L'economia legale

Proposte di una soft intelligence.

Di Francesco Napoli
Editore Pellegrini, marzo 2023
Pagine 160 - Prezzo € 14,00
Disponibile nelle migliori librerie, su Amazon, IBS ed altri e-commerce

Recensione a cura di Silvana Menapace - Consigliere ALDAI Federmanager
Le pratiche illegali costituiscono un serio problema per lo sviluppo del Paese, non solo per gli eclatanti eventi criminosi, ma soprattutto per le molteplici ricadute negative che provocano all'economia e alla società:
  • La collusione privilegia il malaffare creando vantaggi per chi propone accordi illeciti a danno della collettività e degli operatori onesti;
  • Il clientelismo opprime la meritocrazia e blocca l'ascensore sociale;
  • L'evasione fiscale e l'elusione contributiva delle operazioni criminose aumenta il carico fiscale delle persone oneste e  delle imprese che operano legalmente, che pagano anche per chi opera illegalmente;
  • L'elevato indice di illegalità riduce la fiducia degli investitori italiani ed esteri
Per tutte queste buone ragioni è necessaria un'azione congiunta delle Istituzioni e di tutte le componenti responsabili per portare il Paese nel contesto di legalità e fiducia delle altre nazioni europee.

Per usare le parole di Marisa Manzini, che ha contribuito all'opera, le mafie alterano le regole del mercato e della democrazia, creano disuguaglianza sociale e avvelenano i territori nei quali sono presenti.

Le mafie continuano a crescere in maniera esponenziale e non solo nei territori dove tradizionalmente hanno da sempre esteso i loro tentacoli, arrivando a contaminare anche l’economia legale. 

Così spiega Il Sottosegretario agli Interni, Wanda Ferro, nella prefazione del libro, di fronte ad imprenditori in crisi di liquidità la criminalità organizzata può mettere in campo enormi risorse provenienti dalle attività illecite, offrendo forme di sostegno finanziario con l’obiettivo finale di impossessarsi delle aziende.

Per contrastare questa collusione tra mafia ed economia sono necessari strumenti di azione differenziati, di repressione, certo, ma anche di prevenzione e di educazione alla legalità. Così come risulta fondamentale snellire il funzionamento della macchina burocratica. La cattiva burocrazia è il punto di massima fragilità del sistema che alimenta le zolle di malaffare. I tentacoli della criminalità organizzata penetrano nella vita sociale compromettendo l’economia legale del Paese.

La mafia è un elemento di grave alterazione del mercato, danneggia le imprese sane con una concorrenza sleale, usa e diffonde corruzione, devasta i tessuti amministrativi e sociali. L’impegno dell’Intelligence insieme allo strumento del protocollo di legalità, va nella direzione virtuosa totale, anche e soprattutto ai fini della raccolta di strategie e strumenti, di dati, applicazioni e processi per raccogliere, utilizzare e analizzare le caratteristiche delle aziende per dare vita a una serie di best practice in termini di trasparenza e legalità da parte delle imprese del sistema, per incrementare i livelli di responsabilità e correttezza di chi fa impresa e non solo. 

Le associazioni delle imprese dovrebbero promuovere la conoscenza e l’adesione al Protocollo di Legalità tra le imprese, monitorare il livello di partecipazione, vigilare sul rispetto degli impegni assunti dalle imprese aderenti e favorire la collaborazione con le autorità ispettive e di controllo, anche ai fini dell’eventuale adozione di opportuni provvedimenti. 

Va in questa direzione il patto tra l’Arma dei Carabinieri e Confapi, Confederazione della piccola e media industria italiana, sottoscritto a livello nazionale a Roma e successivamente recepito dalle territoriali Confapi. 

Il protocollo per la legalità ha l’obiettivo di tutelare le imprese dal rischio di infiltrazioni mafiose, promuovere la cultura della legalità e l’imprenditorialità sana dell’economia italiana, in un momento storico che, da una parte, sta mettendo a dura prova le imprese, dall’altra – soprattutto se pensiamo alla prospettiva di piani di rilancio economico come il PNRR – richiama certamente l’attenzione e gli "appetiti" di personaggi vicini agli ambienti collusi.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.