Servizio Sindacale, Previdenza e Fisco
Il Servizio Sindacale ha registrato nel corso del 2023 un aumento di attività rispetto all’anno precedente per quanto riguarda l’assistenza fornita ai Soci in materia sindacale, previdenziale e fiscale. Il Servizio ha supportato i dirigenti in merito alle richieste di approfondimento sugli istituti contrattuali e fornito consulenze per valutare sia nuove opportunità di lavoro sia proposte economiche in fase di uscita dalle società. Le risoluzioni, avvenute a vario titolo – dimissioni, licenziamenti individuali e collettivi, consensuali e prepensionamenti – ratificate in sede protetta con verbali di conciliazione, sono state oltre cinquecento, in incremento di una quarantina di unità rispetto all’anno precedente. Hanno inciso in tal senso le proposte aziendali di esodi volontari a cui i colleghi hanno aderito cogliendo l’opportunità di andare in pensione o di affrontare nuove occasioni lavorative. In aumento, inoltre, non solo le consulenze previdenziali e fiscali rispettivamente di Salvatore Martorelli e Nicola Fasano (658 a fronte delle 612 nel 2022), ma anche le analisi individuali effettuate dai colleghi del Servizio – riguardanti il raggiungimento dei requisiti pensionistici con la relativa stima dell’importo di pensione, e i conteggi in merito a verifiche retributive e di spettanze di fine rapporto – che si sono attestate sulle 800 unità. Le procedure collettive di licenziamento hanno invece registrato un lieve calo rispetto all’anno precedente: si attestano a una decina a fronte delle 15 del 2022. Nonostante ciò, le risoluzioni dei rapporti di lavoro conseguenti alle predette procedure sono invece aumentate (un’ottantina rispetto alle circa 50 del 2022) poiché, almeno in un paio di casi, hanno riguardato aziende di medie/grandi dimensioni che hanno dichiarato numerosi esuberi definiti con accordi che hanno accompagnato alla pensione la maggior parte dei colleghi interessati; tutte le procedure sono state definite, per il tramite del supporto del Servizio Sindacale, con accordi che hanno evitato contenziosi giudiziali. I trasferimenti d’azienda – procedure previste in caso di fusioni per incorporazione, cessioni di rami, affitti d’azienda ecc. – si sono attestati su un numero analogo a quello dell’anno precedente, circa 80. Le Rappresentanze Sindacali Aziendali sono lievemente diminuite: 26, di cui una confluita in un coordinamento federale, una nuova, tre rinnovate e cinque cessate. Nell’ambito delle loro peculiari attività alcune RSA hanno partecipato alle procedure sia di licenziamento collettivo che di trasferimento d’azienda.
Per quanto riguarda la normativa in tema di previdenza, segnaliamo ulteriori interventi correttivi all’ ormai nota Riforma Fornero. Già con una manovra degli anni scorsi erano stati introdotti i regimi pensionistici di Quota 100 e Quota 102; nel corso dell’anno è stata aggiunta Quota 103 e vi è stata altresì una rivisitazione sia del vecchio Bonus Maroni sia della prestazione pensionistica cosiddetta Opzione donna. Per quanto riguarda Quota 103 se ne evidenzia la natura particolarmente penalizzante, infatti, a differenza dei regimi precedenti, è previsto il pagamento di un importo a massimale, sino al raggiungimento del requisito per la pensione di vecchiaia e, inoltre, devono essere maturate le condizioni del requisito anagrafico di almeno 62 anni e di quello contributivo (41 anni). Proprio per la penalizzazione sopra precisata questa tipologia di prestazione ha riscosso poco interesse da parte della categoria. L’incentivo per il posticipo del pensionamento (ex Bonus Maroni), usufruibile esclusivamente per chi è in possesso dei requisiti per Quota 103, prevede la possibilità di proseguire il rapporto di lavoro percependo in busta paga la quota di contributi a proprio carico come integrazione dello stipendio. Come si è accennato, anche Opzione donna ha subito una rivisitazione in peius con conseguente contrazione delle possibilità di accesso; infatti, oltre ai requisiti contributivi (35 anni) e anagrafici (variabili da 60 anni senza figli, 59 con 1 figlio e 58 con 2 o più figli) entrambi da maturare entro il 31.12.2022, il legislatore ha richiesto anche la presenza, al momento della domanda, di altri specifici requisiti. Le procedure di prepensionamento attivate dalle società per accompagnare alla pensione i propri dirigenti nell’arco temporale massimo di 7 anni sono state quattro. La struttura ha partecipato a diversi corsi di formazione in base alle specifiche competenze in materia di previdenza, previdenza complementare, sicurezza e utilizzo di specifiche piattaforme informatiche.
Sono sempre attive le convenzioni con Enasco e Assocaaf, principalmente e rispettivamente per le presentazioni delle domande telematiche all’INPS e le dichiarazioni dei redditi.
Cristiana Bertolotti
02 aprile 2024