Punto di svolta
Si è tenuto a Roma, presso la sede di Confindustria, un convegno, organizzato da Federmanager, Confindustria e 4.Manager avente come tema il “Rapporto Osservatorio 4.Manager”, per quel che riguarda il capitale manageriale e gli strumenti per lo sviluppo.
Giampietro Rossi
Presidente Federmanager Padova e Rovigo
Un rapporto molto interessante e utile, perché i dati raccolti e commentati evidenziano gli ampi processi trasformativi in corso anche in ambito manageriale, i cui driver principali sono: l’innovazione tecnologica e dei modelli di business; la diversificazione e il repentino mutamento dei gusti e dei comportamenti dei consumatori; l’internazionalizzazione delle imprese; la velocità del cambiamento; l’incertezza e la complessità ambientale.
Il risultato più evidente prodotto da tali tendenze è lo spostamento del focus manageriale da funzioni strettamente focalizzate sulla specializzazione (HRM; Marketing, Finanza, ecc.) e sulle attività di “comando e controllo”, a compiti sempre più ampi e complessi: individuare tendenze, minacce e opportunità e formulare previsioni; accelerare e facilitare i cambiamenti; velocizzare i ritmi di apprendimento dell’organizzazione e valorizzare il capitale umano aziendale; creare processi e team di lavoro resilienti; valorizzare le diversità; sviluppare modi e processi di lavoro di tipo collaborativo; operare tenendo conto dell’etica e della responsabilità sociale.
Queste nuove funzioni richiedono conoscenze e competenze multidisciplinari e trasversali a diverse aree aziendali e una spiccata capacità di gestione delle persone, oltre a particolari doti di leadership e decision making. Inoltre, la velocità e i tempi di obsolescenza delle competenze tecniche (ormai stimati in 5 anni) richiede ai manager di possedere un ampio ventaglio di soft skills e di sviluppare una dote essenziale: la learning agility; ossia, la capacità d’imparare ad apprendere in modo veloce, continuo e su uno spettro molto ampio di temi.
Le parole chiave della nuova managerialità stanno diventando: istituzionalizzare l’agilità e l’eternal learning.
Nella sua prolusione iniziale il nostro Presidente Stefano Cuzzilla ha accennato ad una cosa che ritengo essere uno, se non l’aspetto più importante, emerso da questo convegno: dopo un lungo periodo, nel quale si è vista una progressiva, lenta e inesorabile diminuzione del numero di associati a Federmanager, finalmente, nel 2019 c’è stata una chiara e significativa inversione di tendenza. Dai dati del mese di ottobre 2019 emerge un aumento di associati di quasi il 2%, (per un totale nazionale di 59.326) con il conseguente aumento anche del temuto rapporto tra dirigenti in servizio e quelli in quiescenza, che tanto preoccupa non solo i vertici associativi, ma tutta la categoria dirigenziale, salito ora allo 0,84.
A che cosa dobbiamo questo incremento?
Sono diverse le cause, come del resto accade in tutte le situazioni complesse, che possono aver contribuito a questa crescita. Sicuramente c’è un grande miglioramento delle strategie comunicative di Federmanager, sul social media e non; il presidente Cuzzilla è apparso in tutte le trasmissione con maggiore audience (gli manca solo la partecipazione alla “Prova del cuoco” su Rai 1 e poi ha completato il giro delle trasmissione più viste). È stato realizzato un intelligente, performante e fruibile sito web, strumento indispensabile per efficaci campagne comunicative.
A tutto questo dobbiamo aggiungere anche una altrettanto efficace strategia di contatto con il mondo politico, attuata anche congiuntamente con Confindustria, con la quale è da evidenziare una comunanza di vedute sui temi fondamentali quale non si riscontrava da anni.
Questo ha permesso di arrivare in tempi rapidissimi, rispetto agli anni passati, pure in presenza del periodo terminale della presidenza Boccia, alla firma del nuovo contratto che adesso tutti ci invidiano perché i rinnovi delle altre categorie sono tutti congelati in attesa della nuova presidenza di Confindustria.
La cosiddetta “goccia che ha fatto traboccare, positivamente, il vaso” la possiamo ascrivere al fatto che finalmente, oggi, Federmanager può offrire agli associati che si trovano temporaneamente non occupati, efficaci strumenti per una rapida e soddisfacente ricollocazione, quello che sognano tutte le associazioni di categoria lavorative.
Due, al momento sono gli strumenti principali: i progetti approvati e finanziati da 4.Manager, per favorire il contatto fra dirigenti inoccupati ed aziende che necessitano di competenze manageriali che al momento ha permesso il ricollocamento di una cinquantina di colleghi in difficoltà.
La seconda, “strappata” insieme a Confindustria al mondo politico, è il contributo a fondo perduto del MISE, in forma di voucher, per l’“acquisto” da parte delle PMI di competenze specialistiche e manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste da PNI 4.0, nonché di ammodernare gli aspetti gestionali delle imprese.
Non dimentichiamo anche gli short master “Industry 4.0 all inclusive” organizzati da Federmanager Academy che hanno consentito a 300 nostri colleghi di ottenere quello che potremo chiamare il “bollino blu” che permette loro l’iscrizione all’albo del MISE, per affiancare le imprese che chiederanno il voucher.
Tutto questo nasce anche dalla stretta collaborazione tra le associazioni datoriali e quelle manageriali, seppur, alle volte, con visioni strategiche e operative diverse, particolarismi vari da una parte e dall’altra non sempre fruttuosi. Comunque, citando J.W. Von Goethe, credo che: “L’importante non è andare d’accordo, ma nella stessa direzione”.
01 dicembre 2019