Da 60 anni svetta su Milano

Grattacielo Pirelli, la Milano che rinasce e cresce

in collaborazione con la Struttura Stampa del Consiglio regionale della Lombardia - www.lombardiaquotidiano.com


Ha più di sessant’anni ma non li dimostra. Grazie alle sue forme slanciate, semplici ed eleganti, il Grattacielo Pirelli (oggi Palazzo della Regione), universalmente conosciuto come Pirellone, continua a essere simbolo della modernità e motivo di ammirazione nel mondo come edificio verticale ideale. Nel corso degli anni, del resto, a New York, Berlino, Barcellona e Basilea (per citare i casi più noti) sono sorti grattacieli molto simili a questo progenitore milanese, ideato e costruito alla fine degli anni ’50 e inaugurato il 4 aprile 1960. Nei suoi primi anni il Pirellone era l’edificio più alto d’Europa ed era il biglietto da visita di un Paese in forte crescita, immerso in un processo di sviluppo trainato da Milano e dalla sua dinamicità. 

A trasportarci in quel periodo è rimasta la fotografia in bianco e nero di Uliano Lucas con un emigrato dal sud che esce dal gigantesco corpo della Stazione Centrale e guarda sorpreso una costruzione per lui inimmaginabile. Quei primi anni ’60 erano carichi di speranze e di voglia di fare, di case e strade che sorgevano in continuazione.

Consapevole di quanto stava accadendo, il creatore del Pirellone, l’architetto Gio Ponti (oggi diremmo l’archistar Ponti), si preoccupava di mettere sale e significato a quella che non era ancora stata definita l’esagerazione del cemento. Vedeva una Milano in sofferenza rispetto alle altre grandi città italiane, alle quali la natura aveva regalato mare, laghi e monti, e pensava di caratterizzare la capitale dell’industria con i grattacieli. Non uno ma diversi grattacieli, vicini come gli alberi di un bosco. Ma per vedere realizzato questo suo sogno avrebbe dovuto vivere qualche anno in più. Intanto, insieme agli ingegneri Antonio Fornaroli, Giuseppe Valtolina, Egidio Dall’Orto, Pier Luigi Nervi, all’architetto Alberto Rosselli e al professor Arturo Danusso, si concentrò sul Grattacielo Pirelli. “La mia idea – diceva – è che gli edifici stessi emanino la luce, illuminino la strada, si caratterizzino luminosamente nella notte”

Più ancora che un edificio venne concepita un’opera d’arte, alta 127 metri e con 31 piani (710 scalini), una figura al cui fascino è impossibile sottrarsi e che ha ispirato scrittori, pittori e fotografi, oltre che registi. E per la prima volta fu superata in altezza la Madonnina del Duomo, posta a 108,5 metri dal suolo, così che per tale ragione sul tetto venne collocata una piccola riproduzione della statua. Fu la soluzione individuata per rispettare la tradizione che voleva la Madonnina a vegliare su tutta la città. Il record in altezza del Pirelli è stato poi superato nel 2010, quando a Milano iniziò la stagione dei nuovi grattacieli e altre Madonnine sono state poste su Palazzo Lombardia e sulla Torre Isozaki di City Life. 

Fiero della sua importanza, il Pirellone ha accompagnato nel frattempo i cambiamenti storici di Milano e della Lombardia. Acquistato nel 1978 dalla Regione Lombardia, è oggi la sede del Consiglio regionale (che si riunì nel Grattacielo per la prima volta il 2 giugno 1980). “Il Pirellone – spiega il Presidente del parlamento lombardo Federico Romani – è ora la casa dei lombardi, il luogo dove i rappresentanti del territorio si riuniscono, prendono decisioni, promuovono il confronto tra stakeholders. Ma è anche il luogo di una intensa attività di educazione civica, attuata attraverso le numerosissime visite scolastiche, e di moltissime iniziative culturali come mostre e convegni. Conosciuto e amato da tutti i lombardi e non solo da essi, il grattacielo è un simbolo identitario e come tale in occasione delle aperture attira sempre folle di visitatori interessati e ammirati”

Mete dei visitatori sono in primo luogo l’Aula consiliare e il 26º piano, oggi dedicato alla memoria delle funzionarie Annamaria Repetti e Alessandra Santonocito, che persero la vita il 18 aprile 2002 quando un piccolo aereo si schiantò contro il Grattacielo. Dopo quell’incidente occorsero due anni di restauri per ridare piena vita al Palazzo e da allora due ambienti aperti al pubblico ricordano due milanesi illustri: l’Auditorium da 350 posti intitolato a Giorgio Gaber e il Belvedere Enzo Jannacci.

Il Pirellone è un piccolo-grande mondo e come tale è un intreccio di vicende umane, di storie nella Storia, di fatti più o meno importanti, di curiosità. E oggi, al tempo dei social, il grattacielo può vantare anche due star del web, piccole e simpatiche. Si tratta dei due falchetti Giò e Giulia (dai nomi dei coniugi Ponti), che da circa dieci anni nidificano sul tetto, vigilati dalla Lipu e da una webcam, e che si calcola abbiano generato una quarantina di piccoli pulli. A loro modo sono un ulteriore simbolo della vitalità e dell’energia che alberga in questo stupendo palazzo.
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