Impariamo dalle Oche
Ricerche ed osservazioni scientifiche in etologia, hanno studiato comportamenti di animali sociali, per rapportarli ai comportamenti umani. Si è scoperto che, dietro all'apparente semplicità di alcuni comportamenti, si celano meccanismi per nulla banali. Riprendiamo alcune evidenze sul comportamento organizzativo delle oche nel loro ambiente naturale, studiate da molti naturalisti e che hanno ispirato molte riflessioni, sempre attuali.
Giancarlo Civita
Socio e Tutor ALDAI - Federmanager
Nelle diverse accezioni, dando “dell’oca” a qualcuno non è per fargli/farle un complimento. Invece abbiamo molto da imparare da questi pennuti. Dal gioco di squadra, alla solidarietà, alla leadership condivisa.
Cosa ci insegna lo schema a V?
Quando migrano, le oche volano in formazione a V. Perché?
Lo sbattere delle ali dell’oca che precede, genera una spinta ascensionale per l’oca che segue. I modelli aerodinamici utilizzati, hanno dimostrato che questo assetto di volo, tipico dei grandi migratori, incrementa l’efficienza dell’autonomia di volo dell’intero stormo del 71%!
Impariamo che...
Lavorare bene in gruppo genera un qualcosa, un’armonia, che migliora l’efficienza dell’intero gruppo. Anche in un gruppo di persone con un obiettivo comune, se con il proprio lavoro, ciascun membro riesce a facilitare il lavoro del collega, si genera una armonia che consente di migliorare la performance del singolo e del gruppo, rendendo il lavoro più gratificante per tutti. Si trasforma un gruppo in una squadra: più efficiente ed efficace.
Volare in formazione è meglio
Se un’oca lascia la formazione per qualche motivo, scoprirà subito cosa significhi volare in solitaria. Impatterà la maggior resistenza dell’aria, che richiederà maggiore sforzo per mantenere la velocità di prima. Questa esperienza la indurrà a rientrare al più presto nel gruppo, per godere di nuovo della spinta ascensionale generata dell’oca che le vola davanti.
Impariamo che...
Condividere valori, obiettivi, direzione e sforzi, genera una sinergia che consente di raggiungere il risultato più rapidamente e con minori sforzi. Nel tempo si crea un’intesa, un legame, tra i membri, che porta a risultati di eccellenza. Come gli uccelli migratori, anche le persone dovrebbero comprendere che restare in “formazione” con gli altri membri del gruppo, diretti nella stessa direzione, è più saggio che “volare” da soli. Anche se si è forti. È più produttivo fare a turno nei compiti difficili. Apprezzando l’aiuto degli altri e fornendo il nostro senza riserve. Le persone, come le oche, sono interdipendenti l'uno dall'altro. Come per il battito d’ali, quando lavoriamo in un gruppo organizzato il risultato della nostra attività va a nostro beneficio e, se facilita anche il lavoro degli altri, aumenta l’efficienza del gruppo. “Nessuno di noi è forte come tutti noi”.
Cambio al vertice
L’oca al vertice della formazione a “V”, ha il compito di dare direzione e ritmo allo stormo. Percorrendo lunghe distanze, quando è stanca, lascia il posto ad un’altra oca e si sposta in posizione più arretrata. Fidandosi di chi ha preso il suo posto. L’oca che si sposta al vertice prosegue senza esitazione, guidando la formazione. Pur stancandosi di più rispetto a quando era in posizione arretrata. Un’oca cede la posizione di leader e l’altra l’accetta nell’interesse superiore del gruppo.
Impariamo così che...
Non è ciò che ci accade, ma piuttosto come reagiamo a ciò che ci accade che ci rende dei veri leader. Cosa accadrebbe se, quando l’oca leader lascia la posizione di vertice, nessuna prendesse il suo posto? Se starnazzando dicessero: “non spetta a me” oppure “non me la sento” o “oggi non ho mangiato abbastanza e non ho la forza”? Il gruppo si dovrebbe fermare per discutere o si romperebbe la formazione perdendo direzione e ritmo? Cosa si rischierebbe? Vi siete mai trovati in situazioni simili a casa, al lavoro, tra gli amici o in altre circostanze? Le oche ci insegnano ad essere flessibili e coraggiosi, pronti ad assumerci delle responsabilità. In ogni momento del nostro viaggio, anche quando questo si chiama ”VITA".
Tutti i giorni, mentre “voliamo” verso la nostra meta con i nostri compagni di viaggio. Si discute e ci si prepara prima di iniziare il viaggio; ma quando si è in volo non è più tempo di discutere ma solo di volare e di fare la propria parte. Fino alla meta. Una lezione di rispetto degli altri, di “stile”, che a volte trascuriamo nella frenesia della nostra vita.
Impariamo anche che...
…è come se le oche avessero imparato a fare “gioco di squadra” a fare team working nel modo migliore. Rendendosi disponibili per il bene del gruppo, mettendo da parte l’egoismo ed i propri timori. Cedere la leadership, delegarla ad un altro membro del gruppo è un esempio di maturità, fiducia e di spirito di squadra. Concetti che fatichiamo a fare nostri ed a praticare nella nostra vita, non solo professionale.
Chi raggiunge la posizione di vertice, non molla neanche... un millimetro per un momento. Essere veri leader vuol dire anche delegare con fiducia, quando ci sentiamo stanchi e concedersi degli spazi di recupero delle energie, per poter tornare a guidare il gruppo con rinnovata vitalità.
Lo starnazzare delle oche
Tra le oche in formazione, gli individui posizionati più dietro, starnazzano vigorosamente. Questo comportamento è di incoraggiamento alle oche che precedono, per mantenere la velocità.
Così impariamo...
Il valore del sostegno reciproco, dell’incoraggiamento per lo sforzo dei membri della squadra. Trasmettere al leader ed ai compagni del gruppo segnali positivi, di apprezzamento e fiducia, fornisce sprone ed incoraggiamento; alimentando motivazione ed energia per superare stanchezza e difficoltà. Affermazioni positive e parole incoraggianti possono fare una grande differenza in un ambiente di lavoro, in famiglia o nella nostra squadra. L’entusiasmo è il miglior carburante per un team che vuole eccellere!
Quando incoraggiamo qualcuno, lo facciamo in modo stimolante?
La solidarietà delle oche
Se in volo un’oca si ammala o viene ferita, lascia la formazione per non rallentarla. Due membri dello stormo abbandonano il gruppo per seguirla, in modo da aiutarla e proteggerla, finché non si riprende o muore. Dopodiché o raggiungono nuovamente lo stormo di origine o si uniscono ad un’altra formazione.
Impariamo che...
Se prendessimo esempio dalle oche avremmo una società migliore. Se solo fossimo pronti a fermarci ed aspettare chi ha bisogno di aiuto e compagnia nei momenti di difficoltà. È quello che vorremmo per noi? Nella frenesia di tutti i giorni, lasciamo indietro troppo spesso coloro che non ce la fanno, che stanno male o si perdono a causa delle circostanze della vita. Nei casi peggiori, dove la nostra intelligenza emotiva si anestetizza, nemmeno ci accorgiamo di chi è in difficoltà. Una persona in difficoltà o demotivata è una risorsa “con il freno inserito”. Se riusciamo a recuperarla avremo a disposizione un giocatore in più che, fino a quel momento, è rimasto in panchina a guardare la partita.
C’è qualcuno che sta restando indietro e che dovremmo recuperare?
Riflettendo sulle Oche
Le oche ci insegnano come ci si comporta in gruppo. Dovremmo riflettere su come noi agiamo in gruppo. Sappiamo prendere decisioni contemporaneamente utili sia a noi che agli altri? Come creiamo e curiamo le relazioni nel nostro team o nella nostra famiglia? Che valore aggiunto generiamo con il nostro lavoro, da offrire agli altri componenti del gruppo? Saremmo disposti a rallentare la nostra corsa per aspettare chi, nel nostro gruppo, ha dovuto rallentare? Come si crea una squadra vincente? Quale grado di fiducia riponiamo in noi stessi e quanto ci fidiamo di chi collabora con noi? Come evitare la celebrazione del proprio ego e l’impeto nell’imporre la propria influenza sugli altri?
Domande che hanno l’obiettivo di sensibilizzarci su ciò che spesso accade nei gruppi di cui siamo parte. Seguiamo l’esempio delle oche e porteremo il nostro team a volare più in alto e più lontano; potendo concederci anche del tempo per rilassarci in un tranquillo laghetto.
L’iniziativa "Leader in campo" di ALDAI ha provato a mettere a disposizione di giovani colleghi manager, un’occasione per provare a dare qualche risposta. Confrontando le esperienze e le competenze di ciascun partecipante agli incontri. Gli incontri hanno consentito di fare un po’ di “manutenzione” di alcune competenze trasversali, quotidianamente utilizzate nel faticoso ruolo di manager oggi. Per fornire qualche battito di ali… per volare più in alto!
31 maggio 2017