La forza dell’associazionismo
Protagonista di questo periodo è stata l’ultima manovra finanziaria che ha colpito duramente il management, ma solo uniti possiamo avere speranza di cambiare le cose
Manuela Biti
Presidente ALDAI-Federmanager
"Leggere il presente con gli occhi di domani”.
Sono queste le parole usate dal Presidente Sergio Mattarella nel corso del suo tradizionale discorso alla Nazione al termine di un anno – come quello che ci siamo lasciati alle spalle da un paio di mesi – che si è rivelato uno tsunami per manager e imprese. Un appello alla “responsabilità collettiva e individuale”, un invito ad accogliere e ad assecondare il cambiamento, perché, ricorda il dodicesimo Capo dello Stato, “rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: ma è anche un’illusione”.
Sono queste le parole usate dal Presidente Sergio Mattarella nel corso del suo tradizionale discorso alla Nazione al termine di un anno – come quello che ci siamo lasciati alle spalle da un paio di mesi – che si è rivelato uno tsunami per manager e imprese. Un appello alla “responsabilità collettiva e individuale”, un invito ad accogliere e ad assecondare il cambiamento, perché, ricorda il dodicesimo Capo dello Stato, “rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: ma è anche un’illusione”.
Questi primi mesi del 2023 non sono ovviamente ancora sufficienti per tracciare un bilancio definitivo e di certo sono ancora molti i quesiti aperti per poterlo fare: tra questi, l’andamento del costo delle materie prime, il PIL globale e nazionale e soprattutto un ritorno dell’inflazione a due cifre. Tuttavia, i dati rilasciati da Unioncamere e Anpal a inizio anno ci parlano di 500mila lavoratori ricercati a gennaio dalle imprese, vale a dire un 14% in più rispetto ai livelli pre-pandemici. Un dato che, se confermato dalle dinamiche effettive del mercato del lavoro, rafforzerebbe quel tasso di occupazione diramato da Istat lo scorso dicembre tornato dopo decenni sopra il 60%.
All’interno di questo contesto, il tema principale per il nostro Paese rimane sempre e comunque quello di essere in grado di creare condizioni stabili e durature per un percorso di crescita economica elevata e sostenibile nel medio e lungo termine e questo processo non può non includere i manager, veri attuatori e promotori del cambiamento.
Protagonista di questo periodo è stata, ed è tuttora, l’ultima manovra finanziaria che, inutile nasconderlo, ha colpito duramente il management: una decisione profondamente iniqua e che, come l’ha definita il Presidente CIDA e Federmanager, Stefano Cuzzilla, “danneggia ulteriormente chi oggi ha una pensione, il frutto di anni di lavoro e contribuzione”.
Come sapete e come più volte sottolineato in diversi contesti, la nostra rappresentanza più alta, CIDA, ha avviato da subito immediati contatti e pianificato azioni a livello politico e istituzionale dando mandato a un primario studio legale di predisporre un parere in merito alle possibili azioni da intraprendere sulla via giudiziaria.
Come ALDAI siamo sempre stati al fianco della Federazione e di CIDA mantenendo un dialogo aperto con gli iscritti e non ultimo organizzando un webinar con il nostro Comitato Pensionati da cui è stato tratto un documento contenente le principali valutazioni e proposte condivise durante la riunione poi inviato all’attenzione di CIDA e Federmanager.
Parallelamente, abbiamo anche dedicato una sezione speciale del nostro sito che, nelle settimane più calde antecedenti il voto di fiducia alla Manovra, ha fornito informazioni, aggiornamenti e interventi a cura del sistema atti a contrastare fino all’ultimo l’attuazione della stessa. Non ultimo, su Dirigenti Industria, abbiamo raccolto molteplici articoli da parte di autori e colleghi illustri che hanno messo a servizio la propria competenza e il proprio tempo affinché la voce di uno di voi fosse la voce di tutti.
Il focus di questo numero e gli ulteriori articoli sul tema presenti nell’attuale rivista si collocano proprio in questa direzione.
Quello che mi preme sottolineare ulteriormente e ribadire anche qui, semmai ce ne fosse bisogno, è che solo uniti, solo se abbiamo una rappresentanza con un peso e un valore anche numerico forte, possiamo davvero avere speranza di agire per cambiare le cose. Insieme possiamo ancora tenere aperta la partita e far sentire il nostro forte malcontento, la nostra voce. La voce cioè di una Categoria che ha costruito questo Paese, che l’ha reso grande negli anni e che sono certa, continuerà a farlo.
01 marzo 2023