La scelta etica delle PMI e il loro ruolo fondamentale nella nostra società
Per sostenerle è indispensabile attuare un programma per ottenere l’autosufficienza energetica italiana
Il principale punto di forza delle nostre piccole e medie imprese è rappresentato dalla loro maggiore flessibilità e prontezza nel
cogliere le opportunità offerte dalle alterne
vicende del ciclo economico.
L’analisi dei punti di forza delle piccole imprese e dei territori sta dietro ai successi
del made in Italy è opportunamente proposta dall’Ufficio Studi Confartigianato.
La chiave di lettura proposta dall’analisi
dell’Ufficio Studi sviluppa i precedenti interventi di Confartigianato contro i pregiudizi su piccole imprese e sul ‘falso problema’ della dimensione aziendale come limite della crescita.
L’Italia è leader nell’Unione europea per
export diretto delle micro e piccole imprese
manifatturiere generando un surplus che
nel commercio estero che paga oltre i tre
quarti della bolletta energetica. Il successo
della produzione italiana sui mercati esteri
si fonda sulla vocazione all’innovazione e
alla qualità e il maggiore dinamismo della spesa in ricerca e sviluppo rispetto alle
medie e grandi imprese.
I sistemi di piccola impresa diffusi sul territorio del Nordest italiano sono alla radice
dei successi del made in Italy nel mondo.
Nell’arco degli ultimi sei anni l’export dell’Italia sale più di quello tedesco, trainato
dalla migliore performance di Veneto, Friuli
Venezia Giulia e altre regioni del Nord e del
Centro Italia.
Nei quattro anni precedenti
allo scoppio della crisi Covid-19, nove tra
la maggiori regioni esportatrici crescono il
valore aggiunto più di quello della Germania e di queste tre – Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Puglia – evidenziano un
ritmo di crescita doppio della prima economia europea.
Nelle nove regioni in esame
la quota di addetti nelle micro e piccole
imprese manifatturiere è più del doppio di
quella della manifattura tedesca.
Ma in che misura le piccole imprese contribuiscono all impiego della forza lavoro?
Anche a livello internazionale v’è una corrispondente incidenza economica: secondo
i dati forniti dal Consiglio internazionale per
le piccole imprese (ICSB): esse costituiscono oltre il 90% di tutte le imprese mondiali e sono fonte, in media, del 70% dei
posti di lavoro e del 50% del PIL.
Come non parlare, quindi, di scelta etica
nel riferirsi alle PMI e al loro ruolo fondamentale nella nostra società anche con riferimento al welfare.
Vi è, adesso, però, un innegabile problema: la crisi energetica e le sfide ambientali.
L’espansione della produzione di energie
rinnovabili è fondamentale per uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Le energie rinnovabili sono spesso caratterizzate da una
produzione “diffusa” sul territorio e non
costante nel tempo (si pensi ad esempio
al solare): trovare soluzioni per l’immagazzinamento di energie rinnovabili diventa
quindi indispensabile.
Occorre procedere, pertanto, con un programma strategico nazionale e territoriale
che miri, nel tempo, a garantire l’autosufficienza energetica italiana per tutte le imprese e i cittadini che operano e vivono
nel nostro Paese.
È ovvio che non si arriverà a ciò in tempi brevi e, nel frattempo, è
indispensabile attuare scelte emergenziali, ma anche queste devono essere collegate al piano strategico di lungo periodo.
Solo così, anche qui, le scelte saranno
improntate all’etica dello sviluppo sociale
ed economico e porteranno a un operoso
benessere.
01 dicembre 2022