La Finanziaria 2023 contribuirà alla produttività?

L’Italia è in fondo alla classifica europea della produttività, che non cresce dagli anni ’90. Analizziamo allora la Legge di Bilancio dal punto di vista dell'impatto sulla produttività.

A cura della redazione


Le ultime posizioni dell’Italia nelle classifiche europee  dell’occupazione, della solidità finanziaria, della meritocrazia e della produttività preoccupano coloro che hanno investito negli studi, nel lavoro e nell’impegno sociale contribuendo, più di altri e per decenni, con tasse e contributi al bilancio dello Stato.

Il Sindacato dei Dirigenti è apolitico e, nel rispetto delle diverse opinioni, non analizza la manovra finanziaria 2023 in chiave politica o di cronaca, come propongono altri media; preferisce esaminare oggettivamente gli investimenti per un Paese migliore. Un Paese nel quale sia riconosciuto il merito e sia garantita la certezza del diritto; un Paese in grado di offrire prospettive di lavoro e di realizzazione di vita per tutti; un Paese con infrastrutture e servizi allineati ai migliori livelli europei; un Paese più equo e sicuro nel quale tutti paghino le tasse in base alla capacità di spesa, e dove la burocrazia venga sostituita da efficaci servizi digitali; un Paese nel quale prevalgano i valori di: libertà, rispetto delle regole, trasparenza, qualità del sistema educativo, attrattività dei talenti, pari opportunità e mobilità sociale. Insomma un Paese che volti pagina e si concentri sulla produttività per farne leva di rinascita economica e sociale.

La dirigenza valuta responsabilmente la Legge Finanziaria 2023 dal punto di vista del contributo alla produttività, senza la quale rischiamo di allontanarci dall’Europa e avventurarci in percorsi rischiosi per la stabilità economica e il futuro delle nuove generazioni.

La Camera dei Deputati, il 23 dicembre 2022, ha approvato con 197 voti a favore, 129 contrari e 2 astenuti la legge di bilancio 2023 da 35 miliardi; analizziamo le iniziative della manovra.

Energia

Quasi due terzi delle risorse (21 miliardi di euro) sono dedicati agli interventi (a debito) a sostegno di famiglie e imprese per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione. Sono finanziati: l’azzeramento degli oneri di sistema, il credito d’imposta per le PMI e le imprese energivore, così come il bonus sociale per le famiglie con Isee inferiore a 15mila euro.

Misura che contribuirà alla produttività solo per la parte delle risorse dedicate a rifinanziare fino al 30 marzo 2023 il credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale da parte delle imprese energivore e gasivore. 

Nell’ambito della misura sono anche stanziati circa 3,1 miliardi di euro per il comparto sanità e per gli enti locali, compreso il trasporto pubblico locale. 

L’intervento assistenziale per mitigare il caro energia non comprende però investimenti in infrastrutture per la produzione di energia. Dal punto di vista della produttività l'ingente contributo ai costi energetici delle imprese rappresenta solo una “boccata d’ossigeno” per i primi tre mesi del 2023. E poi? Si vedrà.

La dirigenza chiede da tempo un piano industriale di lungo periodo che permetta di assicurare indipendenza energetica e costi competitivi, senza i quali non sarà possibile migliorare la produttività e la crescita economica.

Extraprofitti

Si tratta di un contributo di solidarietà del 50% sull’imponibile IRES e sull’incremento medio superiore al 10% sugli anni 2018-2021 delle imprese produttrici di energia che dovrebbe generare incassi per circa 2,5 miliardi. Nessun prevedibile impatto di tale misura sulla produttività se gli extraprofitti non saranno utilizzati per mitigare i costi dell'energia per le imprese e nessuna indicazione di investimento della somma in soluzioni per migliorare l’efficienza energetica e la produzione a basso costo.

Taglio del cuneo fiscale

Interessante la riduzione del cuneo fiscale e la tassazione al 5% per i premi di produzione fino a 3mila euro. Una riduzione dei contributi a favore dei dipendenti, che pagano le tasse e votano, ma nessuna riduzione per le imprese che pagano solo le tasse. Il taglio del cuneo fiscale non ridurrà i costi del lavoro per le imprese, rappresenterà bensì un parziale recupero del potere d’acquisto dei dipendenti: 3% (da 19 a 40 euro circa in più al mese) per i redditi inferiori a 25mila euro l’anno e 2% per i redditi superiori fino a 35mila euro, a dimostrazione che la misura rappresenta uno sconto contributivo per i dipendenti con i redditi più bassi, quindi un'iniziativa a sfondo sociale che non modificherà  i costi delle imprese e che non migliorerà quindi la produttività. Preoccupa la mancanza di attenzione alla produttività e sostenibilità delle imprese.

Decontribuzioni sulle assunzioni

Fino a 8mila euro l’esonero dei contributi per le aziende che nel 2023 assumono a tempo indeterminato giovani fino a 36 anni, donne disoccupate o precarie e percettori di reddito di cittadinanza. La decontribuzione potrebbe favorire l’occupazione e, forse, in minima parte anche la produttività delle imprese che assumeranno a tempo indeterminato nuovi dipendenti.

Imposta di soggiorno

I capoluoghi di provincia a vocazione turistica potranno applicare un’imposta di soggiorno al massimo di 10 euro a notte. Una misura per ritoccare al rialzo le tasse sul comparto turistico non certo per migliorare la competitività.

Superbonus 

L’incentivo si riduce dal 110% al 90% ed è prorogata la scadenza Superbonus 110 per i condomini con delibera assembleare entro il 18 novembre e inizio lavori entro il 31 dicembre 2022. Una misura presentata senza alcun collegamento alla riduzione dei costi energetici e quindi alla produttività.

Flat Tax

La tassa del 15% sui redditi degli autonomi e delle partite IVA sarà estesa da 65 a 85mila euro. Un vero regalo per gli autonomi che non hanno rilevanti costi dell’attività. L’iniziativa contribuisce ad incrementare le disuguaglianze contributive senza alcun benefico per la produttività

Reddito di Cittadinanza

Finanziamento del sussidio per i primi 7 mesi dell’anno, con obbligo di istruzione fino a 29 anni e aumento della decontribuzione da 6 a 8mila euro per le imprese che assumono i titolari di reddito di cittadinanza. Un efficientamento del sussidio che dovrebbe favorire l’occupazione e ridurre l’assistenza, con possibili benefici per il lavoro e per la produttività.

Imprese

Rinviata al 2024 l’entrata in vigore di plastic e sugar tax.
Rifinanziato con 1 miliardo il fondo di garanzia delle operazioni finalizzate all’attività d’impresa concesse da un soggetto finanziatore.
Prorogato il bonus Ipo, il credito imposta per favorire la quotazione delle PMI in borsa.
Nessun contributo evidente a favore della produttività delle imprese.

Ponte sullo Stretto

Riapertura dell’unica opera infrastrutturale prevista nella manovra di bilancio, senza allocare però specifiche risorse e senza uno studio aggiornato e obiettivo di costi/benefici per il Paese. Potrebbe contribuire alla produttività delle imprese siciliane.

Smart working

Prolungato per i lavoratori fragili lo smart working semplificato che non prevede uno specifico accordo fra lavoratore e impresa. L’estensione della misura a tutti i lavoratori in grado di operare da remoto potrebbe aumentare la produttività delle imprese.

Dimezzata l’IVA sui prodotti per l’infanzia

Per fronteggiare l’inflazione viene finanziata una Carta Risparmio per le famiglie con redditi fino a 15mila euro e viene ridotta l’IVA dal 10 al 5% per i prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile. Non si possono immaginare benefici per la produttività ed analoga considerazione vale per le misure indicate di seguito.

Tregua fiscale

Sanatoria per la cancellazione delle cartelle esattoriali ante 2015 sotto i 1.000 euro dall’impatto non chiaro sul bilancio dello Stato.

Sostegno alle famiglie

Aumento dell’assegno familiare per nuclei con oltre tre figli e il congedo parentale per figli fino a 6 anni aumenta dal 30 all’80% per un mese aggiuntivo.

Mutui

Sconto del 50% dell’IVA per l’acquisto di una casa green direttamente dal costruttore nel 2023 e possibilità di trasformare i mutui da tasso variabile a tasso fisso.

Intercettazioni

Maggiore regolamentazione e costi a carico del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Riforma Cartabia rinviata al 30 giugno.

Salva Sport

Concessa alle federazioni sportive la possibilità di pagare con la maggiorazione del 3% i debiti dovuti allo Stato in 60 rate.

Opzione donna

Aumenta da 58 a 60 l’età per usufruire del pensionamento Opzione donna da parte di: caregiver, disoccupate e donne con almeno il 75% di invalidità. Iniziativa welfare che aumenta il costo delle pensioni senza contribuire esplicitamente alla produttività con l’inserimento di giovani in sostituzione dei pensionati.

Pensioni

Pensioni minime aumentate per over 75 anni a 600 euro nel 2023. Quota 103 per chi è interessato ad andare in pensione, con 41 anni di contributi e 62 anni di età, mentre è previsto un bonus per chi decide di restare al lavoro. Ape Sociale confermata per i lavori usuranti. Le iniziative comportano costi per la collettività, ma nessun beneficio per la produttività.

Le misure sulla riduzione della perequazione delle pensioni sono ampiamente commentate negli articoli di CIDA, Michele Carugi e Mino Schianchi e non generano benefici per la produttività.

In conclusione

La manovra 2023 finanzia  35 miliardi di euro di misure prettamente assistenziali, dei quali 21 a debito. L’assenza di investimenti in infrastrutture e tagli al cuneo fiscale a vantaggio delle imprese non creerà un contesto favorevole al miglioramento della produttività e della competitività.

Una legge di bilancio senza visione del futuro, finalizzata a interventi assistenziali temporanei per superare le difficoltà, senza investimenti nei fattori fondamentali per la produttività e la competitività del Paese che vorremmo.

Una legge di bilancio come tante altre, con doni natalizi a favore di numerose categorie elettorali e a carico del solito ceto medio di dipendenti e pensionati, dando priorità al consenso di breve periodo piuttosto che agli investimenti in infrastrutture, formazione, taglio concreto e utile del cuneo fiscale, per il rilancio dell’occupazione e della produttività.

L'analisi evidenzia la mancanza di attenzione alla produttività e se continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto, essa non potrà migliorare e produrrà un'ulteriore discesa del Paese nelle classifiche europee.

La finanziaria 2023 non prevede investimenti lungimiranti per il futuro (pazienza). C’è il timore che non basterà per superare le sfide che ci attendono e confidiamo di poterci sedere presto al tavolo del Governo, con tutte le parti sociali, per ragionare insieme responsabilmente sulle iniziative che solo lo Stato può mettere in campo per ridare fiducia al Paese.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.