fanatismo religioso non esisteva o, se c’era, non era pericoloso. In quel periodo, più giovane e spensierato, con due miei amici decidemmo di andarci con la tenda e di vivere un pò alla giornata. Si rivelò comunque un’esperienza avventurosa, della quale ricordo in negativo il gran caldo ed in positivo un mondo veramente diverso: il deserto, le oasi lussureggianti, la tranquillità degli abitanti locali nel far scorrere il tempo…
Adesso i tempi sono cambiati e credo non sia più prudente viaggiare in tenda da soli nel deserto e in quei posti. Ci affidiamo così ad un motociclista che è anche operatore turistico con una lunga esperienza di viaggi in quel Paese. Scegliamo come periodo la prima metà di maggio, per evitare temperature massacranti. Siamo un gruppo di otto amici con le moto, chi con la moglie e chi senza, più la nostra guida, l’amico Thomas.

Partiamo nel pomeriggio di mercoledì 3 maggio con imbarco sul traghetto da Genova e sbarco a Tunisi la sera successiva. Venerdì 5 ci mettiamo di buon mattino in marcia verso sud e con un viaggio di quasi 600 km piuttosto noioso, arriviamo a Djerba, rinomata località turistica sul mare. Alloggiamo in un bellissimo hotel con una piscina veramente eccezionale. Al mattino successivo apprendiamo di un attentato terroristico a dei turisti israeliani, purtroppo anche con dei morti. Ci risulta allora più chiara la massiccia presenza di polizia ed esercito con vari posti di blocco che troveremo successivamente in tutto il Paese. Al primo posto di blocco ci fanno un attento controllo, chiedono il nostro itinerario di massima e ci assicurano la grande attenzione che riservano ai turisti, evidentemente visti come positiva risorsa economica. Ai successivi posti di blocco ci fanno segno da lontano di passare lentamente, ma senza più fermarci… evidentemente si sono passati le informazioni sulla nostra presenza.

Sabato partiamo per visitare i villaggi Berberi sulle colline, molto particolari per la presenza dei Ksar, edifici destinati a conservare le scorte di cibo e dei beni di valore del villaggio. Alcuni di questi Ksar si sviluppano fino ad un’altezza di quattro piani.
Antonio Calgaro
Federmanager Vicenza

Antonio Calgaro Federmanager Vicenza

Visitiamo i paesi di Tatouine, Ouled Soltane, Douiret, Chenini. Ci ricordiamo che alcuni di questi villaggi sono stati utilizzati come set cinematografico del film Star Wars.

Domenica 7 andiamo a visitare Matmata, caratterizzata da un centinaio di case troglodite. Si tratta di abitazioni scavate ad una profondità di circa dieci metri, che si aprono a raggiera dal fondo di un pozzo circolare, del diametro di qualche decina di metri, che funge da cortile. A quella profondità le stanze risultano protette dal caldo estivo e dal freddo invernale. Anche questi luoghi hanno fatto parte del set del film Guerre Stellari. In serata ci portiamo a Douz, situata ai margini del deserto del Sahara.

Al lunedì mattina il programma prevede di partire all’alba con dei fuoristrada per penetrare nel deserto per un centinaio di km, in direzione di Ghilane. Dopo 20 km attraversiamo un grande arco bianco merlato, “La Porte du Desert”. Arriviamo alle dune di sabbia teatro di un altro film: “Il Paziente Inglese”. Gli autisti dei tre fuoristrada ogni tanto si fermano e guardano con attenzione le dune e gli avvallamenti per decidere dove passare senza correre il rischio di insabbiarci. Verso mezzogiorno, dopo aver viaggiato nel nulla per ore, arriviamo ad una piccola e modesta costruzione dove ci viene servito il pranzo. Abbiamo dovuto subito dimenticare tutte le precauzioni di igiene alimentari che ci eravamo preposti: la cosa più apprezzata è stato il pane, una grande focaccia cotta seppellendola assieme a delle braci nella sabbia, sabbia vicino al locale e calpestata continuamente da dromedari, animali vari ed esseri umani.

Quando usciamo, comincia a sollevarsi un forte vento che ci porta la sabbia nel naso e negli occhi. Il giorno prima avevo guardato le previsioni del tempo, ed avevo notato l’allarme per forti raffiche fino a 90 km/h; avevo però pensato che le guide sapessero il fatto loro… Evidentemente invece erano più interessati a prendere i soldi dell’escursione che a pensare alle previsioni meteorologiche. Dopo qualche minuto è arrivata una forte tempesta di sabbia; non si vedeva a un passo e le guide scendevano continuamente dai mezzi per capire dove andare. Decidono così che è impossibile proseguire per la meta programmata e si inverte il senso di marcia per ritornare a Douz. La tempesta aumenta costantemente di intensità, modificando continuamente il profilo di dune e avvallamenti; gli autisti continuano a scendere per guardare dove andare, ma la visibilità è pressoché nulla. Comincio a pensare ad una notte da passare in auto… Dopo qualche ora sbuca in senso inverso un fuoristrada: è il titolare dell’agenzia di viaggi che preoccupato è venuto a cercarci. Un sospiro di sollievo: se era arrivato fino a lì, allora avevamo buone possibilità di rientrare. 

Martedì 9 maggio sveglia di buon’ora: la tempesta era cessata, ma aveva lasciato il segno sulle strade. Come si può immaginare (alcune foto sono esplicative) la sabbia le aveva rese pressoché impraticabili per le moto. Per fortuna erano già in azione gli spartineve, pardon gli spartisabbia, che spostavano almeno i più grossi accumuli di sabbia. Lentamente e con molta prudenza partiamo con le nostre motociclette in direzione delle oasi di Nefta e Tozeur. Incredibile l’ampiezza dell’oasi di quest’ultima, dovuta ad una grossa sorgente di acqua risorgiva che va ad irrigare un lussureggiante palmeto di datteri.
A sinistra: Ksar Hadada
- A destra: Matmata

A sinistra: Ksar Hadada - A destra: Matmata

Tozeur è anche vicina al Chott el Jerid, enorme lago salato. Causa la pioggia caduta poco prima, il fondo era un pantano. Altra cosa era il ricordo del viaggio fatto nel ’79, quando ho attraversato in tutta la sua ampiezza il lago attraverso una pista (ora c’è una comoda strada asfaltata): una immensa distesa di sale bianca e abbagliante, che regala anche dei miraggi surreali.

Mercoledì ci dirigiamo verso le oasi di montagna, molto più piccole ma decisamente pittoresche: Chebika, all’epoca avamposto dell’esercito Romano; Tamerza, a quasi 1000 m. sul livello del mare; Mides, a 1 km dal confine Algerino, caratterizzata da un lungo e profondo canyon. Incredibile vedere in queste oasi l’acqua sgorgare dalla roccia, proveniente da chissà dove…

Il giorno dopo visita alle rovine romane di Sbeitla, veramente estese, e poi prosecuzione per Kairouan. Per la cultura islamica, Kairouan ha il titolo di Città Santa; la sua grande moschea ne rende l’idea. Bella anche la Medina; da visitare anche qualche laboratorio di tappeti, davvero di pregiata qualità. Venerdì 12 maggio, El Jem, dove fin da molto lontano si nota l’imponente sagoma dell’anfiteatro, che in ordine di grandezza era il terzo del mondo romanizzato e considerato il monumento più imponente di tutta l’Africa.

Sabato giornata a Monastir. Parcheggiamo le moto a debita distanza dall’enorme piazzale del mausoleo di Borguiba, ma la polizia che presidia il luogo toglie le catene di sbarramento e ci invita ad entrare con le moto e percorrere tutto il viale fino all’ingresso del mausoleo! Una sola raccomandazione: “dite ai vostri amici che in Tunisia i turisti sono sempre ben accolti!” Il mausoleo è estremamente curato ed elegante; contiene un’esposizione di oggetti appartenuti al grande statista e la sua tomba. Da vedere anche il vicino grande complesso fortificato, ritenuto il più bel monumento di architettura militare islamica del Paese.

Rientriamo a Tunisi e riserviamo la domenica, ultimo giorno, ad una visita alla città ed al vicino villaggio Sidi Bou Said, arroccato sulla cima di un promontorio del golfo di Tunisi, caratterizzato da casette bianche con serramenti e decori in blu intenso, con strette stradine di ciottoli e con cortili cosparsi di gerani e bouganvillea. Molto caratteristico, sembra quasi di essere su un’isoletta greca.

Alla sera, imbarco e partenza per Genova dove arriviamo nella prima mattinata di martedì, accolti da una pioggia battente che ci farà compagnia fino a casa e ci farà fin da subito rimpiangere le calde ed assolate giornate passate in Tunisia.

E allora, alla prossima…
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