Risparmio tradito

Nonostante le indicazioni delle banche e degli operatori finanziari è bene vigilare costantemente sui propri risparmi per evitare cattive sorprese

Pasquale Antonio Ceruzzi

Socio ALDAI-Federmanager – pacer263@gmail.com

Nella cronaca economico-giudiziaria del nostro paese tutti ricordiamo nomi quali: Parmalat (2003), Cirio (2002) e Tango Bond (2001). Scandali finanziari con caratteristiche comuni e che convergono su un concetto forte: “risparmio tradito”.
Eppure, nonostante il potere segnaletico, abbiamo recentemente assistito a nuovi casi:
  • Banca Marche, Popolare dell’Etruria, C.R. Ferrara, CariChieti (Obbligazioni Subordinate) (2016);
  • Popolare di Vicenza e Veneto Banca (2017).
E altri si formano nel frattempo: Steinhoff, Air Berlin, Danske Bank…
Ma come può questo ancora accadere?  E, appena dopo, se si tratta di “cattiva gestione” o “misselling” del soggetto che propone prodotti finanziari o invece può anche ipotizzarsi un caso di “moral hazard” da parte di chi acquista, ingolosito da un ritorno importante e apparentemente privo di rischio.
Rischio, è proprio questa la parola chiave. Nella nostra cultura il significato che noi attribuiamo è quello di “esporsi ad una probabile perdita, o pericolo”. Ma più rivelante è il suo significato nella cultura cinese:
Il primo simbolo sta per “pericolo” e il secondo per “opportunità” e stanno insieme (Aswath Damodaran). Non sono scindibili. Questo è quello che si avvera sempre con qualsiasi tipo di strumento finanziario nel momento in cui decidiamo di avvalercene.
Vale la pena allora affermare un altro principio che non dovrebbe mai essere dimenticato: non esiste strumento finanziario privo di rischio!
Molti di noi, da tempo, si avvalgono di strumenti finanziari per proteggere o incrementare la propria disponibilità patrimoniale e dovremmo, a questo punto, avere ben chiari quali sono le opportunità e i rischi.

A titolo esemplificativo forniamo le seguenti indicazioni.

Conto corrente e conto deposito

Utile a preservare “a breve” la propria liquidità ed eventualmente maturare un interesse.
Con l’apertura di un conto corrente e il conferimento del proprio denaro si cede temporaneamente la proprietà di quest’ultimo. A scadenza o a richiesta posso riavere denaro nella stessa quantità (non lo stesso denaro) e magari incamerare una remunerazione (interesse).
I rischi che corro sono il cosiddetto “rischio di insolvenza” (rischio che un intermediario fallisca) e il “rischio di liquidità” (ritiro abnorme di denaro agli sportelli).
È fondamentale che il custode del nostro denaro (la Banca) sia patrimonialmente solido ed efficiente. Ci sono 2 parametri da considerare il CET1 (Common Equity Tier 1) ratio per il primo argomento e il ROE (Return on Equity) per il secondo. Il CET1 ratio o Patrimonio di Qualità Primario e il ROE possono essere richiesti alla banca (che deve darli, come noi diamo alla banca la carta d’identità, la copia dei nostri stipendi, la dichiarazione dei redditi… per avere un prestito) o, in alternativa, si possono trovare su Internet.

Obbligazioni e Titoli di Stato

Sono contratti con i quali prestiamo, cedendone la proprietà, il nostro denaro con la promessa di venire rimborsati a scadenza del proprio capitale insieme a una remunerazione (interesse o cedola).
I rischi che corriamo sono il cosiddetto “rischio di credito” (mancato rimborso delle cedole e del capitale) e il “rischio sovrano” (per i titoli di stato a causa di eccessivo debito, spread del paese emittente).
È necessario chiedere al proponente il rating più aggiornato dell’obbligazione o del titolo offerto. Il rating è definito da agenzie di rating internazionali (S&Ps, Moody,s , Fitch…).

Azioni

Titoli (di rischio) partecipativi di una quota di una società. I benefici sono assembleari (voto) e finanziari.
Posso guadagnare/perdere in conto capitale con elevate probabilità e, se la società produce utili, posso beneficiare di un dividendo (frazione dell’utile in distribuzione agli azionisti).
Posso incorrere nel “rischio di mercato” (variazione dei prezzi, dei tassi, di cambio…), nel “rischio specifico” (rischio di credito di una precisa impresa o settore che porta al default).
È necessario conoscere i mercati azionari, i titoli da acquistare e le condizioni macro-economiche. Evitare di comprare singoli titoli di società non conosciute. Se si è avversi al rischio non comprare in alcun modo titoli azionari.

Fondi comuni di investimento e ETF

Sono quote di partecipazione in Organismi di Investimento Collettivi di Risparmio (OICR). Investono in grandi quantità di titoli e possono ridurre il “rischio specifico” e il “rischio di credito”. Non eliminano il “rischio di mercato”.
È necessario avere una conoscenza dei Fondi Comuni o degli ETF o avvalersi di Consulenza.

Consulente finanziario

Se non volete, o potete, fare da soli per la tutela del vostro risparmio potete optare per un consulente finanziario.
È il soggetto che dovrebbe consigliarvi su risparmio, previdenza e protezione del valore economico del capitale umano. È ufficialmente iscritto all’OCF (Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari).
Sceglietevene uno bravo (competente), moralmente integro ed empatico. Non esagerate però ricercando un benefattore. Chiedetevi chi lo paga e come viene pagato. Se questo aspetto non vi è chiaro chiedetelo a lui. Dalla spiegazione si possono capire molte cose.
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