Ambiente urbano: il nord est mantiene la leadership
29° Rapporto Ecosistema Urbano
È stato recentemente pubblicato il 29° Rapporto Ecosistema Urbano, realizzato da Legambiente e Ambiente Italia, che illustra lo
stato di salute ambientale dei 105 capoluoghi di provincia italiani.
La classifica prende in considerazione diciotto indicatori, raggruppati in cinque aree
di riferimento, che puntano a valutare l’attenzione e l’impegno dedicati alla sostenibilità ambientale nell’ambito urbano, in
particolare per la qualità dell’aria, l’utilizzo
delle risorse idriche, il conferimento dei rifiuti, la mobilità e altri aspetti ambientali.
Per ciascuno dei diciotto indicatori, ogni
capoluogo ha ottenuto un punteggio normalizzato variabile da 0 a 100.
Il punteggio
finale è stato successivamente assegnato
definendo un peso per ciascun indicatore,
peso che oscilla tra tre e quindici punti percentuali: mobilità 25%, aria e rifiuti 20% ciascuno, acqua e ambiente urbano 15% ciascuno, energia 5%.
Gli indicatori di risposta
che misurano le politiche intraprese dagli
enti locali sono stati privilegiati e pesano
per oltre la metà del totale, il 59%.
Come nell’edizione dello scorso anno, molti
capoluoghi del Nord Est risultano nella top
ten della classifica generale.
Ma ancor meglio, quest’anno è stato anche ottenuto l’enplein sul podio, con la conquista del primo
posto con Bolzano, della seconda piazza
con Trento – che così perde la leadership
conquistata l’anno precedente –, della terza
posizione con Belluno, che insieme a Bolzano guadagna ben cinque posizioni in classifica rispetto al 2021.
Fra le prime dieci, anche
il sesto posto di Treviso (+3 rispetto al 2021)
e il settimo di Pordenone (-2 posizioni dalla
precedente edizione).
Se per le prime due
in graduatoria si può ipotizzare un vantaggio
derivante dallo status di province autonome,
in tutti i casi è da attribuirsi a comportamenti
virtuosi delle amministrazioni e della cittadinanza la qualità dei risultati ottenuti.
Nella classifica generale buone posizioni
ottengono Venezia (13°), Trieste (15°), Udine (18°).
Analizzando i singoli indicatori per
ciascuna delle cinque aree di riferimento,
la situazione dei capoluoghi del nord-est
appare fortemente diversificata, con luci e
ombre per ogni indicatore.
Partendo dall’area “Ambiente”, si distinguono Trieste (4° posto per l’indicatore “Alberi in area di proprietà pubblica” con 102
alberi per 100 abitanti), Venezia (2° posto
– non scontato – per l’indicatore “Isole pedonali” con 5.193 mq di superficie stradale
pedonalizzata per 1.000 abitanti), Padova
e Verona (rispettivamente al 1° e al 4° posto per l’indicatore “Solare pubblico”, che
misura la potenza in kW installata su edifici
pubblici), Bolzano (2° posto per l’indicatore
di “Uso efficiente del suolo”, che misura il
consumo di suolo e il livello di urbanizzazione in rapporto alla popolazione residente),
Trento (al 1° posto per il “Verde urbano”).
Meno lusinghieri i risultati ottenuti nel NordEst per gli indicatori relativi alla qualità
dell’“Aria”, misurati come media dei valori medi annui. Per quanto riguarda la concentrazione di “Biossido di azoto”, il primo capoluogo del Nord-Est in graduatoria
è Udine al 27° posto, poi Gorizia al 32° e
Verona al 42°.
Tutti gli altri capoluoghi sono oltre il 45° posto, comprese Bolzano
e Trento, quest’ultima novantatreesima.
Situazione non dissimile per l’indicatore
“Ozono”, per il quale Trieste al 40° posto
è la prima del Nord-Est. Migliori le posizioni
per l’indicatore “PM10”, che vede Gorizia
12°, Trieste 15°, Bolzano 16°, ma Verona al
91° e Padova al 93°.
I risultati deludenti per
queste ultime sono riconducibili, secondo
Legambiente, “alle scelte ostative messe in
atto dalla Regione Veneto negli anni passati
riguardo l’accordo del bacino padano sulla
qualità dell’aria, e alle ripetute proroghe al
blocco dei veicoli più inquinanti, oltre che a
una mancata pianificazione della mobilità e
alle poche risorse messe in campo per la
riqualificazione degli edifici”.
Più controversi appaiono i risultati degli
indicatori relativi alla risorsa “Acqua”. Per
l’indicatore “Consumi idrici” (litri giornalieri di acqua potabile per consumo domestico per abitante), Treviso è la più “virtuosa”,
in quanto occupa la quarta posizione con
circa 98 litri pro capite, seguita da Belluno
al 18° posto con 126 litri.
Tutte le altre sono
oltre la quarantesima posizione. Gli altri due
indicatori, “Dispersione della rete idrica”
(differenza percentuale fra acqua immessa
in rete e acqua consumata per tutti gli usi)
e “Efficienza della depurazione” vedono
Pordenone al 2° posto per il primo indicatore e Bolzano e Trieste, rispettivamente ottava e nona per il secondo.
A centro classifica
la quasi totalità dei rimanenti capoluoghi.
L’area della “Mobilità” si articola nei quattro indicatori “Offerta trasporto pubblico”
(chilometri percorsi annualmente dall’insieme dei mezzi diviso per abitante), “Passeggeri trasporto pubblico” (viaggi anno
per abitante), “Piste ciclabili” (metri equivalenti di piste ciclabili per abitante), “Tasso di motorizzazione” (auto circolanti ogni
100 abitanti), “Vittime della strada” (morti
più feriti ogni 1.000 abitanti).
Per gli indicatori del trasporto pubblico, Venezia e Trieste occupano i primissimi posti:
Venezia 1° posto assoluto nei “Passeggeri trasportati” – superando di gran lunga
Roma e Milano, rispettivamente seconda
e terza –, Trieste 2° posto – dopo Milano – nell’“Offerta di trasporto pubblico”.
Quanto a “Piste ciclabili” sono Treviso e
Vicenza le più dotate del Nord-Est, rispettivamente nona e decima posizione. Per
il “Tasso di motorizzazione”, dando per
ovvia la prima posizione di Venezia, con il più basso numero di auto per abitante, si
distingue Trieste al 6° posto, che privilegia
la motorizzazione su due ruote, con tutti gli
altri capoluoghi di provincia del Friuli Venezia Giulia oltre la 60° posizione, a conferma delle posizioni non lusinghiere riportate
da questi capoluoghi nella graduatoria dei
passeggeri del trasporto pubblico.
Preoccupante la posizione di Padova e Verona,
rispettivamente 86° e 72° posto, nella graduatoria dell’indicatore “Vittime della strada”, contrastante con le buone posizioni
occupate da questi due capoluoghi negli
altri indicatori relativi alla mobilità.
L’ultima area esaminata per la valutazione
della qualità dell’ambiente urbano riguarda
i “Rifiuti”.
Da un lato, l’indicatore “Rifiuti
prodotti” (produzione annua pro-capite
di rifiuti urbani) vede la gran parte dei capoluoghi del Nord-Est – con l’eccezione di
Belluno in sesta posizione – collocati oltre la
ventesima posizione, ma va ricordato che,
anche nel 2020, il Veneto e il Trentino Alto
Adige sono risultate prima e seconda nella
classifica delle regioni d’Italia più visitate
da turisti, con oltre sette milioni di presenze
annue.
Per contro il Nord-Est si conferma
virtuoso per la raccolta differenziata dei rifiuti, grazie alla diffusione del metodo della
raccolta porta a porta.
L’indicatore “Rifiuti
differenziati” (percentuale di rifiuti differenziati sul totale dei rifiuti urbani prodotti)
vede infatti Treviso al primo posto assoluto – con oltre l’87% di rifiuti differenziati –,
seguita da Pordenone terza (85%), Belluno
quarta (84%) e Trento quinta (84%). Fanno
eccezione Trieste e Verona, rispettivamente
90° e 77° posto in graduatoria, ben lontane
dall’obiettivo del 65% fissato dalla legge,
capoluoghi nei quali le amministrazioni dovranno molto impegnarsi per adottare scelte più efficaci per la gestione dei rifiuti.
9 Novembre 2022
01 dicembre 2022