Il libro del mese: Una storia non soltanto bergamasca
La scorsa estate mi è accaduto di parlare con alcuni esponenti della Famiglia Rota. Mi sono persuaso che non si può leggere il bel libro “Attilio e Gino Rota” del prof. Ivano Sonzogni, storico e docente senza considerare quanto fossero difficili ma coinvolgenti la politica, l’economia e le istituzioni negli anni dello sviluppo che vanno dal 1856 al 1963 a cavallo tra due secoli.
Ivano Sonzogni
ATTILIO E GINO ROTA
Una storia non soltanto bergamasca
Bolis Edizioni - pagine 288
Collana di studi Fondazione per la Storia Economica e Sociale di Bergamo
La lettura dei suoi capitoli potrebbe appassionare coloro che amano la storia guardando al futuro ma anche al passato.
Nei cento anni che seguirono l’Unità d’Italia, la provincia di Bergamo conobbe infatti una trasformazione economica e sociale senza precedenti. La sua popolazione raddoppiò, mentre gli addetti all’industria crebbero senza sosta arrivando a superare del 50% quelli dell’agricoltura. La struttura del settore secondario, organizzata intorno alla seta e al cotone, si sviluppò con una diversificazione virtuosa in grado di sostituire i rami obsoleti con quelli emergenti. Nello stesso periodo il settore idroelettrico aumentò tanto da consentirne l’esportazione così come le infrastrutture modernizzarono e resero sempre più efficiente la fruizione del territorio.
Anni quindi di vitalità straordinaria che il volume racconta anche attraverso una iconografia fotografica e documentale di grande interesse storico culturale che mette al centro il ruolo dei protagonisti, Attilio (1856-1931) e il figlio Gino (1890-1963) accanto alle rispettive famiglie la cui memoria è tenuta viva anche nei nomi dagli attuali discendenti.
Un viaggio tra storia e memoria ma anche un modo per rendere omaggio all’immagine di un politico sensibile d’altri tempi che da giovane si avvicinò alla cosiddetta sinistra liberale. Il libro affronta anche la figura del figlio Gino, avvocato che fu Vice Presidente della Popolare e Presidente dell’Italcementi. Frutto di tante accurate ricerche che hanno spinto l’autore sino a Roma per mettere a fuoco le grandi personalità dei Rota che hanno interpretato la politica come servizio alla comunità. Un tempo lontano ma ancora ricco di richiami storici e ideali.
In un’epoca come la nostra, segnata spesso da altri modelli di comportamento, può risultare molto complesso guardare indietro per fare i conti con il passato. Illuminante sotto questo profilo una lettera che il Senatore Attilio Rota indirizza all’amico Paolo Gaffuri il 13 aprile del 1913: “Ho sempre pensato che qualsiasi carica si debba riguardare non come un vantaggio od una decorazione, ma come un dovere, che fa d’uopo sentirsi in grado di disimpegnare in modo degno ed adeguato alla sua importanza”.
Il libro, che si presenta gradevole sin dalle prime battute, suscita una viva impressione nel lettore ed è all’altezza della migliore tradizione storiografica. Si chiude con la parabola familiare iniziata con l’unità d’Italia e la visita ai Palazzi Apostolici il 14 marzo 1960 in udienza privata dal Papa Giovanni XXIII, il Pontefice bergamasco, appunto.
Gianni Fossati
Il volume può essere richiesto alla Fondazione per la Storia Economica e Sociale di Bergamo
Istituto di Studi e Ricerche - tel. 035/464438
01 novembre 2017