Mobilità a Bologna: il PUMS e i progetti per il trasporto pubblico

Sintesi della relazione esposta dall’Ing. Cleto Carlini durante il Convegno “Mobilità e Ambiente nella Città metropolitana di Bologna”, svolto il 17 ottobre 2019 e organizzato da Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna e dall’Ordine degli Ingegneri di Bologna.

di Cleto Carlini

Il 27 novembre 2019 è stato approvato il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) della Città Metropolitana di Bologna e, a brevissima distanza, il 02 dicembre 2019 è stato approvato anche il nuovo PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano) della Città di Bologna, documenti che, sviluppati in maniera organica e interconnessa, caratterizzeranno una nuova visione strategica ed integrata della pianificazione della mobilità sostenibile negli anni a venire.

Cleto Carlini

Cleto Carlini

Sviluppato dopo alcuni anni di lavoro, grazie all’impegno di un gruppo di lavoro formato da tecnici e politici, il PUMS ha come scopo quello di definire e coordinare gli obiettivi e le strategie a favore della mobilità sostenibile nei 55 Comuni che compongono il territorio bolognese.
Oltre al lavoro dei tecnici, il documento è stato anche oggetto di un grande lavoro di condivisione con la comunità, attraverso un percorso di partecipazione che ha coinvolto cittadinanza, stakeholders, enti e associazioni, ottenendo significativi risultati con ben 900 contributi pervenuti.

Da questa fase, il Piano ne è uscito migliorato, senza modifiche ai suoi principi fondanti e nella sua impostazione strategica, e rafforzato nella centralità dei suoi contenuti: un Piano della comunità con scelte concrete di cambiamento, a cui accedere e riconoscersi ai vari livelli, istituzionali e non. Tale intensa attività di partecipazione e comunicazione del Piano è oggi citata come best practice nelle nuove Linee Guida Europee ELTIS 2.0, recentemente pubblicate.
Obiettivi di miglioramento della Città Metropolitana di Bologna

Obiettivi di miglioramento della Città Metropolitana di Bologna

Nello specifico, il piano propone un approccio originale e fortemente integrato tra politiche urbanistiche e scelte territoriali, potenziamento dei servizi, infrastrutture di mobilità, politiche tariffarie, promozione della mobilità dolce, politiche di incentivazione e disincentivazione dei comportamenti di mobilità e nuovi servizi smart mobility, che mirano ad obiettivi ambiziosi.

Qualche numero per capire meglio: l’obiettivo di Piano è arrivare al 2030 ad una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra da traffico, il che significa che 440.000 spostamenti in auto (su un totale di 2,7 milioni di spostamenti che ogni giorno avvengono nell’area metropolitana) dovranno essere effettuati su mezzi sostenibili, in particolare trasporto pubblico (+19%) e bicicletta (+14%).

Attualmente il 16% degli spostamenti effettuati in auto è inferiore al chilometro e il 33% è tra 1 e 5 km; ciò significa che questi spostamenti potrebbero essere compiuti a piedi o in bicicletta, se si garantissero a pedoni e ciclisti più spazi, sicuri e continui.
Il TPM, Trasporto Pubblico Metropolitano

Il TPM, Trasporto Pubblico Metropolitano

Ruolo fondamentale in questo cambiamento verrà svolto dalla nascita del Trasporto Pubblico Metropolitano (TPM), con una rete portante connessa e integrata che supera il concetto di rete urbana, suburbana ed extraurbana: la rete sarà composta da 4 linee tramviarie, 7 linee Metrobus BRT, 5 linee del Servizio Ferroviario Metropolitano, 30 Centri di Mobilità.

Alcune azioni, realizzabili nel breve periodo, sono già state attuate in anticipo rispetto ai tempi di approvazione dei Piani, come l’attivazione del biglietto unico che permette di utilizzare tutti i mezzi del trasporto pubblico all’interno dell’area metropolitana bolognese con lo stesso titolo di viaggio e allo stesso costo.
La scelta del TRAM

La scelta del TRAM

Facendo invece riferimento ad un periodo di tempo medio/lungo e a cambiamenti più strutturali, sono state inizializzate le attività per la realizzazione delle opere infrastrutturali portanti, in primis la nuova rete tranviaria.
Come già detto, il PUMS prevede infatti la realizzazione di quattro linee di tram integrate alle linee del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) e alla rete del trasporto pubblico su gomma (filovie e bus). Come è stato dimostrato dai progetti di tranvia realizzati in altre città italiane ed europee con caratteristiche simili alla città di Bologna, il tram non solo garantisce un forte miglioramento quanto all’inquinamento acustico e all’impatto delle vibrazioni causate dai mezzi di trasporto, ma migliora la qualità urbana, perché non rappresenta solo l’occasione per la realizzazione di un’infrastruttura di trasporto, ma di una riqualificazione urbana lungo l’intero tracciato. Si tratta di marciapiedi, piste ciclabili, verde urbano, la rete dei sottoservizi.

Il costo previsto per la realizzazione della prima linea è di 509 milioni, importo che verrà sostenuto dal Ministero dei Trasporti, all’interno di un bando apposito per il finanziamento di progetti di sistemi di trasporto rapido di massa. Questa opera permetterà di ridefinire in parte come ci si muove nella città di Bologna, potenziando il trasporto pubblico e assicurandone la puntualità grazie al tracciato protetto e quasi mai promiscuo, punto focale di attrattività per chi si muove sui mezzi pubblici, e collegandolo con alcuni dei Centri di Mobilità previsti dal Piano, in maniera tale da garantire un interscambio continuo con i Comuni confinanti e minimizzando gli spostamenti in auto di chi vuole raggiungere Bologna da fuori città.
Perchè il PUMS?

Perchè il PUMS?

Il PUMS promuove, inoltre, un utilizzo più equo dello spazio pubblico tra le diverse componenti di mobilità, per arrivare alla transizione auspicata che va dal concetto di strada come spazio conteso a quello di ambiente stradale come spazio condiviso. L’istituzione di Zone a Traffico Limitato Ambientali, le azioni di miglioramento della sicurezza stradale per gli utenti più deboli insieme alla visione di Città 30, perseguono questa finalità, favorendo lo spostamento dolce di cittadini e city users e garantendo accessibilità e continuità dei percorsi.

Ad esempio, da gennaio 2020 nel capoluogo bolognese è stata attivata la nuova Zona a Traffico Limitato Ambientale, che prevede la progressiva inibizione a tutti i veicoli non rispondenti alle norme del Piano Aria Integrato Regionale, negando il rilascio del contrassegno di accesso al centro storico ai veicoli non ambientalmente sostenibili e sostituendoli con un “Bonus Mobilità” spendibile per il trasporto pubblico, taxi/Ncc, car sharing o bike sharing a scelta dell’utente. Questa ridefinizione del concetto di Zona a Traffico Limitato si configura come il primo intervento di attuazione previsto da PUMS e da PGTU, a dimostrazione di come i due Piani vadano di pari passo.


Questo articolo è una sintesi di uno degli interventi presentati durante il Convegno Mobilità e Ambiente nella città metropolitana di Bologna, che si è tenuto il 17 ottobre 2019 in biblioteca San Domenico.
Tutti i materiali del convegno (slide degli interventi, immagini, video interviste ai relatori, articoli a firma dei relatori pubblicati in precedenza sulla rivista e sintesi del dibattito conclusivo) sono pubblicati sul nostro sito a questo indirizzo: https://www.bologna.federmanager.it/mobilita-e-ambiente-nella-citta-metropolitana-di-bologna-materiali-del-convegno/