Vita vissuta: un Tutor racconta…
Come Tutor abbiamo avuto una specifica formazione iniziale e poi un continuo aggiornamento che ci ha permesso di meglio coniugare la lunga esperienza manageriale di gestione di persone e situazioni con le metodogie del coaching/tutoring.
Emilio Locatelli
Tutor ALDAI-Federmanager
È proprio questo connubio che può meglio aiutare colleghi ALDAI in momenti di criticità della loro vita lavorativa cercando di trasmettergli una calma mentale per far emergere tutto ciò che hanno dentro, aiutandoli a separare e distinguere i problemi per pianificare con metodo gli obiettivi ed il futuro, ma senza facili ricette.
A tal proposito permettetemi di riprendere un’esperienza che mi è capitata e che dimostra che il tutoring aiuta, ma è sempre il dirigente che “tira fuori” quanto giace silente all’interno di ciascuno di noi per ottenere i risultati che ci eravamo prefissati (come un allenatore ed il suo atleta).
Questo nostro collega lavorava all’estero (in Africa) e come Responsabile area gestiva un business in collegamento con le risorse locali; a seguito di merge e ristrutturazioni tra varie aziende nazionali e multinazionali era entrato in conflitto con le realtà locali e con il nuovo management. Nonostante le difficoltà aveva continuato a raggiungere i risultati di business e produrre profitti, ma ciò non era stato sufficiente ed era stato poi licenziato.
Va sempre ricordato ai nostri dirigenti che non basta “fare i numeri” e magari vincere la causa in tribunale per conservare la posizione e/o il posto di lavoro; questo aspetto è stato molto importante nella successiva attività di Tutoring in quanto ho trovato all’inizio dell’affiancamento il nostro collega totalmente demotivato ed in un vicolo cieco (continuava a rimurginare “ma dove ho sbagliato”).
Questo stato d’animo lo aveva portato ad un rifiuto della realtà, senza nessuna azione di ricerca di un nuovo posto di lavoro che ormai perdurava da oltre sei mesi.
A questo punto abbiamo concordato una serie di attività che avrebbe dovuto compiere in uno specifico lasso di tempo:
- chiudere immeditamente con il passato che era morto incluso eventuali sensi di colpa;
- riaprire relazioni e contatti con head hunter, contattare vecchi clienti/fornitori/aziende;
- assegnare una serie di ”analisi di se stesso e compiti” affinché tirasse fuori quali fossero le aspirazioni, i desideri e le potenziali attività future non per i prossimi sei mesi, ma per un futuro lavorativo a lungo termine che lo stimolasse.
Io fungevo solamente da specchio e lo guidavo con una metodologia per accorciare i tempi; il tutto con momenti di soddisfazione e di progresso ed altri un po' meno positivi, ma il solco era stato tracciato e lentamente emergeva cosa voleva “fare da grande“. Nel contempo naturalmente aveva iniziato una serie di colloqui ed incontri che gli facevano capire meglio da un lato le sue capacità, dall’altro uscivano i suoi skills e la voglia di ripartire.
Eravamo in dirittura d’arrivo, ma il ciclo non era ancora completato, quando una domenica mattina ho ricevuto una telefonata che mi annunciava che era stato urgentemente convocato alla sede estera di una Coporation per un’interessante opportunità; se si fossero accordati, firma del contratto e partenza immediata per la nuova sede in Africa. Aveva ancora qualche dubbio, ma al termine della chiacchierata, operando sempre come uno specchio, mi ha informato che sarebbe andato a verificare l’opportunità.
Ora è il nuovo direttore per tutta l’Africa di quella multinazionale.
Personalmente ritengo che la conclusione di questa vicenda sia stata il miglior ringraziamento possibile per l’attività svolta come Tutor senza mai accontentarsi di scorciatoie o facili ricette.
01 ottobre 2017