Tocca a noi. Senza Manager non c’è rinascita

Nei momenti di difficoltà nascono le opportunità. Einstein diceva: "la crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. È nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato".

Bruno Villani 

Presidente ALDAI-Federmanager
Il crollo economico vissuto già nel 2008 ci ha insegnato che chi guida un’azienda è chiamato a prevedere e ad anticipare una vasta gamma di scenari e di opzioni. La resilienza insieme alle soft skill sono oggi le caratteristiche più importanti ed i Manager in questo momento più che mai si confermano figure essenziali per traghettare le aziende fuori dallo stato di emergenza. Senza Manager, una vera e propria ripresa è impensabile! Fare a meno di loro oggi è un errore strategico!
Con il protrarsi dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 in Italia, infatti, è cresciuta in questi mesi la preoccupazione delle aziende che si stanno ritrovando ad affrontare gli effetti della pandemia e sono chiamate a mettere in campo tutte le forze e le strategie possibili per preservare il loro business e la loro sostenibilità economica.

La recessione in corso generata dalla pandemia sarà, stando alle parole del DG dell’FMI Georgieva, la recessione più severa dalla Grande depressione del 1929. Il Fondo infatti nelle sue previsioni ha stimato che l’economia italiana subirà una contrazione del 9,1% con un impatto pesante sul mercato del lavoro, confermando il nostro Paese come uno dei più colpiti dell’Eurozona. Si tratta di una recessione su scala mondiale senza precedenti per usare le parole di G. Gopinath (Chief Economist FMI) che ha sottolineato anche come la perdurante e grave incertezza sulla durata e densità dello shock possano aggravare ulteriormente la situazione.

Contenere la  pandemia aumentando anche la  spesa  a sostegno dei sistemi sanitari è ora la priorità immediata secondo Gopinath, che  ha  sottolineato  anche la necessità da parte dei Governi di garantire che le imprese possano ripartire rapidamente non appena terminata la fase acuta della crisi: ”è necessario che i Paesi continuino a spendere e investire sui loro sistemi sanitari. Mentre l'economia è ferma la politica deve anche assicurarsi che la popolazione sia in grado di centrare i propri bisogni e le imprese siano in grado di partire una volta che la fase acuta della pandemia è passata”.

Di fronte a una forte incertezza su quanto accadrà è comunque doveroso fare un distinguo sugli impatti che questa situazione avrà su piccole-medie imprese e grandi aziende che si muovono sul medio-lungo termine con dinamiche molto diverse.
Nelle PMI ci sono diverse problematiche da affrontare e la componente emotiva potrebbe prendere il sopravvento sulle decisioni di corto termine in quelle realtà caratterizzate per lo più da gestione famigliare e scarsa presenza di competenze manageriali.
Ma è proprio adesso che i Manager diventano ancor più figure essenziali per traghettare le aziende fuori dall’emergenza e le PMI lo stanno capendo, stanno affrontando un cambiamento culturale e si stanno rendendo conto quanto sia necessaria una cultura d’impresa basata sulla managerialità.

Hanno compreso che c’è bisogno di managerialità nella normalità ma ancor di più ora in questa situazione che sta mettendo come non mai a dura prova l’economia del Paese.
Lato nostro, i Manager, da sempre stati  consapevoli che flessibilità e corresponsabilità sono indispensabili per affrontare situazioni complesse, si sono attivati da subito venendo incontro in diversi modi alle proprie aziende, adottando, tra gli altri, lo smart working, non un semplice “lavorare da casa”, ma un vero e nuovo modello organizzativo.

Questo però potrebbe non bastare. La maggioranza dei Manager è consapevole che soffrirà come tutti. Sono coscienti del momento difficile; ma sono altresì consapevoli di quello che la figura del Manager rappresenta: una risorsa fondamentale per il rilancio dell'economia e delle imprese.

Senza un intervento strutturale per la nostra categoria, tuttavia, i rischi occupazionali, indipendenti dalla propria volontà e dal livello di competenze e performance, potrebbero diventare concreti e significativi.

La nostra Federazione ha attivato anche un’interlocuzione diretta con il Ministero del Lavoro sulle questioni che sono state oggetto delle proposte di emendamento, al fine di estendere anche in favore della categoria dei dirigenti l’applicazione di specifiche forme di ammortizzatore sociale e a salvaguardia della occupazione manageriale.
Riavviare il motore della nostra economia non sarà semplice, ma è necessario sin da ora non limitarsi a contrastare i colpi della crisi. Serve un’azione coordinata anche a livello europeo per contrastare quest’emergenza. Per le imprese diventa fondamentale attuare strategie che consentano di acquisire flessibilità e capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti, in un contesto di mercato ad oggi completamente imprevedibile e probabilmente molto diverso da quello che conosciamo e possiamo prevedere.

Le crisi sono le stagioni migliori per mettersi a caccia di talenti e di nuove idee e tanto più il contesto è imprevedibile, tanto più per le imprese diventa vitale riuscire a prevedere bisogni emergenti, trend di crescita e diversificare il proprio business con nuovi approcci al mercato, modelli organizzativi e prodotti competitivi.

Tocca a noi Manager, uomini e donne, prendere in mano le redini del Paese, adeguando alla crisi tutti i modelli di business. Tocca a noi unirci verso un obiettivo comune che si chiama rinascita.
Dobbiamo farlo per il bene comune, per il bene delle nostre imprese e per il futuro del nostro sistema Paese. 

Tocca a noi e insieme, uniti e coesi, ce la faremo.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.