Il lavoro passa sempre più dalle piattaforme
Il mondo del lavoro sta cambiando radicalmente ed in modo molto rapido. In pochi anni la digitalizzazione ha cambiato il modo in cui il lavoro si organizza.
Nicolò Boggian
Managing Partner, Black Tie Professional
In una prima fase le aziende hanno iniziato a trovare e contattare profili professionali sul web, direttamente, oppure tramite portali dedicati. In questo modo hanno migliorato di molto la loro possibilità di reperire le competenze necessarie al proprio business.
Questi sistemi sono pensati però in modo che le competenze così rintracciate debbano essere utilizzate presso la sede dell’azienda e di conseguenza il numero delle persone interessate diminuisce drasticamente perché questo significa doversi spostare, magari insieme alla propria famiglia, nel luogo dove lavora l’azienda oppure sopportare il disagio del commuting.
In tutto il mondo invece è arrivata una seconda ondata. le aziende hanno iniziato ad utilizzare competenze rintracciate sul web e la cui prestazione è svolta direttamente da remoto in modo da non obbligare le persone a spostarsi. I lavoratori interessati a questa modalità di lavoro sono gradualmente aumentati ma con il limite di non essere inseriti nell’organizzazione aziendale in modo stabile e di dover semplicemente sopperire a dei lavori puntuali e residuali rispetto a quanto avviene in azienda.
Con la diffusione dei sistemi di collaboration e di video call è invece già in vista una terza ondata. Le persone con le loro competenze sono rintracciate sul web, la loro prestazione si realizza a distanza ed è integrata direttamente a vari livelli nei processi aziendali. In questo modo la presenza fisica in un luogo piuttosto che in un altro è diventata totalmente indifferente.
La terza ondata è quindi la più importante e radicale perché rappresenta la più grande spallata al sistema organizzativo aziendale come lo conosciamo oggi.
Questo lavoro lo faranno delle piattaforme come Digital Work City che assumeranno le persone, gli daranno tutti i servizi che oggi ricevono dalle aziende, e poi li organizzeranno per conto delle aziende clienti che usufruiranno così della prestazione a consumo, in modo totalmente flessibile e integrandola presso l’azienda cliente, così che lo status del lavoratore non sia praticamente distinguibile rispetto a quello di un lavoratore direttamente contrattualizzato dall’azienda.
Oppure saranno le aziende più grandi a costruire degli ecosistemi di persone governati centralmente con cui organizzeranno le proprie attività (si veda già quello che succede oggi in Apple, Amazon o Alibaba per citare gli esempi più noti). Questi ecosistemi abbracceranno sempre più la stessa produzione di servizi e non solo la loro vendita.
Le aziende saranno quindi libere di investire sulle competenze e sul talento delle persone ricavandone il massimo dividendo in termini di produttività, innovazione e collaborazione. non avranno più bisogno del monopolio del tempo di un singolo collaboratore e di contrattualizzarlo per lunghi periodi di tempo. Allo stesso modo non avranno bisogno di appaltare il lavoro a singole società a cui pagare i costi di coordinamento. Il coordinamento diventerà istantaneo e senza attriti. Quello che conterà davvero sarà la responsabilità di portare a termine il lavoro e la proprietà intellettuale del risultato ottenuto.
La tendenza a digitalizzare il lavoro, sostituendo quello manuale, sempre più svolto da macchine, con quello intellettuale e creativo, svolto dalle persone, apre un orizzonte di prospettive mai visto nel mercato del lavoro. Il coordinamento digitale, se ben indirizzato, esalterà la capacità del singolo, le sue competenze e le capacità di networking, sostituendo i monopoli organizzativi e i privilegi di anzianità.
Ovviamente l’evoluzione non fa salti e sarà graduale, con “sopravvivenze”, sacche di arretratezza e punte di eccellenza. Le aziende ed istituzioni dovranno posizionarsi in questo mercato o saranno destinate a impoverirsi o difendersi con regolamentazioni, dazi, lobby e limiti agli scambi.
Questo fenomeno non è nuovo e non ha molti segreti.
Quello che è nuovo è la velocità e la penetrazione di questo cambiamento nella vita delle persone. Come in altri casi il primo che arriverà potrebbe non trovare più limiti alla sua espansione.