Manager a fianco di imprese e territori

J. P. Kotler, uno dei più grandi guru del change management, nel suo metodo per gestire il cambiamento parla di otto passi necessari, il primo dei quali definito "sviluppare un senso d'urgenza” e finalizzato ad aumentare l’efficacia della propria “offerta”, ben riflette la condizione che abbiamo vissuto in queste ultime settimane e che, ancora in parte, stiamo vivendo.

Bruno Villani

Presidente ALDAI-Federmanager

Pensiamo a che cosa significa questo ad esempio per le imprese e per la diffusione dello smart working. Se per molti liberi professionisti abituati alla flessibilità, lo smart working imposto dall’emergenza sanitaria non ha modificato in modo incisivo le abitudini di lavoro, per moltissime imprese, soprattutto PMI, invece il lavoro agile è stata ed è una sfida da affrontare nell'immediato, spesso senza preparazione adeguata o adeguati strumenti tecnologici. Nonostante ciò secondo l'Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, questo passaggio al lavoro agile aumenterà la produttività nelle aziende che potrà arrivare anche a un delta del 30 per cento. Un risultato certamente positivo all’interno del panorama complesso che stiamo vivendo, ma che non sarebbe stato certo possibile senza la presenza dei Manager che sono stati, e sono tutt’ora, impegnati in prima linea a gestire l’oggi e a ripensare al domani. 
Per trainare le imprese fuori dalla situazione di emergenza oggi più che mai servono visione, capacità di analisi, resilienza, capacità di gestire situazioni delicate e conflittuali e leadership. Occorre dialogare con la politica ed interfacciarsi con il territorio e con tutti gli stakeholder interessati e per questo servono i Manager le cui competenze e proposte sono più che mai necessarie per agire tempestivamente e gestire le situazioni di crisi. Quello che stiamo vivendo tutti è un momento molto delicato, difficile e complesso che comporta un grande sforzo collettivo di crescita e sviluppo e i Manager hanno l’energia e le idee per sostenerlo ed alimentarlo.

Le imprese devono ripartire e per farlo hanno bisogno di liquidità immediata. L’eccessiva e farraginosa burocrazia è un ostacolo che deve essere superato se vogliamo tramutare questa crisi in opportunità: questo è un must. I cantieri devono ripartire, è necessario investire in un piano a lungo termine che riguardi la manutenzione delle opere esistenti, il completamento dei cantieri aperti e, successivamente, la costruzione di nuove opere. Occorre ripartire e dobbiamo farlo ora, superando il codice degli appalti e potendo contare anche nell’esecutività immediata dei provvedimenti. Solo così sarà possibile una rinascita concreta.
Abbiamo davanti a noi una grande sfida: contribuire a trasformare radicalmente i modelli di business, riconvertire le produzioni, mettere in sicurezza le finanze dell'impresa e salvaguardare il futuro dei collaboratori. E’ una grande sfida, non è facile, ma dobbiamo avere, forti delle nostre peculiari competenze, coraggio e grande determinazione. Per riuscirci è necessario partire dalle persone, rimettere l’uomo al centro in una sorta di nuovo umanesimo: l’umanesimo della rinascita. Per ripartire è dunque necessario abbandonare le singole individualità e privilegiare, uniti e coesi, il raggiungimento di un obiettivo comune: la ripresa economica dei singoli settori, dei singoli territori e, più in generale, del sistema Paese.
Oggi più che mai è necessario far leva sull’intelligenza collettiva, sull’unione di tutte le forze e di tutte le competenze per mettere in campo una grande squadra.
 Noi ci siamo!

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