Federmanager: operazione simpatia

Un’assemblea egemonizzata dalle donne pone Federmanager al centro dell’attenzione

Giuseppe Colombi

Consigliere ALDAI - Federmanager

Ne va dato atto al Presidente Stefano Cuzzilla: l’Assemblea di Federmanager del 25 maggio 2018 a Roma ha segnato in modo definitivo un cambio, ovvero l’avvenuto riconoscimento da parte del mondo politico ed istituzionale dell’immagine e del ruolo del nostro sindacato nazionale.
Come dice il titolo, potremmo classificare quanto avvenuto una vera e propria “operazione simpatia”, perché in pochi mesi siamo passati dall'incomunicabilità tra politica e corpi intermedi allo sbocciare di un nuovo idillio. Non possiamo che rallegrarcene, mantenendo peraltro la necessaria prudenza, che affida il giudizio finale ai risultati oggettivi derivanti dalla nuova situazione.
In ogni caso l’Assemblea ha dimostrato che i parlamentari considerano l’Associazione dirigenziale come un interlocutore privilegiato, autorevole e credibile, con cui mantenere crescenti relazioni. Se consideriamo poi che, dopo molte passate diffidenze, il concetto di “strategie industriali” torna ad essere centrale, ecco spiegato il nuovo clima, che coinvolge anche Confindustria in un colloquio virtuoso.
Dopo la prolusione del Presidente Cuzzilla, riportata a parte, c’era attenzione per gli interventi politici.
Un primo dato da rilevare è stato senz'altro quello di contributi al femminile, per le molte parlamentari presenti e grazie al Direttore di Confindustria: nell'applicazione della parità di genere, verrebbe da dire che Federmanager sta persino esagerando…
Purtroppo, in analogia con quanto avviene a livello nazionale, gli interventi hanno registrato l’assenza di una parte importante dello spettro politico, quella di centro-sinistra. Così la supplenza è toccata a qualcuna delle intervenute, richiamando anche ragioni di solito ascrivibili a quella parte, che non era la loro.
L’accento romano di Barbara Saltamartini ha dimostrato a tutti l’avvenuta trasformazione della Lega da fenomeno padano a partito nazionale, mentre, ancora per la Lega, Cinzia Bonfrisco dopo aver evocato la necessità di moltiplicare i trecento “spartani” formati da Federmanager fino a diventare migliaia di manager per lo sviluppo, ha lamentato la finanziarizzazione dell’economia e gli errori di un’Europa incapace di contrastare l’impoverimento di alcuni suoi Paesi costituenti, tra cui l’Italia. Particolarmente significativi, verrebbe da dire “progressisti”, in quell'intervento sono risultati anche il riconoscimento del ruolo di Federmanager e del modello Fasi.
Carla Ruocco (Movimento Cinque Stelle), per aver partecipato a diversi eventi di Federmanager, può essere considerata ormai una vecchia amica: da lei è venuto il riconoscimento di “Avere a che fare con una categoria che dà con generosità” da utilizzare per contrastare la “demenza algebrica” di certe burocrazie europee. È auspicabile che in futuro i dirigenti siano capaci di dare il supporto tecnico e professionale che ci viene richiesto da quella parte politica. 
Renata Polverini (Forza Italia) con la consumata abilità di un ex-Presidente della Regione Lazio, ha sottolineato l’importanza per il Paese di darsi un futuro industriale, necessario anche per sostenere il mondo dei servizi, con espresso riferimento alla salvaguardia dell'Ilva, una volta risanata dal punto di vista ambientale. Ha poi citato come un obiettivo da perseguire l’avvicinamento dei mondi pubblico e privato nei settori della formazione e del welfare. Particolarmente civile ed apprezzabile infine l’augurio della parlamentare romana, oggi all'opposizione, al Governo Cinque Stelle-Lega. 
Anche Alessandra Panucci, Direttore Generale di Confindustria, forse comincia a sentirsi a proprio agio in casa Federmanager, grazie alle molte aree di collaborazione che si sono sviluppate tra le due organizzazioni. Da lei è venuta la sottolineatura del peso industriale di un Paese trasformatore, l’Italia, capace oggi di esportare quotidianamente in Europa cifre a nove zeri. Non rituale è apparso il riferimento all'Ilva ed alla necessità di produrre e rendere disponibile acciaio in Italia. Un’economia più forte, ha aggiunto, faciliterebbe anche la necessaria trasformazione dell’Europa, che, così com'è oggi, funziona abbastanza male.
Quello che conforta, nell’intervento della Panucci, è il clima di evidente e crescente familiarità col contesto Federmanager.  Per noi, che mai abbiamo considerato Confindustria una mera controparte, si tratta di una novità e di un approccio da valorizzare ed applicare possibilmente anche al futuro rinnovo contrattuale.
In questo contesto per così dire matriarcale, agli uomini è rimasto lo spazio per i saluti dell’on. Riccardo Zucconi di Fratelli d'Italia, e dell’Assessore regionale Gian Paolo Manzella e per l’intervento dell’Amministratore delegato di Allianz, Giacomo Campora. Questo milanese molto simpatico, simbolo, come ci ha detto lui stesso, del fatto che per i cinquantenni nati nei gloriosi anni Sessanta in Italia l’ascensore sociale ancora funzionava, è intervenuto a nome di un grande gruppo finanziario multinazionale che dà molto spazio e considerazione agli italiani. Citando le “Lezioni americane” di Calvino, Campora ha sottolineato la necessità di operare con leggerezza, molteplicità ed esattezza, parola quest’ultima che nel contesto capitolino dell’Assemblea deve aver generato qualche brivido.  
Ma, ha aggiunto, con occhio anche alla tenuta dei conti: se è vero infatti che in Italia il debito pubblico è alto, alto è pure il risparmio privato, per cui il modello potrebbe essere il Giappone, un Paese a noi vicino per demografia, attività industriale e persino gusti, ma non per la compressione delle individualità.
La raccomandazione finale di Campora è stata verso la lettura di “Homo Deus” un ponderoso volume dell’israeliano Harari, che è oggi la vera e propria bibbia degli imprenditori della Silicon Valley. 
Il testo, forse da riservare alle vacanze estive, paventa il rischio di un’umanità che, risolti molti problemi esistenziali, alla fine rende superflua anche sé stessa. Se ne raccomanda la lettura a coloro che, talvolta troppo semplicisticamente, esprimono certezze luminose sul futuro del lavoro.
Commento finale: un’Assemblea intensa, non banale, ricca di spunti. Federmanager a livello centrale dimostra di saper esprimere contenuti stimolanti, che spingono tutti noi a partecipare con convincimento crescente all’azione in corso. È un impegno per tutti.

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