Pillole di Jazz

Nuovo ciclo di incontri 2024 a cura del Gruppo Cultura – Sezione Musica Jazz

Giuliano Ceradelli

Componente del Gruppo Cultura - Sezione Musica
Trascorso il 2023 lontano dalle scene (anno sabbatico), riprendo con molto piacere nel 2024 la mia attività di divulgatore, pur cosciente dei miei limiti, per invitarvi tutti a un nuovo ciclo di incontri sul jazz. L’ho voluto chiamare “pillole”, trattandosi come sempre di presentazioni, condite con video e curiosità musicali e approfondimenti che coinvolgono un’ampia popolazione di artisti, in genere americani ma non solo, cioè quelli che voi e io consideriamo i “nostri maestri”.

Se state leggendo questa mia pagina è perché, probabilmente, vi ha interessato partecipare a questo tipo di incontri nei 10 anni passati (dal 2013 al 2022) o perché avete avuto modo, nel frattempo, di ascoltare qualche brano che vi ha fatto appassionare a un genere musicale ricco di storia e di emozioni come è il jazz.

Partecipando ai nostri incontri sicuramente avrete percepito che dietro a ogni brano jazz si nasconde un vissuto che nasce molte volte da realtà sociali difficili e ai margini, passando poi dai modaioli jazz club e finendo tra le mani dei più virtuosi artisti.
Ascoltare jazz arricchisce non solo il vostro repertorio musicale, ma anche la vostra cultura. Il jazz, infatti, non è solo l’insieme dei suoni che si possono trarre da una particolare combinazione di strumenti suonati in un dato modo. Il jazz è anche musicisti che suonano quegli strumenti, neri e bianchi, americani e afroamericani, cubani, svedesi, italiani, giapponesi, ecc., o di qualunque altra nazionalità o etnia. Il jazz è anche i luoghi dove è suonato, le strutture commerciali e tecniche dalle quali è circondato, i rapporti che crea. Coloro che ascoltano il jazz, che scrivono di jazz, che leggono di jazz, che suonano jazz, ecc., sono il jazz.

Voi che scorrete queste pagine, io che le ho scritte, anche noi siamo naturalmente parte del mondo del jazz per quanto strano possa apparire questo legame con ciò che fino a poco tempo fa non era altro che un idioma locale (là dove è nato), limitato ai neri e bianchi poveri di certe zone del sud degli USA.
Ed è anche parte del jazz quel vasto crogiuolo di musica commerciale e popolare che appunto da questo è stato profondamente influenzato e trasformato. Il jazz, infatti, è ora un elemento fondamentale della nostra vita attuale. Se il jazz è commovente ciò è perché la gente, come voi e come me, si commuove. Se è un poco strambo e incontrollato, ciò è perché così è la nostra società.

Il jazz sicuramente non rimpiazzerà il rock, il funk, la soul music o l’hip hop come musica popolare di massa, non essendo tale tipo di arte pur avendo con tali generi molto in comune. Esso, infatti, dispone di colori strumentali e vocali propri ed è musica di chi la esegue e dove tutto è subordinato alla personalità dei singoli musicisti o deriva comunque da una situazione musicale creatasi quando il musicista – e non il compositore o l’arrangiatore – era tutto. Alcuni musicisti si drogavano fino alla cima dei capelli, con grande scandalo dei vecchi, per i quali whisky, donne e qualche volta un po’ di tè era tutto ciò di cui poteva aver bisogno un musicista a modo, non c’è dubbio – anche se non sarebbe generoso citare i nomi di quelli che son finiti in tribunale – che tossicomanie siano state molto più diffuse tra i “modernisti” che in qualsiasi altro gruppo di musicisti jazz. Le storie di alcuni di loro come quella del primo e del maggiore tra i moderni e forse del loro unico genio, Charlie “Bird” Parker, hanno l’orrida ineluttabilità di quelle dei grandi solitari della cultura romantica. Nella vita di Parker, anche se il suo talento venne riconosciuto molto più rapidamente, non ci sono stati più successo o piacere di quanti ve ne siano stati nella vita di Van Gogh: c’era solo la totale, assoluta impossibilità di adattarsi al mondo, e l’impulso irresistibile a suonare quel che doveva essere suonato, contro il mondo stesso. 
È così che le frontiere del jazz sono sempre state aperte, specie agli inizi, ai non musicisti, e questa è stata la grande forza del jazz. Ma se il jazz si avvicinerà sempre più alle arti ortodosse, è molto probabile che queste frontiere saranno chiuse e il visto di entrata sarà concesso a postulanti molto selezionati. 

Nessuno dei diversi stili presenti nel jazz ha mai completamente “rimpiazzato” il precedente, né si può dire sia stato migliore del precedente, perché ciascuno stile accorpa e si fonde con ciò che c’era prima. E ciò è vero anche per tutta la musica del mondo le cui correnti sono correlate l’un l’altra in modo trasversale.

Il programma degli incontri per il 2024

 Il programma degli incontri di quest’anno si articolerà in cinque (5) blocchi di circa due (2) ore ciascuno. 
I blocchi avranno un calendario che verrà reso noto di volta in volta sul sito ALDAI Eventi.
Le Pillole di jazz tratteranno argomenti molto vari, con ampio utilizzo del video-ascolto che vedrà la partecipazione, anche se solo virtuale, di molti jazzisti, il tutto accompagnato con notizie e approfondimenti sui brani e sui temi musicali trattati.

Le Pillole copriranno un nutrito numero di artisti con alcune delle loro opere più significative, tra cui: Abbey Lincoln, John McLaughlin, Chick Corea, Paul Desmond, Herbie Hancock, Duke Ellington, Wynton Marsalis, Bobby Hebb, Nina Simone, Judy Garland, Lester Young, Teddy Wilson, Kenny Dorham, Joe Henderson, Antonio Carlos Jobim, Stan Getz, la Mahavishnu Orchestra, Nat King e Freddy Cole, Pat Metheny, Art Blakey, il Modern Jazz Quartet (MJQ), il Buena Vista Social Club, Jackie McLean, Gato Barbieri, Bill Evans, Miles Davis, Cannonball Adderly, Dexter Gordon, Gerry Mulligan, Joe Zawinul, Benny Golson e infine Wayne Shorter.
SAVE THE DATE

La presentazione della prima pillola di Jazz si terrà 

mercoledì 21 febbraio 2024 alle ore 17:30 
presso la Sala Viscontea Sergio Zeme

Per partecipare è necessaria la registrazione su www.aldai.it

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