Mercati ed economia
Wlademir Biasia intervistato dai presidenti Federmanager del Nordest
Maria Beatrice Rizzo
Collaboratrice Federmanager FVG
Mercati ed economia globale, guerra in
Ucraina, Covid in Cina, instabilità generale
e innovazione.
Questo il focus dell’interessante e seguito dibattito che ha visto come
protagonista Wlademir Biasia, esperto di Risk Management - con oltre trent’anni di pensiero indipendente messo al servizio della
difesa della redditività delle aziende – intervistato dai quattro presidenti Federmanager
del Nordest: Maurizio Toso, presidente Federmanager Veneto; Daniele Damele, presidente Federmanager Friuli Venezia Giulia;
Mario Merigliano, presidente di Federmanager Venezia; Marco Larentis, presidente
Federmanager Trento e Maurizio Riolfatti,
presidente Federmanager Bolzano.
L’incontro, a cui ha assistito una cinquantina
di partecipanti, si è tenuto a Mestre, all’hotel Bologna.
Nel corso dell’evento sono state
messe in evidenza le prospettive di crescita
del commercio mondiale e le ricadute sull’andamento dei tassi di cambio.
Tema quantomai attuale, considerata la corrente situazione degli istituti bancari che hanno visto il
recente tumulto finanziario legato al crollo di
Silicon Valley Bank (SVB) e Credit Suisse.
Si
sono analizzate le perplessità emerse all’inizio del 2023 quando gli interrogativi riguardo
crescita ed espansione del commercio mondiale non permettevano di avere certezze sulla capacità di crescita dell’eurozona.
L’Italia,
in questo contesto, mantiene il più alto livello
di ripresa rispetto agli altri paesi dell’area.
Ad aprire i lavori Maurizio Toso, presidente
Federmanager Veneto: “Siamo stati investiti
dalla tempesta perfetta; una dinamica iniziata
con la pandemia, proseguita con l’inflazione
e la conseguente crisi energetica.
All’inizio
del 2022 si è aggiunta la guerra in Ucraina”.
Analizzato il quadro, Toso ha posto il problema delle ricadute sulle materie prime, tema
approfondito in seguito da Wlademir Biasia.
Un argomento valido e interessante per Daniele Damele, presidente Federmanager
Friuli Venezia Giulia, per Mario Merigliano, presidente di Federmanager Venezia
e per Giuliano Allegri, presidente di Federmanager Verona, i quali hanno chiesto a
Wlademir Biasia un suo punto di vista sugli
scenari economici e finanziari del 2023.
Lo
stesso Damele ha poi sollevato la questione
relativa all’impatto delle sanzioni sull’economia russa che l’esperto ha descritto come
sorprendentemente in crescita sottolineando il compattamento dei paesi asiatici.
Marco Larentis, presidente Federmanager
Trento, ha sollevato una questione più che
mai attuale, legata alla crisi di alcune grandi
banche e all’esistenza di “nuovi pericoli, con
particolare riferimento al territorio veneto.
Non ci si sente più sicuri di nulla. Siamo alla
ricerca di parole che infondano chiarezza e
tranquillità, per trasmettere poi ad altri questi
sentimenti”.
Anche Maurizio Riolfatti, presidente Federmanager Bolzano, ha posto l’accento
sulle ricadute territoriali della congiuntura
internazionale. Riolfatti ha chiesto di analizzare “quanto incida la localizzazione di un’azienda in un determinato territorio, ad esempio l’Alto Adige, considerato che Bolzano
guarda al mondo germanico”.
Una realtà
che affronta una fase di decrescita, con probabili effetti anche sulla provincia autonoma.
Spazio poi alle riflessioni dell’esperto di
Risk Management Wlademir Biasia che ha
tratteggiato i possibili scenari futuri dell’economia: “La situazione attuale può farci preoccupare ma quando c’è grande incertezza arriva il momento in cui le dinamiche si
aggiustano. Sono fiducioso.
Le aziende che
esportano b2b e che investono fuori dall’eurozona sono in crescita. L’Italia vive un trimestre positivo”.
Approccio critico nei confronti
della transizione verde che secondo l’esperto ha creato inflazione: “La corsa dei prezzi
dovrebbe scendere sempre di più entro il
2025, ma non credo tornerà più sotto il 3%.
Anche il costo dell’energia e delle materie
prime è segnalato in discesa e si avvicinerà
al livello conosciuto prima della pandemia”.
Ci metteranno probabilmente più tempo risorse quali nichel e litio, legate a doppio filo
alla rivoluzione energetica.
In conclusione: “È bene guardare al mondo
fuori dall’Europa perché la guerra cambierà le
cose.
Tutto quello che oggi ci preoccupa rappresenterà un’opportunità per il futuro. Partirei da una differenziazione delle energie alternative al petrolio puntando sull’idrogeno”.
05 aprile 2023