Il percorso di decarbonizzazione in Europa.
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC)
Nell’ambito del Green Deal e del Piano Europeo per la Decarbonizzazione, i PNIEC nazionali giocano un ruolo strategico, essendo gli strumenti attuativi per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal programma europeo Fit for 55 al 2030. Il Gruppo Energia ed Ecologia, con questo articolo, fa il punto sulla situazione del PNIEC italiano spiegandone i contenuti, gli obiettivi e i nodi principali di attuazione, mettendone anche in risalto i punti di forza e di debolezza alla luce della valutazione della Commissione Europea
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Foto di AndreasAux da Pixabay
Vanni Bruscaglioni
Socio ALDAI-Federmanager e componente del Gruppo Energia ed Ecologia
Cosa sono i PNIEC. La loro storia
I PNIEC, ricordiamolo brevemente, rappresentano il principale strumento di pianificazione politica strategica che consente agli Stati membri di descrivere come raggiungeranno gli obiettivi e i traguardi fissati dall’Unione Europea in merito a energia e clima al 2030.
In particolare, i PNIEC delineano il modo in cui ciascun Paese intende affrontare le cinque dimensioni dell’Unione dell’energia:
- Decarbonizzazione
- Emissioni e assorbimenti di gas serra
- Energie rinnovabili
- Efficienza energetica
- Sicurezza energetica;
- Mercato interno dell’energia;
- Ricerca, innovazione e competitività.
L’Italia ha presentato il suo PNIEC per la prima volta nel gennaio del 2020. Esso, tuttavia, è stato rivisto alla luce dei nuovi target del Fit for 55 e in virtù del nuovo piano RepowerEU (rendere l’Europa indipendente dai combustibili russi).
Il Governo italiano ha così ripresentato una prima bozza di PNIEC alla Commissione europea il 19 luglio 2023 e successivamente, a fine giugno 2024, dopo avere ricevuto da quest’ultima le raccomandazioni alla prima bozza, ne ha pubblicato la versione definitiva.
Il PNIEC italiano – Contenuti e obiettivi
Nella tabella sottostante sono riportati i target dei principali indicatori del PNIEC (scenario di policy) a fronte degli obiettivi europei
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Fonte: Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC), giugno 2024
Vediamo quali sono le azioni principali che si prefigge il PNIEC.
1. Decarbonizzazione
1.1. Emissioni e assorbimento gas serra
Nel 2030 si prevede, rispetto al 2005, una riduzione del 66% per tutti gli impianti veicolati dalla normativa ETS (settori ad alta intensità energetica quali - ma non solo -: acciaio, plastiche, raffinerie, elettrico, aviazione) in linea con l’obiettivo europeo del -62%, e un -40,6% per le emissioni dei settori ESR (trasporti, residenziale, terziario, industria medio-piccola, rifiuti, agricoltura) non in linea con l’obiettivo europeo del -43,7%.
Le azioni che il PNIEC Italiano intende mettere in pratica sono le seguenti:
Settori ETS (Emission Trading System)
- Significativa accelerazione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nei processi di lavorazione
- Aumento della quota di rinnovabili nel mix di generazione elettrica
- Sviluppo di combustibili green alternativi quali il biometano e l’idrogeno negli usi finali ed energetici, inclusi i settori industriali hard-to-abate.
- Implementazione della cattura, trasporto e stoccaggio della CO2 (CCS - Carbon Capture and Storage) soprattutto nel settore industriale
- phase-out del carbone programmato entro il 2025 (ad eccezione degli impianti situati in Sardegna)
Settori ESR (Effort Sharing Regulation)
Ricordando che i settori che pesano maggiormente sono il civile 28% e i trasporti 37%, le misure sono:
Settore Civile: accelerazione nel ritmo di efficientamento degli edifici esistenti, come la diffusione di interventi di isolamento delle superfici e l’applicazione di tecnologie particolarmente performanti come, ad esempio, le pompe di calore e i sistemi BACS (Building Automation and Control Systems)
Settore Trasporti
- graduale e naturale sostituzione del parco veicolare obsoleto anche con contributi pubblici dedicati
- sviluppo della mobilità condivisa/pubblica
- incremento della mobilità dolce e diffusione di mezzi caratterizzati da consumi energetici ridotti e da emissioni di CO2 molto basse o pari a zero.
1.2. Energie rinnovabili
Per quanto riguarda le energie rinnovabili, si intende crescere dal 19% del 2021 al 39,4% dei consumi finali lordi di energia al 2030, in linea con l’obiettivo europeo del 38,7%. Qui di seguito in tabella gli obiettivi di crescita della potenza da fonte rinnovabile al 2030.
Tabella 2- Obiettivi di crescita della potenza da fonte rinnovabile al 2030 (MW) [Fonte: RSE, GSE, Terna]
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*sono esclusi gli impianti di pompaggio puro e misto
** La potenza geotermoelettrica attesa potrà essere incrementata laddove alcune iniziative progettuali in via di sviluppo, in particolare a ciclo binario, dovessero raggiungere un livello di maturità compatibile con l’effettiva realizzazione, anche mediante strumenti di supporto
*** comprende anche la potenza la cui produzione sarà destinata agli elettrolizzatori
In dettaglio i contributi delle rinnovabili nei diversi settori
Settore Elettrico
Per crescere dal 37% del 2022 al 63% del 2030 si punterà soprattutto sull’eolico (da 11.800MW a 28.000MW) e sul fotovoltaico (da 25.000MW a 79.000MW).
Si mirerà alla riduzione dei costi e all’incremento tecnologico promuovendo il revamping e repowering di impianti potenzialmente ancora competitivi nell’eolico e promuovendo l’installazione di nuovo fotovoltaico innanzitutto su edificato, tettoie, parcheggi, aree di servizio, ecc. e - in secondo luogo - la diffusione anche di grandi impianti fotovoltaici a terra, privilegiando zone improduttive, non destinate ad altri usi, quali le superfici non utilizzabili a uso agricolo.
A livello di impianti di dimensioni contenute, sarà promosso lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo singolo o collettivo, oltre a misure di natura fiscale.
Grande attenzione sarà posta alla semplificazione e accelerazione delle procedure autorizzative a tutti i livelli, e sul processo di individuazione di aree idonee.
Settore Trasporti
A fronte di un obiettivo del 29% di rinnovabili, si intende crescere dall’8% del 2022 al 34% del 2030
Questo comporta l’obbligo di immissione in consumo di prodotti rinnovabili in capo ai fornitori, estendendone l’applicazione a tutti i comparti dei trasporti.
Nel campo della tecnologia, le rinnovabili prevederanno, in ordine decrescente come ktep (consumi totali di energia per fonti primarie): i biocarburanti liquidi, l’elettricità da rinnovabili per i veicoli elettrici puri (BEV - Battery Electric Vehicle) e gli ibridi elettrici plug-in (PHEV - Plug-in Hybrid Electric Vehicle), il biometano, i carburanti rinnovabili non biologici (RFNBO - Renewable Fuels of Non-Biological Origin).
Rinnovabili Termiche
A fronte di un obiettivo vincolante del 29.6% si intende crescere dal 21% del 2022 al 36% al 2030.
Si punterà molto sul riscaldamento e raffrescamento degli edifici, in particolare con la promozione del teleriscaldamento e l’obbligo di fornitura di calore rinnovabile.
Verrà utilizzato sempre più il vettore biometano (in primis) e l’idrogeno (quest’ultimo in particolare in ambito industriale) e si conterà su un’ampia diffusione delle pompe di calore nel settore civile, valorizzando anche l'apporto in modalità raffrescamento.
Idrogeno
Una menzione a parte merita il tema idrogeno. Complessivamente si stima al 2030 una produzione di 250 kton di idrogeno rinnovabile (70% di produzione nazionale il resto importato), corrispondente all’installazione di una capacità elettrica di 3GW di elettrolizzatori. Circa il 55% sarà impiegato nei trasporti (marittimo e aviazione compresi) mentre il restante nell’industria (in particolare nei settori hard to abate), settore che avrà il 54% dell’idrogeno da rinnovabile.
2. Efficienza Energetica
Il PNIEC prevede di passare dai 140 Mtep (milioni tonnellate equivalenti di petrolio) di consumi di energia primaria del 2022 ai 123 Mtep del 2030, e per i consumi di energia finale da 112 Mtep del 2022 a 102 Mtep del 2030 a fronte di obiettivi europei rispettivamente di 111 e 93.
Gli interventi dovranno essere prioritariamente indirizzati in ambito civile e trasporti. Nel settore civile sarà necessario intervenire in particolare sulla riduzione dei fabbisogni energetici degli edifici attraverso interventi di riqualificazione profonda e un incremento della diffusione di sistemi tecnici altamente performanti come le pompe di calore e i sistemi BACS.
Nel settore trasporti sarà fondamentale promuovere una riduzione della domanda di mobilità passeggeri privata, indirizzandola verso la mobilità collettiva e/o smart mobility e prevedendo politiche per favorire lo smart working, mentre nel trasporto merci sarà necessario incrementare lo spostamento da gomma a rotaia/nave, oltre a proseguire sulla promozione del ricambio dei veicoli pubblici e privati, seguendo e accelerando gli avanzamenti tecnologici offerti dal mercato.
3. Sicurezza Energetica
Ricordiamo che la sicurezza energetica è la capacità di un Paese di garantire una fornitura continua di energia, prevenendo o mitigando i rischi legati alla sua disponibilità, accessibilità e affidabilità.
Sistema elettrico
Per aumentare la resilienza del sistema elettrico, ovviando anche all’aumento dell’instabilità dovuta all’aumento delle FER (Fonti Energia Rinnovabile), occorrerà agire in maniera plurima. In dettaglio:
- aumentare la capacità e l’affidabilità delle interconnessioni con l’estero (nuove linee dalle attuali 30 e sistemi HVDC – High Voltage Direct Current);
- intervenire sulla rete interna per decongestionare il flusso SUD-NORD (la produzione FER è dislocata per lo più al Sud e lontana quindi dalle unità di consumo);
- ammodernare gli elettrodotti puntando sulla tecnologia della trasmissione in corrente continua (Progetto Hypergrid);
- aumentare la capacità di stoccaggio idrico dei bacini (mediante aste sequenziali);
- sviluppare la digitalizzazione e compiere un’analisi dettagliata sui rischi di interrompibilità.
Sistema gas
Per aumentare la sicurezza del sistema gas si dovrà agire sia sull’aumento degli approvvigionamenti sia attraverso il potenziamento delle infrastrutture necessarie. A riguardo ci si pone i seguenti obiettivi:
- potenziare il corridoio SUD tramite TAP (Trans Adriatic Pipeline), favorendo un incremento di capacità dall’Azerbaijan;
- incrementare la fornitura di GNL stringendo nuovi accordi (es. Egitto, Qatar, Congo) realizzando nuove strutture di rigassificazione basate su unità galleggianti (FRSU - Floating Storage and Regasification Units) e ottimizzando l’utilizzo dei terminali esistenti;
- incrementare la capacità di trasporto dai punti di entrata del sud Italia mediante la realizzazione della “Linea Adriatica”, indispensabile per poter incrementare i flussi verso il nord e l’Europa;
- potenziare il sistema di stoccaggio (in-shore e off-shore)
- favorire lo sviluppo di nuovi impianti di produzione di gas rinnovabili, in particolare di biometano;
- sviluppare un sistema di trasporto del gas idoneo a trasportare sia gas naturale che idrogeno con la creazione, inoltre, di infrastrutture adatte al trasporto anche di anidride carbonica (CO2) al fine di collegare i grandi emettitori che si doteranno di impianti di cattura con gli impianti di stoccaggio della CO2 allo studio nell’alto Adriatico.
Prodotti Petroliferi
Detto che la domanda di prodotti petroliferi è dell’80% nel settore trasporti e importante nel petrolchimico, per la sicurezza del sistema - oltre a puntare sulla diversificazione degli approvvigionamenti - si punterà sulla riconversione di raffinerie a bio-raffinerie e di sviluppo del co-processing all’interno delle raffinerie esistenti per sviluppare la produzione di bio-carburanti.
4. Mercato Interno dell’Energia
All’interno di questa dimensione, vale la pena soffermarsi sul tema della “Povertà Energetica”, intesa come il “non riuscire a soddisfare bisogni primari come cucinare, illuminare e riscaldare la propria abitazione”.
L’obiettivo è quello di ridurre il numero di famiglie in tale situazione, senza dimenticare che gli indicatori per la misura della PE sono plurimi, 11 secondo la Raccomandazione europea, ciascuno con valori diversi.
Detto che dal 2022 è operativo l’Osservatorio Nazionale per la Povertà Energetica, organo predisposto al coordinamento e lotta alla povertà energetica, due sono i tipi di intervento messi in campo per ridurla:
- interventi per ridurre il costo della bolletta elettrica-gas mediante i bonus sociali e politiche tariffarie per le persone fragili e vulnerabili;
- agevolazioni e interventi a supporto del risparmio energetico e incentivo alle rinnovabili, quali: audit gratuito per le abitazioni delle famiglie in povertà; installazione di pannelli fotovoltaici negli alloggi sociali di proprietà delle amministrazioni locali (con prestiti agevolati per installazione di pannelli fotovoltaici per un consumo condiviso); distribuzione gratuita di lampadine LED e altri dispositivi di risparmio alle famiglie più povere; campagne di comunicazione e tutoring, presso realtà locali, per incentivare comportamenti di consumo virtuosi.
5. Ricerca Innovazione Competitività
L’Italia ritiene prioritario sviluppare al 2030 i seguenti ambiti tecnologici:
- stoccaggio energia elettrica (accumulatori innovativi, recupero, riutilizzo)
- fonti rinnovabili (parchi solari e agrivoltaico, geotermia, eolico e fotovoltaico galleggiante)
- idrogeno (celle a combustibile, trasporto e stoccaggio, integrazione reti)
- combustibili rinnovabili diversi dall’idrogeno (biocombustibili liquidi e gassosi)
- nucleare (SMR, AMR, microreattori)
- cattura, utilizzo e stoccaggio di CO2 (CCUS);
- tecnologie di rete e digitalizzazione (tecnologia HVDC, nuovi materiali, smart grids)
- materie prime critiche e materiali avanzati per la transizione energetica e relative filiere nazionali (materiali per batterie, elettrolizzatori, recupero)
Valutazioni e commenti al PNIEC Italiano
Il nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2024 non presenta sostanziali miglioramenti rispetto alla bozza del 2023. Secondo gli analisti il PNIEC 2024 risulta ancora carente in due aspetti fondamentali: continua a mancare di una strategia finanziaria, con dettagli sugli investimenti di cui ogni misura necessita, e di una chiara strategia di abbandono delle fonti fossili anzi avvallando il gas come vettore di transizione. Nel seguito i punti positivi e negativi di dettaglio del PNIEC:
- L’obiettivo di riduzione dei gas serra nel settore ETS è raggiunto, -62% vs -69%. Non così nel settore ESR, con una riduzione del 40,6% a fronte di un target del 43,7%. Non sono specificate le misure aggiuntive che dovranno essere prese.
- Nel campo delle rinnovabili, il target del 39,4% è leggermente superiore all’obiettivo europeo del 38,7%. Il piano mostra un percorso chiaro per i settori elettrico, trasporti, riscaldamento e raffrescamento, così come visto positivamente è il ricorso a procedure di approvazione più snelle per le rinnovabili, ma è sbilanciato in favore delle rinnovabili termiche e dei biocombustibili, senza approfondire le reali disponibilità di queste fonti.
- Gli obiettivi di efficienza energetica non vengono raggiunti e nonostante le misure prese nei diversi settori siano ben dettagliate, non sono specificati gli investimenti necessari e le fonti di finanziamento.
- Per quanto riguarda la sicurezza del sistema energetico, per il settore gas, valutazione ampiamente positiva con phase-out delle importazioni della Russia per il 2025 in linea con il piano di RePowerEU. Per il settore elettrico positivo l’accenno allo sviluppo dello storage, benché manchi un obiettivo specifico. Per il settore oil positiva la conversione di alcune raffinerie a bio-raffinerie malgrado non ci sia spiegazione in dettaglio di come le infrastrutture esistenti possano essere convertite nella produzione di biocarburanti
- Per quanto riguarda la Povertà Energetica, il PNIEC delinea bene le misure prese a protezione dei consumatori domestici, sia vulnerabili che in povertà energetica, ma non riporta il numero di coloro che sono in povertà e non individua target precisi.
- Per il settore ricerca, il PNIEC riporta solo obiettivi qualitativi e misure per supportare la ricerca in tecnologie pulite, ma non il dettaglio degli investimenti necessari a una produzione e sviluppo di tecnologie a emissioni zero sia al 2030 che, in traiettoria, al 2050.
- La Just Transition è solo parzialmente affrontata nel PNIEC. Di positivo il piano fornisce alcune analisi sugli effetti della transizione energetica sull’occupazione e sul gap delle competenze necessarie in futuro. Di negativo il PNIEC non affronta gli impatti sociali sulle persone vulnerabili e non specifica le forme di supporto, gli impatti delle iniziative e le risorse dedicate per una giusta transizione.
- Il piano non valuta le vulnerabilità e i rischi climatici rilevanti per il raggiungimento degli obiettivi, delle politiche e delle misure energetiche e climatiche dell’Italia. Politiche e misure di adattamento non sono adeguatamente descritte.
01 gennaio 2025