Servizio Tutoring: le motivazioni di una scelta!

Un’analisi sui primi 400 Tutoree

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 Giorgio Arnera 

Coordinatore Servizio Tutoring ALDAI
Il Servizio Tutoring di ALDAI – costituito nel 2013 per sostenere gli associati in momenti particolari della loro carriera - ha raggiunto un importante e significativo traguardo. Nel corso del 2023 è stato infatti supportato il quattrocentesimo Socio dall’istituzione del servizio; per l’esattezza alla fine dello scorso anno i dirigenti associati che avevano usufruito del servizio MyExecutiveTutoring ammontavano a 412.

Abbiamo voluto approfittare di questo importante traguardo per analizzare gli obiettivi e i principali motivi che in questi dieci anni hanno spinto i nostri colleghi a rivolgersi al Servizio.

L’analisi si basa sui colloqui preliminari effettuati con gli associati prima che inizi il percorso di Tutoring vero e proprio. Queste conversazioni vengono condotte dal Coordinatore del Servizio per verificare la coerenza tra le aspettative del Socio e quello che l’Executive Tutor è in grado di offrire, identificando in prima battuta quali siano gli obiettivi di massima che si desiderano raggiungere con il percorso MyExecutiveTutoring
Questi obiettivi verranno poi meglio definiti durante il percorso effettuato con il Tutor assegnato, ma danno già un’indicazione chiara di quali siano le priorità del nostro collega.

Abbiamo suddiviso le casistiche in cinque categorie, in base anche alle parole chiave utilizzate nel corso dei colloqui.

1 - Affrontare il futuro o un cambiamento: Incertezza – Rischio

Affrontare un futuro che prevede cambiamenti importanti o doversi confrontare con una situazione di incertezza e rischiosa da un punto di vista professionale è la motivazione principale del totale delle richieste di accesso al servizio (25%). Per i colleghi temporaneamente inoccupati questa motivazione è più rilevante (30%) e a volte è anche associata a una certa ansietà, perché spesso gli associati si trovano per la prima volta a doversi rimettere in gioco per trovare un nuovo impiego.

Mantiene una rilevanza significativa anche per i colleghi in servizio (21%), dove l’incertezza può essere determinata da un cambiamento d’azienda, ruolo, responsabilità, luogo di lavoro, ecc. In questa tipologia ricadono le preoccupazioni derivanti sia da significativi cambiamenti indotti dal contesto aziendale esterno, come la cessione d’azienda, fusioni, ristrutturazioni che possono mettere in gioco il ruolo o perfino il posto di lavoro, sia una preoccupazione più legata alla situazione del singolo che comporti in generale un’uscita dalla propria comfort zone, anche nel caso di un evento positivo, quale ad esempio una promozione.

2- Gestire scelte o situazioni – Trovare la motivazione 

Il 24% dei colleghi hanno manifestato questa esigenza quando si trovano di fronte a una situazione che faticano ad affrontare, e vogliono capire come muoversi e/o lavorare su loro stessi per trovare la motivazione. 

Questo tema è spesso una priorità per i colleghi in servizio (26%), per esempio quando debbano affrontare un trasferimento o un ruolo diverso dal precedente. Essa diventa molto forte quando viene percepita come un demansionamento. È peraltro rilevante anche quando si tratti di una promozione o della valutazione di un’offerta di lavoro.

Per i colleghi in transizione (22%), questo tema risulta importante per determinare l’abito mentale con cui affrontare la ricerca di una nuova situazione lavorativa. Argomenti chiave in quest’ambito diventano quindi anche: comprendere il proprio valore, immaginare delle alternative, fare delle scelte che coinvolgono anche la vita privata.

Anche per i colleghi vicini alla pensione che accedono al nostro servizio questo è un tema importante. Talvolta, non sentendosi ancora pronti per una inattività professionale spesso percepita come inutilità, vorrebbero rimettersi in gioco costruendosi un futuro che permetta loro di continuare a lavorare, ma che consenta anche nuovi spazi di libertà.

3 - Avere un confronto per costruire un progetto di crescita 

Questa richiesta riguarda il 20% dei Tutoree; il peso è lo stesso sia per i colleghi in servizio che per quelli in transizione. L’obiettivo comune che manifestano – pur in situazioni lavorative ben diverse - è mettersi in gioco, determinare con chiarezza un obiettivo a breve/medio termine e costruire il piano d’azione per raggiungerlo. Con la differenza che per i colleghi in servizio il focus è sulla necessità di pianificare gli obiettivi di carriera, verificare le scelte e le opportunità; per gli inoccupati è capire come muoversi, recuperare stimoli e autostima, evitare gli auto-sabotaggi e non avere remore a parlare della propria situazione.

4 - Migliorare, valorizzarsi, superare un’insoddisfazione 

Il 19% delle richieste complessive sono legate a un percorso di miglioramento.  Per colleghi in servizio (20%) significa spesso rivalutare le scelte, prendere consapevolezza dei propri punti di forza e di miglioramento o valutare la correttezza delle proprie ambizioni. In alcuni casi l’equilibrio con la vita famigliare o il desiderio di avere più tempo per sé e per i propri interessi sono la priorità del Tutoree.

Per i colleghi in cerca di una nuova occupazione che ricadono in questa casistica (18%), i temi affrontati riguardano: riconquistare la fiducia, essere più efficaci nel modo di presentarsi, agire sulle aree di miglioramento, valorizzarsi/migliorarsi.

5 - Capire dove si è sbagliato negli atteggiamenti o nei rapporti 

Una minoranza delle richieste, pari al 12%, parte dalla necessità di correggere o modificare atteggiamenti. La consapevolezza di lavorare su questo punto è più sentita da colleghi in servizio (14%) e si esplicita in difficoltà nei rapporti col capo, spesso nel caso di passaggio da una grande azienda strutturata a un’azienda con una marcata presenza della proprietà.  Nelle aziende più strutturate la tematica può essere collegata invece alla complessità della struttura e/o alla gestione conflittuale di collaboratori, ultimamente resa anche complessa dalla gestione in remoto.

Per gli inoccupati (10%) questi sono temi che generalmente non vengono esplicitati nel primo colloquio ma ritornano poi nel corso delle sessioni individuali, quando si affrontano i punti di forza e di miglioramento del Tutoree. È qui che spesso si fa una disamina di ciò che è successo in passato per costruire un percorso di miglioramento per il futuro, lavorando sui punti chiave delle proprie competenze trasversali (soft skill).


Queste le cinque principali motivazioni alla base delle richieste di accedere ai percorsi MyExecutiveTutoring

Molto spesso durante il percorso il collega Tutoree, lavorando con l’Executive Tutor, approfondisce le proprie motivazioni, acquisisce maggior consapevolezza delle proprie risorse e delle trappole nelle quali può cadere e che vuole evitare e, spesso, rifocalizza anche il suo obiettivo.

In molte situazioni, indipendentemente dalla prima motivazione di accesso al servizio, il focus si sposta su un percorso di miglioramento personale, portando il Tutoree a costruire un concreto piano d’azione con l’obiettivo di migliorare le sue performance professionali. Ed è in questo che il nostro team di 20 Executive Tutor può dare particolare valore, coniugando le tecniche di Coaching, sviluppate con una formazione specifica e continua secondo le metodologie e gli standard ICF, con la competenza ed esperienza manageriale maturata in contesti multiculturali e complessi.


Per maggiori informazioni relative al Servizio MyExecutiveTutoring scrivere a tutoring@aldai.it oppure chiamare lo 02.58376.204


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