La linea guida per la parità di genere
UNI/PDR 125:2022
Lo scorso 24 marzo l’ex Ministro per le Pari
Opportunità Elena Bonetti e il Presidente UNI
Giuseppe Rossi hanno presentato la prassi di
riferimento, che definisce criteri, prescrizioni
tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere.
Con la legge numero 162 del
2021 che ha modificato il Codice per le pari
opportunità, è stato introdotto questo nuovo
sistema dal 1° gennaio 2022. La sua attivazione, compresa dei meccanismi agevolativi che
comporta, è prevista entro dicembre 2022.
Si tratta di uno strumento che ha l’obiettivo
di incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in
tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità
salariale a parità di mansioni, le politiche di
gestione delle differenze di genere e la tutela
della maternità.
L’adozione da parte degli imprenditori e delle imprenditrici della certificazione di genere
sarà sostenuta anche da appositi incentivi
di natura fiscale fino a 50.000€ e punteggi
premianti nelle gare per appalti pubblici.
Inoltre, con i fondi del PNRR, il Dipartimento
per le pari opportunità attiverà misure di accompagnamento e sostegno delle imprese
di medie e piccole dimensioni che vorranno
certificarsi.
L’ex Ministro Elena Bonetti ha affermato che
“le pari opportunità sono state poste dal Governo tra i temi centrali per la crescita e la
ripresa del nostro Paese. La certificazione di
genere aiuterà le imprese nella progettazione di politiche che investono in lavoro femminile.
È uno strumento che rende concreto
il principio secondo cui l’investimento sul talento femminile è conveniente per il Paese ed
è conveniente per il tessuto imprenditoriale”.
“La pubblicazione della UNIPdR 125 sulle pari opportunità”, ha proseguito l’ex Ministro Bonetti, “è un momento di grande soddisfazione:
si concretizza un progetto strategico del PNRR. La parità di genere non è mera giustizia
ma un fattore economico/produttivo; non è un
orpello burocratico ma una leva di sviluppo
perché ogni occasione sprecata di valorizzare un talento femminile non è solo una perdita
individuale ma per l’intera società”.
Il Presidente Giuseppe Rossi ha aggiunto
che “la UNI/PdR 125 ha l’obiettivo di supportare un percorso di cambiamento culturale
nelle organizzazioni e nella Società, necessario per raggiungere una più equa parità di
genere superando la visione stereotipata dei
ruoli, attivando la grande risorsa dei talenti
femminili per stimolare la crescita economica
e sociale del Paese”.
La UNI/PdR 125:2022 è frutto del confronto
svoltosi nel Tavolo di lavoro sulla certificazione di genere, coordinato dal Dipartimento per
Pari Opportunità, che ha coinvolto le istituzioni competenti, al quale ha preso parte anche,
l’ente di accredidamento italiano, Accredia.
Come molte ricerche hanno dimostrato, le
aziende che applicano la parità di genere
risultano più produttive, più innovative, efficienti e si posizionano meglio sul mercato
rispetto ai concorrenti. Il Fondo Monetario
Internazionale ha calcolato che qualora in
Italia l’occupazione femminile raggiungesse
quella maschile la crescita del PIL sarebbe
dell’11%.
Oggi in Italia l’occupazione delle
donne è inferiore del 18% rispetto a quella
maschile, risultando tra le più basse in Europa, e le donne guadagnano circa il 16% in
meno degli uomini. E proprio in Italia, facendo leva sulle garanzie fornite dall’accreditamento, il Legislatore ha deciso di incentivare
le aziende che ricorrono alla certificazione
accreditata sulla parità di genere, mettendo a disposizione risorse pari a 10 milioni di
euro nel PNRR, e prevedendo meccanismi
premiali nelle gare pubbliche, come indicato
nelle Leggi 108/2021 e 162/2021.
“La crescita sociale ed economica del nostro
Paese – commenta Filippo Trifiletti, Direttore
Generale di Accredia – passa necessariamente attraverso un maggior coinvolgimento
e tutela della donna nel mercato del lavoro e
la realizzazione di politiche, non più rimandabili, finalizzate a questo scopo. È un tema
che vede l’Italia indietro rispetto agli altri Paesi europei; per questo il PNRR, dove la parità di genere assume un’importanza strategica, e le ultime previsioni legislative hanno
introdotte misure incentivanti per favorire le
imprese che decidono di ricorrere alla certificazione accreditata”.
L’adozione e il perseguimento di un sistema
di gestione per la parità di genere, che potrà
portare anche alla Certificazione di parità di genere per le organizzazioni che lo adotteranno, si propone di promuovere e tutelare
la diversità e le pari opportunità sul luogo di
lavoro, misurandone gli stati di avanzamento e i risultati attraverso la predisposizione di
specifici kpi.
Entrando nel merito, la Prassi UNI prevede
l’adozione di specifici KPI (Key Performances Indicator - Indicatori chiave di prestazione) inerenti alle Politiche di parità di genere
nelle organizzazioni” ha l’obiettivo di avviare
un percorso sistemico di cambiamento culturale nelle organizzazioni al fine di raggiungere una più equa parità di genere, superando la visione stereotipata dei ruoli, attivando
i talenti femminili per stimolare la crescita
economica e sociale del Paese agendo sui
seguenti driver:
- rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza
- adozione di politiche e misure per favorire l’occupazione femminile – specie quella delle giovani donne e quella qualificata – e le imprese femminili, anche con incentivi per l’accesso al credito e al mercato ed agevolazioni fiscali
- adozione di misure che favoriscano l’effettiva parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro, tra cui: pari opportunità nell’accesso al lavoro, parità reddituale, pari accesso alle opportunità di carriera e di formazione, piena attuazione del congedo di paternità in linea con le migliori pratiche europee
- promozione di politiche di welfare a sostegno del “lavoro silenzioso” di chi si dedica alla cura della famiglia, nel rispetto dell’art. 3.1 della Costituzione (uguaglianza formale)
- adozione di misure specifiche a favore delle pari opportunità, in linea con quanto stabilito dall’art. 3.2 della Costituzione (uguaglianza sostanziale)
- integrazione del principio dell’equità di genere nella normativa nazionale affinché la sua adozione volontaria diventi riferimento qualora fosse richiesto alle organizzazioni di certificare la sostenibilità e l’adozione di politiche di genere, in contesti quali, ad esempio, gare di appalto, rilascio di contributi pubblici oppure da un sistema di premialità
- cultura e strategia (15%);
- governance (15%);
- processi HR (10%);
- opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda (20%);
- equità remunerativa per genere (20%);
- tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro (20%)
Per ciascuna area di valutazione sono stati
identificati degli specifici KPI con i quali misurare il grado di maturità dell’organizzazione attraverso un monitoraggio annuale e una
verifica ogni due anni, per dare evidenza del
miglioramento ottenuto grazie alla varietà
degli interventi messi in atto o delle correzioni attivate.
Il sistema si applica a partire dalle micro-organizzazioni (1-9 dipendenti) – con semplificazioni per le organizzazioni appartenenti
alle micro e piccole – fino alle multinazionali.
I KPI sono di natura quantitativa e qualitativa, i primi sono misurati in termini di variazione percentuale rispetto a un valore interno
aziendale o al valore medio di riferimento
nazionale o del tipo di attività economica, i
secondi in termini di presenza o assenza.
Ogni indicatore è associato a un punteggio il
cui raggiungimento o meno viene ponderato
per il peso dell’area di valutazione: è previsto il raggiungimento del punteggio minimo
di sintesi complessivo del 60% per determinare l’accesso alla certificazione da parte
dell’organizzazione.
La Legge di Bilancio 2022 ha istituito anche
un Fondo per le attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione
della parità di genere, con una dotazione di
3 milioni di euro per l’anno 2022, che al momento però non è ancora operativo.
Ma l’attesissimo decreto del Presidente del
Consiglio o dell’Autorità politica delegata
che stabilisce i parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità
di genere, arrivato in Gazzetta Ufficiale il 1°
luglio 2022, è un tassello importante per avviare la macchina organizzativa.
01 dicembre 2022