Il sistema di welfare in ENEL
I dirigenti in Enel possono usufruire di istituti di assistenza sanitaria, di leisure e di previdenza complementare capaci di rispondere alle loro esigenze non solo lavorative e personali, ma anche familiari.
Sandro Neri
Cordenel
Di recente non è difficile imbattersi, anche su giornali e riviste generaliste, in articoli che illustrano come in molte realtà imprenditoriali sia tornato in auge il welfare aziendale attraverso la messa a disposizione ai dipendenti di benefici di ogni genere, ivi comprese talune iniziative riconducibili alle tradizionali aree del welfare statale.
Il welfare è infatti tornato ad essere uno strumento di politica del personale di attualità per le aziende, per effetto di un perdurante clima recessivo che taglia i redditi delle famiglie e di spending review che riducono progressivamente l’offerta e la qualità dei servizi pubblici. Per un’azienda, l’adozione di strategie incentrate sulla valorizzazione delle persone significa dare una concreta dimostrazione dell’importanza del proprio capitale umano. L’azienda è uno dei principali ambiti in cui le persone possono realizzare i propri progetti di vita e i propri bisogni e quando le persone non vivono bene sul posto di lavoro la conseguenza è che ne risente l’azienda nel suo complesso. È fatto notorio, fin dai primi esperimenti dell’800, che favorire il benessere dei lavoratori è una
scelta che reca un contestuale vantaggio dell’azienda.
Ciò che ora sembra cambiato rispetto al passato è l’approccio al welfare, non più legato a modelli di paternalismo o beneficenza bensì fondato sull’opportuno bilanciamento di profitto, attenzione alla persona e leadership. Gli strumenti ora utilizzati sono lo smart working volto alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa (flessibilità degli orari, part-time, telelavoro, borsa ore) e il welfare aziendale 2.0, calibrato cioè sulle esigenze delle singole famiglie (sono interventi, ad esempio, per promuovere attività di cura e di prevenzione della salute, per
migliorare il potere d’acquisto dei dipendenti, per accedere a servizi di assistenza all’infanzia o a servizi di supporto ai familiari anziani).
Anche il Governo, con la legge di Stabilità 2016 (c. 190, art. 1), ha mostrato un segnale di gradimento nei riguardi della pratica del welfare aziendale, agevolando fiscalmente i servizi di welfare rispetto all’equivalente in denaro dell’erogazione dei premi di produttività.
Il sistema di welfare è, da sempre, uno degli elementi caratterizzanti la figura del dirigente in Enel.
Grazie anche all’impegno profuso negli anni da Cordenel (che è la RSA dei dirigenti del Gruppo Enel), i colleghi possono usufruire di istituti di assistenza sanitaria, di leisure e di previdenza complementare capaci di rispondere alle loro esigenze non solo lavorative e personali ma anche familiari. Tali istituti funzionano e forniscono servizi grazie anche al volontario impegno di alcuni dirigenti e, chiaramente, i servizi offerti variano e si arricchiscono in ragione della professionalità e delle conoscenze che i dirigenti riescono a mettere a disposizione. Infatti, Cordenel, con accordi che risalgono agli anni ’80, ha costituito insieme ad Enel tre associazioni deputate ad erogare:
1) servizi di assistenza sanitaria integrativa inclusi servizi di medicina preventiva come il check-up;
2) servizi culturali, per il tempo libero, promozione scolastica e formazione linguistica;
3) servizi di previdenza privata, complementare a quella Inps, denominate rispettivamente Asem, Acem e Fondenel.
Le tre associazioni in quanto parte del welfare aziendale costituiscono un elemento importante della retribuzione del dirigente e sono finanziate in parte da Enel e in parte con contributi dei soci (per Asem e Fondenel). Sono soci delle tre associazioni tutti i dirigenti in servizio, i dirigenti in pensionamento di vecchiaia ed anzianità (con almeno 10 anni Enel) ed usufruiscono delle prestazioni i familiari presenti nel nucleo familiare del dirigente in servizio o in pensione, inclusi i conviventi more uxorio.
La governance delle associazioni è assicurata da soci volontari (in servizio e in pensione), con mandato periodico, nominati con modalità in sostanza paritetiche da Cordenel e dall’azienda.
Tali istituti quindi esistono, funzionano e forniscono servizi grazie al volontario impegno di alcuni dirigenti ed allo sforzo congiunto di Cordenel, della Federazione e dell’Azienda. Sono presenti
anche sportelli sul territorio nazionale dedicati al perfezionamento delle diverse iscrizioni, alla presentazione e al controllo formale delle pratiche di rimborso, ai quali possono accedere i dirigenti ed i
loro familiari.
L’iscrizione a Federmanager consente poi di completare l’assistenza sanitaria fornita dell’Asem con l’accesso al fondo sanitario integrativo Assidai, che copre le spese non rimborsate da Asem ed è a questa complementare.
Si può pertanto senz’altro affermare che, in tema di welfare per la dirigenza, sia Cordenel sia Enel riconoscono ampi spazi di convergenza, con vantaggio reciproco.
Da un lato, Enel sta dimostrando che la competitività del Gruppo si costruisce anche privilegiando politiche del personale che prevedono l’adozione di soluzioni di welfare sussidiario. Ad una politica di welfare aziendale ben congegnata conseguono effettivamente esiti positivi: maggiore gratificazione dal lavoro, migliore reputazione aziendale e maggiore attaccamento all’azienda.
Dal canto proprio Cordenel, proprio perché è una “associazione di rappresentanza” che vive della partecipazione dei colleghi, trova nel welfare sussidiario un importante elemento di aggregazione della dirigenza ed una preziosa occasione di contatto per incrementare il numero delle adesioni dei colleghi e per sollecitare il loro contributo di idee e suggerimenti per essere sempre più “rappresentativa”.
01 maggio 2016